Fiore in patria sua

Romilda Carpino e Lorenzo Fiore festeggiano questa mattina le nozze d’oro, alle quali presenzierà il figlio, di stanza negli States.
Conclusione perfetta di una settimana che rimarrà indelebile nel cuore loro, di tutti i calabresi e di tutti gli amanti di cinema.
Il figlio in questione, lo avrete capito, è 
Mauro Fiore, vincitore del premio Oscar 2010 alla fotografia per le luci, le atmosfere, la magia di Avatar.
Al conferimento della statuetta, dopo il “W l’Italia”
di cui abbiamo già parlato, aveva aggiunto un omaggio ai genitori “Lorenzo e Romilda, che sono arrivati in America con quattro valige ed un sogno“.
Il Fiore ha trascorso una settimana davvero trionfale nella sua terra d’origine, a Marzi (CS), dove sono nati i suoi genitori ed è stata organizzata una grande festa, e a Cosenza, dove ha incontrato gli studenti del corso di laurea in Dams dell’Università della Calabria.

W (Viva) l’Italia!

“Viva l’Italia” is the Italian exclamation for “Long life Italy!”. It can currently sound obsolete but we still want to use it, with pride.
In Luchino Visconti‘s ‘Senso’, the countess Serpieri shouted “Viva l’Italia” to start up one of the patriotic iniziatives of the film.
Mauro Fiore, Academy Award for Best Cinematography in 2016 for ‘Avatar’, shouted “Viva l’Italia!” remembering his Italian origins.
Michael Giacchino, Oscar 2010 for the best soundtrack (‘Up!’) is Italian-American, perhaps the sentence was in his mind too, who knows?
As for this post “Viva l’Italia” is trivially used just as a title…
“Viva l’Italia” è un’esclamazione sempre attuale, riesce ancora  a scaldare il cuore e a dare emozioni.
La pronunciava la contessa Serpieri in “Senso”, di Luchino Visconti, dando il La ad una delle iniziative patriottiche raccontate nel film.
L’ha pronunciata Mauro Fiore, il calabrese premiato con l’Oscar alla fotografia per il film Avatar.
Ma l’avrà pensata anche Michael Giacchino, Oscar alla migliore colonna sonora per Up! È italo-americano, Michael, ma l’Oscar glielo avrà fatto vincere il DNA italico, non quello statunitense.
Noi la usiamo in modo prosastico, come titolo di questo post.