les faux amis

Peccherebbe d’imperdonabile ingenuità chi sottovalutasse i rischi e le insidie che possono affiorare nell’approccio ad una lingua diversa dalla propria. Si parla spesso dei false friends dell’inglese ma anche altri idiomi possono riservare imprevedibili sorprese (les faux amis del francese, per esempio).

Estate di qualche anno fa. La mia amica MC era in vacanza con la comune amica AC nel sud della Francia. Le due erano mollemente distese sulla spiaggia e tessevano amabile conversazione con un giovanotto autoctono (si sa, i francesi con le italiane…).

AC non aveva studiato francese e si rivolgeva con fiducia all’amica per le traduzioni, giacché quest’ultima la lingua di Maritain l’aveva affrontata alle medie e alle superiori. 

Tutto andava per il meglio; una bella amicizia stava nascendo e si potevano forse subodorare gli aromi ed i prodromi di quel sentimento che talvolta riesce a nascere anche da un fortuito incontro estivo.

–          M…

–          Cosa c’è

–          Digli se è disposto a darmi un bacio…

–          Ma sei sicura?

–          Sí, diglielo, voglio vedere cosa ti risponde!

–          Eh, alors (rivolta a quello) mon amie voudrait savoir qu’est-ce que tu fais s’elle te demandes d’etre baisée!

Il ragazzo, lungi dal rispondere verbalmente, divenne fucsia. Con sfumature cremisi.

Un’insidia della lingua di Molière vuole che il verbo baiser, cosí simile all’italiano baciare, abbia nell’uso standard un significato notevolmente piú esplicito! La fanciulla aveva ragionato per come avrebbe potuto fare in italiano ed evidentemente qualcosa non aveva funzionato…

Dal satellite, era possibile vedere due ragazze calabresi che si rincorrevano su una spiaggia, a poca distanza l’una dall’altra.

La prima correva, quasi a voler fuggire da qualcuno che la stesse minacciando o avesse perniciose intenzioni nei suoi confronti.

La seconda brandiva un sandalo, con fare minaccioso.

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