• Sta suscitando molta curiosità e qualche polemica il videogioco ‘Io sono Gesú Cristo’, sviluppato da SimulaM, utilizzabile attraverso la piattaforma Steam, pubblicato da PlayWayorse. Disponibile forse dal 2020, il videogioco promette all’ambizioso giocatore di potersi muovere come, illo tempore, le Scritture riferiscono si sia mosso il Messia.  Potrà, l’ambizioso, moltiplicare i pani e i pesci, camminare sulle acque, chetare il mare in tempesta, guarire i malati e smuovere la pietra del sepolcro con la semplice imposizione delle mani (!). Al momento del Battesimo, il giocatore avrà in dote il potere dello Spirito Santo e salirà di livello pregando e battezzando i personaggi che troverà lungo la strada. Dovrà, nondimeno, fronteggiare il cammino verso la crocifissione (la Via Crucis), combattere il Diavolo e tentare di risorgere. Non si entra nel merito; si riproduce a fine post il trailer del videogioco e si chiosa citando il ragionier – falegname Filini che, nel film ‘Super Fantozzi’, indicava allo sfortunato ragioniere – garzone di falegnameria l’indirizzo “via Crucis 8”.
  • Sarà in sala a partire da giovedí prossimo, 12 dicembre, il film ‘Dio è donna e si chiama Petrunya’, di Teona Strugar Mitevska, già presentato al Festival di Berlino e al Tff. Ispirato a un fatto vero, il lungometraggio ha come protagonista Petrunya (Zorica Nusheva), 32 anni, laureata in storia. Petrunya vive nella cittadina macedone di Štip senza un’occupazione; caso vuole che, tornando a casa dopo l’ennesimo fallimentare colloquio di lavoro, riesca a guadagnare una piccola croce di legno, ambita da molti fedeli di sesso maschile che si erano buttati in acqua per afferrarla. Ne nascono un putiferio ed un caso nazionale, con il coinvolgimento di giornalisti e forze dell’ordine.
  • Sarà invece in sala lunedí 16 e martedí 17 dicembre, per opera dell’Istituto Luce ed in coincidenza con il genetliaco di papa Francesco, il film-documentario ‘Il Nostro Papa’, di Marco Spagnoli e Tiziana Lupi. Tratto dal libro omonimo che la Lupi ha dedicato a papa Bergoglio, il film è una sorta dì mockumentary che racconta la vita del pontefice dal punto di vista di un emigrante argentino in Italia. Senza l’emigrazione della famiglia Bergoglio in Argentina, oggi in Vaticano non ci sarebbe papa Francesco, ed il messaggio vuole raggiungere quella parte d’Italia intollerante verso la migrazione e non sa di aver avuto degli antenati che sono stati costretti ad abbandonare la loro terra e a subire la medesima intolleranza e gli stessi pregiudizi. Il film intreccia allo stesso tempo immagini storiche, interviste, memorie pubbliche e private del percorso e del pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Ci sono cosi materiali d’archivio (dell’Istituto Luce, degli archivi Vaticani e della Fondazione Ansaldo tra gli altri) e una parte di pura fiction con protagonista Iago Garcia (Il segreto, Non dirlo al mio capo) , un attore sulle tracce di quel Papa Bergoglio che deve interpretare. Tutto parte da Genova, dove, come Marco del racconto ‘dagli Appennini alle Ande’, milioni di italiani si sono imbarcati verso l’Argentina. Presenti, nel documentario, anche alcuni interventi del Papa, nel segno di “quel perché loro e non noi” che indica come il nostro destino favorevole ci dovrebbe far riflettere. Il film è una co-produzione tra Italia e Argentina, prodotta da Mario Rossini per Red Film e Antonio Cervi per Lazos de Sangre, in collaborazione con Rai Cinema – dovrebbe approdare su Raiuno il prossimo anno e sarà visionato a breve dallo stesso Papa Bergoglio.