pirateria? no, grazie! (4)

Chi trasmette in maniera illegale partite di calcio, incontri sportivi, film e serie TV rischia una multa che può arrivare fino a quindicimila (15.000) euro ed una condanna penale da sei mesi a tre anni di carcere.
Chi fruisce in maniera illegale di partite di calcio, incontri sportivi, film e serie TV rischia una multa che può arrivare fino a cinquemila (5.000) euro, se l’utente guarda “quantità notevoli di opere o materiali protetti”.
È in vigore da qualche giorno (per la precisione da martedí, giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) la nuova legge antipirateria (14 luglio 2023, n. 93).
Qualche margine di perplessità rimane sull’esatto significato da attribuire alla parola “notevole”, se basti, cioè, un semplice abbonamento ad una IPTV illegale, oppure se sia necessario dimostrare in modo inequivocabile che l’utente ha effettivamente guardato molte partite, film o episodi di serie televisive.
Per chi fa da veicolo, facendo transitare i dati dello streaming pirata, cioè gli operatori telefonici e i loro fornitori di servizi (come le famigerate CDN), c’è l’obbligo di “tirar giú” le connessioni ai server del pezzotto entro trenta minuti dalla richiesta (inoppugnabile) da parte dell’AGCOM.

Ecco, qui di seguito, senza alcuna correzione, il testo completo: (altro…)

pirateria? no, grazie!

Nell’ambito della medesima rassegna ‘Screenings Rai di Firenze che ha fatto da location al post di ieri sulle fiction Rai, l’amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco, con Marco Belardi di Lotus, Marco Gianani di Wildside, Benedetto Habib di Indiana, Riccardo Tozzi di Cattleya, Alessandro Usai di Colorado e Nicola Giuliano di Indigo hanno lanciato un grido d’allarme contro lo sfruttamento illegale dell’opera cinematografica:

«In Italia non abbiamo una legge antipirateria, che sottrae risorse gigantescheAltrove il problema è stato risolto. In Germania se scarichi illegalmente ti arriva una multa. In Francia, dopo un po’, ti sospendono la connessione internet».

Secondo Habib, grazie al download il «consumo di musica e video è centuplicato. Il tema è quindi remunerare il video on demand, facendo pagare il giusto, e modificare le finestre di distribuzione»; Usai aggiunge che  «per trasmettere film sulla televisione free bisogna attendere due anni, è un’eternità».

Gianani ha ricordato: «dobbiamo lavorare sulla qualità delle saleVai in sala in centro a Roma e l’offerta di cibo sono pop corn e caramelle. Abbiamo Eataly e vendiamo pop corn»; Tozzi che «la frequentazione delle sale all’estero aumenta, da noi non succedeIn Francia basta un anno per aprire una sala, in Italia servono 7 anni. Occorre rompere il terribile intreccio burocratico che c’è nel nostro Paese».

Del Brocco, a fronte di una riduzione complessiva degli incassi nel primo semestre, ha comunque sottolineato il buon andamento del cinema italiano, che ha raggiunto nello stesso periodo una quota di mercato del 31% contro il 26% dell’intero 2012 ed in particolare di Rai Cinema e 01 Distribution che, con il suo 22%, detiene il primato tra le case di produzione con il 22%. Risultato garantito, secondo l’ad, anche da film che hanno ottenuto buon successo all’estero, come La migliore offerta di Giuseppe Tornatore e Educazione siberiana di Gabriele Salvatores.