ah ah ah, la mutina che (non) ride

Vedete, bambini? Questa lettera si chiama acca ed è la mutina dell’alfabeto!
la maestra, in prima elementare

“La h ha due funzioni:
(a) posta dopo ‹c› e ‹g› (singole o doppie) e prima delle vocali ‹i› ed ‹e›,
indica che le consonanti rappresentate dai digrammi ‹ch› e ‹gh› sono ➔ velari
(…);

(b) aiuta a distinguere tra parole che hanno diverse funzioni grammaticali e che, senza questo elemento, sarebbero omografe.”
Enciclopedia Treccani

La lettera acca, nella lingua italiana, non ha il minimo valore fonologico, non corrisponde cioè a suono alcuno. Alcune persone, ragionando come se fossero inglesi, ritengono di dover scrivere “Ha Ha Ha” invece di “Ah ah ah!” per rendere la risata. È una bestemmia. Quella piccola aspirazione che talvolta sembra sentirsi quando si esplode in una fragorosa, schietta, risata, laddove esistente, non è in alcun modo rappresentabile nel nostro alfabeto.
Chi di noi, d’altra parte, sente un’aspirazione quando dice “io ho”, “ahimè”, “beh”?
Non meno blasfeme sono alcune grafie che pure capita di leggere: mha, hey, bhe. Si tratta di tre disgustosi mostriciattoli, preferiti dagli incolti alle forme corrette: “mah”, “ehi”, “beh”. Hey, se del caso, si può usare in inglese.
Torniamo alla Treccani:

h, H (acca) s. f. o m. – Ottava lettera dell’alfabeto latino, nel quale indicava (…) la fricativa laringale. L’aspirazione in latino però era molto debole e presto andò perduta, nonostante la resistenza dei grammatici; le lingue romanze non ne conservano alcuna traccia ereditaria*. Tuttavia l’uso etimologico della lettera h è rimasto nell’ortografia delle voci d’origine latina in alcune delle più importanti lingue moderne, sia romanze sia d’altro ceppo; anche nell’italiano del Rinascimento, mentre oggi lo è in misura modestissima. (…)

* la sottolineatura è una nostra aggiunta

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