‘C’è ancora domani’ (no spoiler)

‘C’è ancora domani’, atteso esordio alla regia di Paola Cortellesi, è stato oggetto delle nostre attenzioni sabato scorso, non ne abbiamo parlato prima per non influenzare la giuria della Festa del Cinema.
Lo consideriamo un interessante, forse anche meritorio, esercizio di stile, con alcune trovate originali, efficacissime dal punto di vista estetico, ed alcuni rodati meccanismi che da sempre funzionano.
Pur calato nei contesti, pur pregno del desiderio di raccontare la Verità, ‘C’è ancora domani’ vive in modo equilibrato il dialogo tra Arte e Storia, senza cadere nel documentaristico e senza affidare ai Sentimenti, che pure giuocano ruolo non secondario, uno spazio che soverchi la disamina oggettiva della realtà.
Vi sottendono argomenti importanti, d’altra parte, su cui donne e uomini sempre dovranno riflettere.
Quanto alle mani degli americani, (altro…)

un tuffo nel passato? No!

“Si possono ingannare poche persone per molto tempo

oppure molte persone per poco tempo.

Non si possono ingannare molte persone per molto tempo”

Abraham Lincoln

A mio avviso si doveva votare No, come espresso in altre sedi, ed è davvero difficile trattenere l’entusiasmo per il responso delle urne. Non si cambia una delle migliori Costituzioni del mondo con una riforma frettolosa e mal scritta, che avrebbe corroso la sovranità popolare e cristallizzato alcuni poteri piú di quanto già non siano. Né era concepibile che un consigliere regionale, eletto nei modi piú diversi, fosse automaticamente senatore, in sovrapposizione, logistica e di merito, con le sue responsabilità amministrative locali. A voler tacere altro.

Certo, le letture politiche e sociologiche sono possibili.

La strategia piú bieca e subdola, però, è quella di chi tenta d’ingannare il popolo.
PS: anche stavolta i contenuti hanno vinto sulla forma e alcuni strumenti di comunicazione hanno rivelato dei limiti.

#iovotono

Secondo i giuristi contrari alla riforma, queste sono le motivazioni per votare No (da Corriere.it):

  • il nuovo Senato non sarà una Camera eletta a suffragio universale diretto;
  • non c’è ancora la legge sull’elezione dei senatori;
  • il sindaco e il consigliere regionale sono chiamati a svolgere una funzione amministrativa, basata sulla velocità delle decisioni, mentre il senatore svolge una funzione politica, basata sulla ponderatezza delle scelte legislative;
  • (secondo il vostro blogger preferito, alcuni amministratori avrebbero anche la tentazione di non andarci proprio, in Senato);
  • in tutta la storia repubblicana soltanto due governi sono caduti perché è venuta meno la fiducia in uno dei due rami del Parlamento. I governi spesso cadono a causa di accordi fatti fuori dal palazzo. Bastava inserire nella riforma la sfiducia costruttiva: perché un parlamentare, se sa che perderà il posto, ci pensa due volte prima di sfiduciare il governo che sostiene. E di tutto questo, nella riforma, non c’è traccia.
  • Non si modifica piú di un terzo della Costituzione per risparmiare, come certificato dalla Ragioneria generale, 50 milioni di euro. Praticamente 80 centesimi per ogni italiano, un caffè a testa ci frutta questa riforma. Vale giusto un caffè una riforma che punta a rafforzare i poteri del governo a scapito dei diritti dei cittadini? Si potevano risparmiare somme maggiori con un serio contrasto all’evasione fiscale.
  • Molti costituzionalisti, dopo aver analizzato il nuovo articolo 70, hanno contato tra i 7 e 13 procedimenti legislativi diversi. L’articolo 70 tratta in modo confuso i vari percorsi che dovranno seguire le leggi: saranno all’ordine del giorno contenziosi continui tra Camera e Senato. Le questioni che oggi si risolvono nella giunta del regolamento della Camera o del Senato domani finiranno sotto forma di conflitto tra poteri davanti alla Corte costituzionale. Quindi questa non è una riforma che velocizza il procedimento legislativo e che dà la necessaria trasparenza all’iter delle leggi. Per risolvere molti di questi problemi bastava mettere mano, senza cambiare la Costituzione, ai regolamenti parlamentari.
  • Con riguardo all’elezione del Presidente della Repubblica, «preoccupa molto quello che può succedere dopo il settimo scrutinio. Chi, infatti, ha il 54% dei seggi parlamentari grazie al premio di maggioranza dell’Italicum poi, sulla carta, avrebbe anche i numeri per boicottare i primi sette scrutini per l’elezione del capo dello Stato. E dal settimo scrutinio in poi (altro…)

i Trionfi…

Vai, grande Italia, di speranza ostello,
 
pur senza nocchiero in gran tempesta,

a sempiterno faro affidi le tue rotte,

ché la Costitutio tua non è ancor guasta!

Due ne mietesti, di vittorie, il giorno avante,

una al pallon, giocando coll’Australia,

l’altra elettoral, contro la boria!

 

 

 

un grazie ai Pasqual friends, ai Pasqual Blog users e soprattutto ai Pasqual compatriots!

MEMENTO VOTARE SEMPER!

Domani (fino alle 22) e dopodomani fino alle 15 si vota per uno dei referendum più importanti della nostra storia repubblicana.

Come sapete, il referendum non richiede il raggiungimento di un quorum, sarà valido comunque,

quale che sia l’affluenza alle urne.

Pertanto…

ANDATE A VOTARE!

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