web in Italy and development countries

Two interesting studies, (Censis – UCSI and Pew Research Center) have highlighted the relationship of people with internet, respectively in Italy and in some countries in the developing world. A casual combination.
The landline is disappearing; only 1% of the population of Ghana, Nigeria, Bangladesh and Uganda have a fixed line, compared to 60% of the citizens of the United States of America. By them as well, mobile and smartphones have replaced the drive.
52% of Chinese buy on the web; 93% of Filipinos use forms of social networking, 75% of Lebanese do it for talking of politics (66 in Egypt, 63%in Jordan).
In Ukraine only 53% of the population has access to the network but 80% of the population said they follow politics thanks to the internet.
And in Italy?

Due interessanti studi, (Censis – Ucsi e Pew Research Center) hanno messo in luce il rapporto delle persone con internet, in Italia e in alcuni Paesi in via di sviluppo. Accostamento casuale.
Il telefono fisso sta scomparendo; solo l’1% della popolazione di Ghana, Nigeria, Bangladesh e Uganda possiede una linea fissa, contro il 60% dei cittadini degli Stati Uniti d’America. Anche da loro, cellulare e smartphone hanno soppiantato il fisso. Il 52% dei cinesi compra sul web; il 93% dei filippini utilizza forme di social networking, il 75% dei libanesi lo fa per parlare di politica (in Egitto il 66 e in Giordania il 63%).
In Ucraina ha accesso alla rete solo il 53% della popolazione ma l’80% della popolazione ha dichiarato di seguire la politica grazie a internet.
E in Italia?

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Rai, Ray e molto piú

Sanremo 2015 si avvicina, a dispetto delle polemiche che, quest’anno, sembrano riguardare soltanto l’eventuale presenza di Conchita Wurst. In tale trepidante attesa, la Rai, Radio Televisione Italiana ha un po’ riflettuto sulle strategie e sulle idee nuove da lanciare. Per quanto riguarda il marketing puro, è uscito uno studio realizzato proprio dalla Direzione marketing di viale Mazzini, secondo il quale 42,4 milioni d’italiani, dai quattro anni in su, si sintonizzano ogni giorno su almeno uno dei canali del gruppo Rai (tv, radio e web), lasciandosi intrattenere per almeno 113 minuti. Il piú seguito è Rai 1, con quasi 26 milioni di contatti giornalieri, 100 minuti visti al giorno e una share del 17,3% nell’arco delle ventiquattr’ore; Rai YoYo è diventato il terzo canale piú visto d’Italia tra gli specializzati, dopo Real Time e DMax. Ovviamente questi dati sono rapportati al target universale, non a quello commerciale o pregiato, che costituisce invece il core business di Mediaset.

Dal punto di vista dei contenuti, è di sicuro interesse il lancio di ‘Ray’, piattaforma web dove vedere e condividere quanto prodotto dalla Concessionaria di Stato. Nasce come una sinergia tra Rai Fiction, Direzione Tecnologia e Produzione – Cto, Direzione Web, Direzione Comunicazione e Relazioni Esterne e prende il via proprio oggi, 8 febbraio, nel segno dell’Acquario. È concepita con particolare riguardo ai giovani tra i 15 e i 30 anni e intende prendere le mosse dalla fiction, offrendo serie inedite per il web (web series), prodotti “companion” delle serie generaliste, giochi, concorsi, esperienze di streaming e interattività, tanto, tanto social networking.

Secondo il comunicato stampa ufficiale, Ray è:

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World Television Day 2014

“La televisione rimane il medium piú affidabile e popolare per l’informazione, la cultura, lo sport e l’intrattenimento. La televisione aiuta a portare il mondo nella vita e nelle case della gente. Con una programmazione di qualità la televisione fa luce su temi globali e apre finestre di comprensione su confronti e speranze delle comunità e delle famiglie di ogni luogo.”

Ban Ki-moon, segretario generale ONU

Qual è il ruolo della televisione nella società e nella vita di ognuno di noi? Davvero la guardiamo quattro ore al giorno? Ha ragione lo studio della Pepptv, secondo cui oggi è ormai prassi consolidata usare televisione e smartphone (o tablet, o pc) contemporaneamente, tanto che l’esperienza multiscreening acquisisce particolare interesse anche a  livello commerciale?

Se lo chiede il World Television Day; istituito dall’ONU il 21 novembre 1996, intende creare un momento di riflessione sul potere della tv, a livello planetario, nell’influenzare i massimi sistemi e le piccole scelte di ogni giorno.

Associazioni come European Broadcasting Union (EBU), Egta (associazione delle concessionarie di pubblicità tv e radio)  e Association of Commercial Television in Europe (ACT) si pongono le domande in modo tecnico, sul versante manageriale; i comuni mortali possono farlo attraverso il sito internet www.worldtelevisionday.tv, YouTube e social network come Facebook e Twitter (pagina FB “World Television Day”, hashtag Twitter #WorldTVDay (per l’iniziativa) &  #WeLoveTV).

Molti personaggi famosi, di tutto il mondo, hanno deciso di collaborare, rilasciando al sito brevi interviste nelle quali esprimono il loro rapporto con la televisione e l’importanza che ha rivestito nella loro vita e nella loro carriera.

social book day

Ricorre oggi, 15 ottobre 2014, la seconda edizione del Social Book Day, (#socialbookday). Iniziativa tra le piú simpatiche e meritorie, il Social Book Day nasce per iniziativa di Libreriamo, la piattaforma digitale di libri e cultura, e intende promuovere i libri nella cultura digitale, attraverso pagine Facebook, profili Twitter, video su YouTube, blog, community e forum.

Partecipare è semplicissimo: è sufficiente postare nel proprio spazio virtuale (appunto blog, Facebook ecc…) un pensiero, una citazione letteraria o un invito a sostegno della lettura, usando l’hashtag #socialbookday.

Non si vince nulla ma si dà senz’altro una mano al mondo dell’editoria perché, come diceva Emily Dickinson,

“nessun vascello è veloce come un libro”.

#socialbookday

Twitter Advertising anche in Italia

Twitter Advertising arriva in Italia e si rivolge alle piccole e medie imprese, anche dette PMI.

Lanciato negli Stati Uniti nel 2013 e colà abbondantemente testato, indi sbarcato in Europa, Twitter Advertising promette una serie di strumenti pensati ad hoc per promuovere la propria attività sul popolare social medium, consentendo una raffinata profilazione del target e aggregando per interessi le persone che lo usano.

Stando ai comunicati ufficiali, chiunque può iniziare la propria attività su Twitter Ads, creando e gestendo la campagna, aumentando il numero dei follower, portando traffico al sito, modificando le immagini inserite in modalità drag-and-drop ecc… ecc…

Migranti. Al cinema e in tv.

Gli arrivi dei migranti sulle nostre coste sono ormai un appuntamento quotidiano ed è grave che le istituzioni europee non se ne curino, anche in considerazione del fatto che alcuni Paesi, come il nostro, sono decisamente piú esposti di altri e potrebbero non essere in grado di far fronte ad emergenze cosí ripetute e di cosí grave importanza (è la Geografia che fa la Storia, ricordiamocelo).

Il cinema e la televisione, che non di rado rivolgono il loro sguardo all’attualità, se ne occupano in almeno due lavori di prossima uscita;

il primo è Io sto con la sposa, del quale molto si sta parlando. Gabriele Del Grande, regista e autore, ha raccolto testimonianze, fotografie, storie delle persone vittime della tratta degli schiavi che ancora oggi affligge il Sud del mondo; si è poi messo in società con il poeta siriano Khaled Al Nassiry e con Antonio Augugliaro per realizzare un documentario a fin di bene, finanziandosi con la tecnica del crowdfuding. (altro…)

#redbandsociety (braccialetti rossi negli States)

Braccialettirossi‘, oltre ad essere stata una fiction di successo in televisione, un fenomeno interessante sui social network e un evento graditissimo negli spettacoli dal vivo, è un prodotto di sicuro interesse anche dal punto di vista commerciale.

La serie Polseres Vermelles , tratta da un libro autobiografico di Albert Espinosaè nata in Spagna, adattata in Italia dalla Palomar di Carlo Degli Esposti per Rai Fiction, in procinto adesso di conquistare gli Stati Uniti. Steven Spielberg, infatti, già titolare dei diritti acquistati a suo tempo nella terra di Miguel de Unamuno, farà un remake della serie che s’intitolerà Red Band Society e andrà in onda su Fox la prossima stagione, ventidue puntata prodotte da ABC Studios.

Il piccolo Charlie, interpretato da Griffin Gluck, in coma, racconterà le vicende delle altre persone e degli altri mondi che gli respirano attorno, con particolare riguardo a Leo Roth (Charlie Rowe), Dash Hosney (Brian Bradley), Emma Chota (Ciara Bravo), Kara Sounders (Zoe Levin), Jordi Palacios (Nolan Sotillociara).

Quanto all’Italia, si vuol ricordare che sono previste una seconda e una terza serie e che, proprio in questi giorni, è in corso un casting a Palermo;  è già in cantiere, inoltre, un nuovo evento -concerto #BraccialettiLive, con tanto di pagina Facebook Vorrei#BraccialettiLive a… che consente di scegliere dove organizzare l’evento tra le seguenti città: Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Bologna, Genova, Firenze, Reggio Calabria e altre.

#votantonio

Si terrà anche quest’anno la competizione per i “Macchianera Italian Awards” che premiano i migliori siti italiani; la premiazione avrà luogo durante la BlogFest, a Rimini, il 20, 21 e 22 settembre.

Chi vuol votare uno o piú blog (ma anche siti o profili social) per agevolarne la vittoria, può accedere al sito http://www.macchianera.net/2013/05/24/mia13-macchianera-italian-awards-2013-1-prima-scheda-di-votazione-il-red-carpet/ e seguirne scrupolosamente le istruzioni (ci sono diverse categorie).

Grazie.

skill bros.

“Cosa possono fare le persone in tempo di crisi?

Da un lato possono vendere le proprie capacità.

Dall’altro, investire nella propria formazione.”

Davide Neve, fondatore di Skillbros

Anche gli italiani sanno impostare social network di successo. Oltre a FreeRumble e a Egomnia, il cui fondatore, Matteo Achilli, è considerato lo Zuckerberg, se non il Reid Hoffman italiano, arrivano gli amici di Skillbros, piattaforma che si presenta come una sorta di mercato virtuale della conoscenza, in cui ognuno può vendere quello che sa e acquistare quello che gli serve conoscere e su cui vuole aggiornarsi.

I docenti possono caricare i video con le proprie lezioni o fissarne la data per l’ascolto dal vivo; i discenti possono trovare la formazione di cui hanno bisogno sia in streaming sia con video-lezioni vendute a pacchetti.

In termini monetari, l’85% va al docente, il 15% a Skillbros.

Sapere è potere”, diceva Bacone; talvolta anche business, si può dire oggi, e l’esperienza di Skillbros, come del preesistente, purtroppo non italiano, Quora sembra confermarlo (su Quora, però, si deve essere invitati…).

Facebook Reader

Facebook has already a billion of users, thousand more, thousand less.  Anyway, it is aware it is not possible to rest on the laurels because competition is fierce, situation is even too stationary (a stationary system is not a fit system, political economics says) and a marketing golden rule sees innovation as an important value, an asset to be taken into consideration.

It seems, therefore, that about a year now, Zuckerberg & Co. are working on “Facebook Reader”, a graphically – looking newspaper, optimized for mobile, which will match the news published by the platform users in base of the contents.

It is a strategy among the most appropriate ones, also considering already existing apps which select contents from socials and make customised products (Flipboard has fifty million users, LinkedIn well sensed the potential of Pulse, buying the start up, probably with its twenty million users; Summly has fallen into the clutches of Yahoo!, Wavii was engulfed by that same Google announced that Google Reader to close in July).

Moreover, as evident by the recent introduction of the #hashtag, everyone knows that Facebook, as well as being a fun, also is a delicate forum for the exchange of ideas and circulation of news.

 

Facebook conta ormai un miliarduccio di utenti, migliaio piú, migliaio meno. Sa, però, non di poter riposare sugli allori perché la concorrenza è agguerrita, la situazione sembra fin troppo stazionaria (un sistema stazionario non è un sistema sano, dice l’economia politica) e una regola aurea del marketing vuole che l’innovazione sia sempre un valore importante, un asset da tenere in considerazione.

Sembra, dunque, che da un annetto a questa parte, Zuckerberg & Co. stiano lavorando a “Facebook Reader”, un prodotto graficamente simile a una testata, ottimizzato per il mobile, che aggregherà le notizie pubblicate dagli utenti della piattaforma in base ai contenuti. 

È strategia tra le piú opportune, anche perché già esistono alcune app che selezionano contenuti dai social e creano prodotti personalizzati (Flipboard ha cinquanta milioni di utenti; LinkedIn ben fiutato le potenzialità di Pulse, rilevandone la start up, probabilmente con i suoi venti milioni di utenti; Summly è finito nelle grinfie di Yahoo!, Wavii è stato fagocitato da quello stesso Google che ha annunciato di chiudere Google Reader a luglio).

Peraltro, come evidente dalla recente introduzione degli #hashtag, a nessuno sfugge che Facebook, oltre ad essere un divertimento, è anche un forum delicatissimo per lo scambio delle idee e la circolazione delle notizie.

Italia 2 social TV

La realtà del social networking ha una sua applicabilità anche al mondo televisivo, che diventerà sempre piú importante in futuro. Chissà, un giorno si assisterà forse alla morte dei palinsesti tradizionali, orizzontali o verticali che siano, in quell’ottica broadcasting VS. narrowcasting in questa sede piú volte ripresa (in questo caso si dovrebbe forse parlare di socialbroadcasting).

Anche perché il target commerciale sembra si stia affezionando più ai media alternativi che alla televisione di casa ed è prospettiva che dev’essere studiata e tenuta da conto.

Mediaset Italia 2 sembra volersi muovere in questa direzione giacché, nell’ambito della recente Social Media Week,  ha annunciato una nuova applicazione Mhp per decoder con bollino gold e connected tv che permetterà al pubblico di far sapere ai propri amici di Facebook e di altri social network quale programma si sta guardando.

Dopo la registrazione dei dati personali su un sito internet dedicato, con conseguente user name e password, gli interessati si dovranno loggare anche sul decoder e potranno, oltre a condividere, amici e conoscenti e suggerire i programmi preferiti.

Magari commentando e mettendo i famigerati “mi piace“, di facebookiana memoria…

un libero (e italico) rumoreggiare

Italians do it better. Sometimes.
Nell’ambito dei social network nessuno aveva mai pensato ad una piattaforma utile a condividere suoni, voci e musica. Pensieri o rumori esterni, conferenze, racconti, scherzi, barzellette, interviste, confidenze.
C’ha pensato l’italianissimo FreeRumble.
Che ha pensato anche agli ipovedenti, che possono fruire di foto e video grazie alla funzione che consente di raccontarle: la voce per descrivere un’immagine, un fatto, un’emozione.
Freerumble, ideato dalla scrittrice Sonia Topazio,  ha una parte “secrets”, in cui è possibile scambiarsi messaggi audio privati con una maggiore discrezione e tutela della privacy.
Possibile, inoltre, ascoltare  inedite ricerche scientifiche ed ottenere consulenze mediche, in totale riservatezza.
DarkLight