Mamma, le cozze!

«È in gioco la sicurezza alimentare dei consumatori. Non riusciamo a comprendere come una pratica abusiva cosí spinta possa andare avanti, quando abbiamo l’80% delle nostre cozze prodotte in Mar Piccolo, invenduto!”. È in atto “un piano di spartizione del mercato della cozza  dal quale la produzione di Taranto resta tagliata fuori. Avanti di questo passo la cozza di Taranto del Mar Piccolo rischia l’estinzione. I mitilicoltori sono pronti ad azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. I banchi di vendita sono invasi da cozze greche fatte passare per tarantine. Un abuso che mette in pericolo centinaia di posti di lavoro, e che toglie il pane alle nostre famiglie. Chiediamo un intervento decisivo delle autorità preposte».

Questo quanto dichiarato da Luciano Carriero, presidente provinciale della categoria Mitilicoltura e Pesca di Confcommercio Taranto. La nota di Confcommercio Taranto, però, è ancor piú dettagliata:

«Quotidianamente, sulla piazza di Taranto, arrivano circa 1000 quintali di cozze greche, pronte per la immersione nelle acque del Mar Grande, bagno rigenerante necessario prima della “partenza” verso i banchi di vendita di pescherie e i mercati di Puglia, Campania e Calabria”. I mitilicoltori tarantini “ad oggi hanno smaltito solo un 20% della produzione locale di cozze. Il mare di Taranto sta diventando il deposito della Grecia. Abbiamo visto le immagini amatoriali girate da un sub nelle acque delle zone di immersione in Mar Grande delle cozze greche: acque torbide, per la presenza oltre i limiti consentiti, di mitili immersi».

La pagina ufficiale di Confcommercio Taranto ricorda inoltre: (altro…)

dalla Cina con fulgore (5)

Il regista cinese Jingle Ma comincia il 21 settembre, a Polignano a Mare (BA), le riprese di ‘Europe Riders’, film prodotto da Wong Kar-wai, anch’egli cinese. ‘Europe Riders’, terzo capitolo di una saga che comprende ‘Tokyo Riders’ (2000) e ‘Seoul Riders’ (2005), si presenta come un “film d’azione dai contorni divertenti” e sarà girato interamente in Puglia; dopo la citata Polignano, sarà il turno di Ostuni, Otranto e Lecce.
Protagonista è (altro…)

War & Peace in the international cinema

The cinematographic relationships between East and West are very topical at this time, no doubt about it. If North Korea, whose computers still work hiccups, called ‘monkey’ Barack Obama, even the writers, the director and producers of ‘Exodus – Gods and Kings‘ do not fare much better. Apparently the film by Ridley Scott enjoyed very little to the competent Egyptian authorities, that stigmatize the poor historical correctness of some details, like the fact that the Jews are presented as the builders of the pyramids and Moses a general rather than a prophet, together with the problem of the impossibility to represent the prophets and religious figures in the Muslim Nations. Even the Egyptian Coptic Orthodox Church, in its own small way, expressed its opinion and has hinted a possible boycott of the film.
Moreover, it is from another country of Islamic culture, Pakistan, that comes the attack on the television series ‘Homeland‘, aired on Showtime, centered on a CIA agent suffering for bipolar disorder. According to the government of Islamabad, the series, winning in the West Global Award and Emmy, gives an image of Pakistan that is not correct at all to the truth, by representing the capital as a chaotic babel devoid of green and the entire country a kind of hell hole, inhabited only by rude, unpleasant and ignorant people, as well as terrorists. Terrorists, however, that would be inserted in series with the sole purpose of endorsing the cliché according to which Pakistan protects them, whereas, on the contrary, the sacrifice of those who work for the security of the country. should be praised Islamabad, moreover, is linked to the United States from many years of friendship and it is paradoxical, according to the Pakistani diplomacy, that the scenes that are in the movie were filmed in South Africa, in Cape Town.
As for Italy and its relationship with China, it is instead to detect a fruitful exchange of amorous feelings. At this time Italy, particularly Puglia, Tuscany and Lombardy are subject of a special attention but also of concrete initiatives by an Hong Kong production, on which reigns absolute secrecy. It seems that in the last two years, at least 14 Indian films and two blockbuster Chinese have been shot in Milan, and one under construction, to release in the spring of 2015, is also presented as a potential blockbuster, with a couple strolling so pleasant in the midst of boutique of the fashion and have a strictly oriental toast of tea against the backdrop of the Duomo.
The Chinese market is huge and you can bet that a film made in Milan, home of Expo 2015, by the way, may constitute a promotion strategy with outstanding performance and an attractive asset for the city’s economy which grossed in 2014 only 11 EUR 205 million for the film.
Alberto Contri, former head of Lombardia Film Commission, told the ‘Corriere della Sera’:
“The classic comedies and Oriental love stories provide continuous shifts then replicated by viewers fans. A typical example? Poor chasing him for the world the beloved woman, usually rich or vice versa. Movements that often are due also to the cachet that the same city are willing to offer: I saw the film on paper ambientati the sea change plot and be filmed in the mountains just to get more money. Films like the Chinese one are extraordinary opportunities not only to attract tourists. But also for product placement of Italian excellence or the linked activities in the city. Now equipment and workers are always choosen directly in Italy. As last item in the chapter “linked activities” there is the shopping of the troupe: the protagonists of a mysterious film are told to have spent in via Montenapoleone 40 000 euro in two hours. Nothing to do with five Indian gourmet documentary filmmakers, able to leave in the ‘quadrilateral of fashion’ 600 000 euro in a single afternoon”
Le relazioni cinematografiche tra Oriente e Occidente sono di grande attualità, in questo periodo, non c’è che dire. Se la Corea del Nord, i cui computer funzionano ancora a singhiozzo, ha dato della scimmia a Barack Obama, non se la passano molto meglio nemmeno gli sceneggiatori, il regista e i produttori di ‘Exodus – Dei e Re‘. Pare che il film di Ridley Scott sia piaciuto ben poco alle competenti autorità egiziane, che stigmatizzano la scarsa correttezza storica di alcuni particolari, come il fatto che gli Ebrei vengano presentati come i costruttori delle piramidi e Mosè un generale piuttosto che un profeta, unitamente al problema di non poter rappresentare profeti e figure religiose nelle Nazioni di fede musulmana. Anche la Chiesa ortodossa copta egiziana, nel suo piccolo, si è fatta sentire e ha lasciato intendere un possibile boicottaggio della pellicola.
Da un altro Paese di cultura islamica, il Pakistan, proviene peraltro l’attacco alla serie televisiva ‘Homeland‘, in onda sul canale Showtime, incentrata su un agente della Cia affetto da disturbi bipolari. Secondo il governo di Islamabad, la serie, premiata in Occidente con Global Award ed Emmy, restituisce un’immagine del Pakistan che non rende punto giustizia alla verità dei fatti, con una capitale che viene rappresentata come una caotica babele priva di verde e l’intero Paese una sorta di buco infernale, abitato solo da gente rozza, sgradevole e ignorante, nonché da terroristi. Terroristi, peraltro, che sarebbero inseriti nella serie al solo scopo di avallare il luogo comune secondo il quale il Pakistan li protegge, laddove, al contrario, andrebbe elogiato il sacrificio di chi lavora per la sicurezza del Paese. Islamabad, oltretutto, è legata agli Stati uniti da pluriennale amicizia ed è paradossale, sempre secondo la diplomazia pakistana, che le scene che la rappresentano nel film siano state girate in Sudafrica, a Città del Capo.
Quanto all’Italia e al suo rapporto con la Cina, è invece da rilevare un proficuo scambio d’amorosi sensi. In queste ore l’Italia, in particolare Puglia, Toscana e soprattutto Lombardia sono oggetto di attenzioni ma anche di concrete iniziative da parte da parte di una produzione di Hong Kong, sulla quale regna assoluto riserbo. Pare che negli ultimi due anni, iano stati girati a Milano almeno 14 film indiani e due kolossal cinesi e quello in fase di realizzazione, in uscita nella primavera del 2015 presentato come un potenziale blockbuster, con una coppia che passeggia in modo ameno in mezzo alle boutique del quadrilatero della moda e pasteggia tè e sakè rigorosamente orientali sullo sfondo del Duomo.
Il mercato cinese è vastissimo e c’è da scommettere che un film realizzato a Milano, peraltro sede di Expo 2015, possa costituire una strategia di promozione di rara efficacia ed un interessante asset per l’economia della città che ha incassato nel solo 2014 11 milioni di euro per 205 film.
Alberto Contri, già responsabile della Lombardia Film Commission, ha dichiarato al Corriere:
“Lo schema classico delle commedie e delle storie d’amore orientali prevede continui spostamenti poi replicati dagli spettatori appassionati. Un esempio tipico? Lui povero che insegue per il mondo la donna amata, di solito ricchissima o viceversa. Spostamenti che spesso sono dovuti anche ai cachet che le stesse città sono disposte a offrire: ho visto film sulla carta ambientati al mare cambiare trama ed essere girati in montagna solo per ottenere più denaro. Pellicole come quella cinese sono occasioni straordinarie non solo per attirare turisti. Ma anche per il product placement delle eccellenze italiane o per l’indotto cittadino. Ormai e attrezzature e maestranze sono sempre scelte direttamente in Italia. Per ultima voce al capitolo «indotto» c’è lo shopping della troupe: i protagonisti del misterioso film avrebbero speso in via Monte Napoleone la bellezza di 40 mila euro in due ore. Niente a che vedere con cinque documentaristi enogastronomici indiani, capaci di lasciare nel Quadrilatero 600 mila euro in un solo pomeriggio.”

giornate europee del Patrimonio

Il 20 e il 21 settembre 2014 si celebrerà la trentunesima edizione delle Giornate Europee del Patrimonio, manifestazione ideata nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea con l’intento di potenziare e favorire il dialogo e lo scambio in ambito culturale tra le Nazioni europee.
Si tratta di un’occasione di straordinaria importanza per riaffermare, presso l’opinione pubblica, il ruolo centrale della cultura nelle dinamiche sociali italiane. Sabato 20 settembre (…) i principali musei, monumenti e aree archeologiche saranno aperti al pubblico fino alle 24.00 al costo simbolico di 1 euro (qui l’elenco dettagliato). 

Gli Appuntamenti, poi, sono ben 918, ordinati per regione, provincia e date (sito ufficiale):

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un nuovo caso per Montalbano

C’è un caso del quale il commissario Montalbano si occuperebbe ben volentieri, in queste ore: è in corso una diatriba sul possibile spostamento della produzione dalla Sicilia alla Puglia, dalla terra in cui le avventure immaginate da Andrea Camilleri hanno preso vita ad un’altra, pur nobile e solare ma non altrettanto correlata. Il caso è scoppiato perché Carlo Degli Esposti, fondatore e proprietario dalla casa di produzione Palomar,  ha dichiarato di voler trasferire la produzione in Puglia perché la regione Sicilia non l’avrebbe appoggiato una sola volta in tutti questi anni:

”da 15 anni. Non hanno mai contribuito. All’inizio con l’assessore alla cultura Fabio Granata ci intendevamo, siamo andati insieme in Svezia a coinvolgere produttori di lì nella produzione e il turismo da quel paese verso la provincia di Ragusa si è più che centuplicato. Poi più niente. E pensare che la procedura per l‘UNESCO per la tutela della zona è stata provocata proprio dal Montalbano tv. Insomma, l’attenzione internazionale per quell’area è stata indotta dal successo non solo italiano della fiction”.

 Camilleri, da par sua, ha rincarato la dose affermando:

“Sono completamente d’accordo. La Regione Siciliana ed i suoi governi in questi anni non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione del Commissario Montalbano. Malgrado l’indotto creato per il turismo dalle riprese cinematografiche, soprattutto nella parte sud orientale dell’Isola. Sappiamo che i turisti arrivati in Sicilia dal resto dell’Italia e dall’estero si sono moltiplicati quando gli episodi di Montalbano sono andati in onda sulla Rai e di recente in Gran Bretagna”.

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dalla Puglia con furore (2)

L’Apulia Film Commission ha deciso di creare un terzo polo per l’industria cinematografica, dopo Bari e Lecce, a Foggia

Una convenzione stipulata con la società consortile Promodaunia, previo il beneplacito della Regione Puglia e dell’Università di Foggia, ha dato infatti il via libera al progetto “Container”, che comporterà la realizzazione di una realtà operante nella produzione cinematografica e multimediale ma anche nella didattica, con corsi di formazione e seminari, nonché le tradizionali attività d’informazione e assistenza. Avrà una sede ben precisa, in via San Severo, ove un tempo era Mediafarm, e l’Apulia film Commission contribuirà al suo finanziamento con centomila euro all’anno.

Antonella Gaeta, presidente dell’Apulia film Commission, ha dichiarato che si tratta di

“Un importante presidio per un territorio, come quello foggiano, che esprime la vocazione dei luoghi e dei saperi cinematografici. I tre Cineporti si configurano come centri propulsivi dell’industria della creatività, capaci di generare nuove visioni e possibilità per i giovani”.

Il presidente di Promodaunia ha aggiunto:

“Negli statuti e nelle vocazioni di Promodaunia, c’è il servizio al territorio anche sotto l’aspetto delle infrastrutture materiali e immateriali. Il progetto Comtainer le coniuga entrambe, in un settore caratterizzato da innovazione e valore aggiunto, e nel solco di quella industria culturale che riteniamo da sempre il principale volano dello sviluppo della nostra terra”.

Il centro di Foggia sarà coordinato da un comitato che lavorerà a titolo gratuito, già dai prossimi giorni; ne farà parte il giornalista e consigliere d’amministrazione dell’AFC Enrico Ciccarelli.

Rileggi  Dalla Puglia con furore – 1, sulla Città delle onde

 

il digitale delle due Sicilie

Non hanno la parabola? che comprino il decoder!”

Maria Antonietta d’Asburgo – Lorena, ne Il Codice Peyo

Da lunedí 7 maggio il passaggio dall’analogico al digitale arriva alla fase conclusiva anche nelle regioni e province del Sud che non erano state ancora coinvolte.
La chiusura definitiva del segnale analogico, il vero e proprio switch off, avverrà secondo un calendario che il Ministero dello Sviluppo Economico ha definito nel seguente modo:

  • Abruzzo, Molise e provincia di Foggia*: dal 7 maggio al 23 maggio;

  • Basilicata, resto della Puglia e province di Cosenza e Crotone: dal 24 maggio all’8 giugno;

  • Sicilia e restanti province della Calabria: dall’11 al 30 giugno.

Sarà una nuova unità d’Italia. In digitale.

* AGGIORNAMENTO 3 MAGGIO 2012:

Con provvedimento cautelare monocratico n.1562/2012 reso in data odierna, nell’ambito del giudizio n. 2941/12 avanti il TAR Lazio, è stato sospeso, nei limiti dell’interesse azionato in tale giudizio, fino alla Camera di Consiglio del 23 maggio 2012, alla quale è stata fissata la trattazione in sede Collegiale dell’istanza cautelare, il Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico in data 14 dicembre 2011, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio 2011, recante “Definizione delle scadenze relative al passaggio definitivo alla trasmissione televisiva digitale terrestre dell’area tecnica dell’Abruzzo e Molise (inclusa la provincia di Foggia)” con il quale le suddette scadenze sono state fissate a partire dal 7 maggio 2012 ed entro e non oltre il 23 maggio 2012.

Con l’istanza di sospensiva, che verrà trattata in sede collegiale all’udienza del 23 maggio 2012 avanti la I sezione del TAR Lazio, l’impresa televisiva ricorrente ha chiesto, in particolare, l’emanazione del provvedimento cautelare al fine del riesame del decreto impugnato da parte del Ministro dello Sviluppo Economico affinché quest’ultimo fissi le nuove date dello switch off nell’area tecnica n.11 sul presupposto che dovrebbe intercorrere un intervallo di almeno tre/quattro mesi tra la data di rilascio dei diritti di uso delle frequenze e la data di inizio di tale switch off.

Nel ricorso si evidenzia, tra l’altro, che nonostante la fissazione dello switch off dell’area 11 a partire dal 7 maggio 2012, il Ministero non ha ancora provveduto al rilascio dei diritti di uso delle frequenze di trasmissione. Viene inoltre evidenziato che in relazione a ciò la situazione è insostenibile per la tv ricorrente sia che la stessa ottenga l’assegnazione di tali diritti di uso, sia che venga esclusa da detta assegnazione.

Infatti, nell’ipotesi di assegnazione, non sarebbe possibile realizzare lo switch off nelle date previste dal decreto ministeriale impugnato poiché non vi sarebbe il tempo per progettare la nuova rete di trasmissione (sulla base delle assegnazioni frequenziali ricevute), per procedere all’acquisto degli impianti, per chiedere le autorizzazioni urbanistiche, ambientali e igienico sanitarie.

Nel ricorso si spiega inoltre che la tv ricorrente, in mancanza di sospensiva , sarebbe stata costretta a spegnere gli impianti analogici alla data prevista dal decreto ministeriale impugnato, cessando le relative trasmissioni senza potere, allo stesso tempo, attivare gli impianti digitali prima di alcuni mesi, con ogni evidente conseguenza.

Nel ricorso si evidenzia altresì che qualora la tv ricorrente venisse invece esclusa dalle assegnazioni frequenziali, non vi sarebbero i tempi (cinquanta giorni) per la formazione, prima dello switch off, dell’accordo di “must carry” di cui all’art. 27 della delibera n.353/11/CONS della Agcom con un soggetto destinatario di assegnazione.

L‘Avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo e il Dott. Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv Locali Frt, nell’esprimere soddisfazione per la sospensiva concessa con il suddetto provvedimento cautelare monocratico, hanno dichiarato: “Aeranti-Corallo e Associazione Tv Locali Frt da sempre lamentano l’illegittimità di assegnazioni frequenziali pochi giorni o poche ore prima degli switch off. In tal modo, infatti – hanno proseguito Rossignoli e Giunco – le tv locali non sapendo, fino all’ultimo momento se avranno diritto all’assegnazione delle frequenze, non possono programmare investimenti e installazioni, organizzando le proprie reti per la transizione al digitale secondo i tempi calendarizzati. In relazione a ciò – hanno aggiunto Rossignoli e Giunco – le tv locali spesso non riescono a far sintonizzare i propri programmi al momento dello switch off, rimanendo così escluse dalla ricezione televisiva per tempi indefiniti. Auspichiamo che il provvedimento odierno della Magistratura Amministrativa – hanno concluso Rossignoli e Giunco – riapra la discussione su un tema fondamentale quale è quello della partecipazione a pieno titolo, da parte delle tv locali, al processo di transizione digitale.”

comunicato stampa

dalla Puglia, con furore

Rino Scoppio, studioso ed esperto di marketing e marketing della grande distribuzione, segnala su Facebook questa interessante novità che riguarda la Puglia e il mondo dell’audiovisivo in generale:

“LA CITTÀ DELLE ONDE

Il piú grande polo audiovisivo d’Italia.

È un’iniziativa promossa dal Gruppo Mazzitelli, Costruzioni Generali e Strade srl.

L’investimento è pari a 16,5 milioni di euro.

Entro Natale si aspetta la firma del Contratto di Programma con la Regione Puglia (che cofinanzia l’iniziativa con circa sette  milioni di euro).

In che cosa consiste il progetto Città delle Onde?

La cittadella occuperà venti ettari alle porte di Bari, nell’ex stabilimento della Tonno Palmera.

Nei capannoni saranno realizzati: (altro…)

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