un milione e poco piú

Aggiornamento 3 maggio 2021: leggi Vivendi e Biscione, la saga si conclude.

aggiornamento 20 aprile: di fronte a quella che molti decodificherebbero come una presa in giro, Mediaset ha diramato un comunicato stampa, seguito da un’integrazione con i testi integrali delle sentenze. Ecco i testi:

Mediaset esprime soddisfazione per la conferma da parte del Tribunale di Milano del grave inadempimento Vivendi agli obblighi previsti dal contratto stipulato dalle parti l’8 aprile 2016. Mediaset impugnerà comunque entrambe le sentenze in appello in merito alla quantificazione del danno subito, anche alla luce degli elementi probatori evidenziati nel corso della parallela inchiesta penale a carico di Vivendi, elementi emersi successivamente allo scadere dei termini per la produzione di prove in sede civile e per questo non considerate dal Tribunale.
A integrazione del Comunicato stampa Mediaset pubblicato ieri 19 aprile 2021, e su richiesta delle Autorità, si allega integralmente il Comunicato stampa emesso sempre ieri dal Tribunale di Milano in merito alle due sentenze nei processi n. 47205/2016 + 47575/2016 R.G. e n. 30071/2017 R.G. REPUBBLICA ITALIANA TRIBUNALE ORDINARIO DI MILANO SEZIONE XV CIVILE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA COMUNICATO STAMPA Il Tribunale di Milano – Sezione XV Civile Specializzata in materia di impresa – ha pubblicato oggi 19 aprile 2021 due sentenze nei processi n. 47205/2016 + 47575/2016 R.G. e n. 30071/2017 R.G., i cui dispositivi recitano: “Il Tribunale, definitivamente pronunciando, nelle cause civili riunite n. 47205/ 2016 e 47575/2016 promosse, la prima da Mediaset s.p.a. e Reti Televisive Italiane s.p.a. contro Vivendi s.a. con atto di citazione notificato il 19 agosto 2016 e la seconda da Finanziaria di Investimento Fininvest s.p.a. contro Vivendi s.a., con atto di citazione notificato il 23 agosto 2016, con l’intervento volontario di Mediaset Premium s.p.a. disattesa ogni altra istanza, eccezione e deduzione, così provvede: Nella prima causa 1) dichiara l’avvenuta risoluzione del contratto sospensivamente condizionato, stipulato dalle parti l’8 aprile 2016, per effetto della specifica previsione contrattuale di cui alla clausola 2.2 ultimo periodo; 2) accerta l’inadempimento di Vivendi S.A. agli obblighi preliminari e prodromici all’avveramento della condizione previsti dalla clausola 2.2. lett. b) e c) dell’accordo e la condanna al risarcimento del danno a favore di Mediaset s.p.a., mediante pagamento della somma di € 1.202.419,28, ed a favore di RTI s.p.a., mediante pagamento della somma di € 514.167,07, oltre interessi di mora nella misura legale sulla somma anno per anno rivalutata dall’8 giugno 2018, sino al saldo; 3) respinge tutte le altre domande proposte da Mediaset s.p.a. e da RTI s.p.a. anche quale incorporante Mediaset Premium s.p.a. nei confronti Vivendi s.a.; 4) respinge le domande riconvenzionali proposte Vivendi s.a. nei confronti di Mediaset s.p.a. e RTI s.p.a. 5) dichiara compensate fra le parti nella misura di un terzo le spese processuali che liquida, per l’intero, in € 60.000,00 per compenso di avvocato oltre al 15% per spese generali ed oneri di legge e pone per i restanti due terzi a carico di Vivendi s.a.. Nella seconda causa: 1) dichiara inammissibili le domande proposte da Fininvest s.p.a. nei confronti di Vivendi s.a. ai punti I.a), I.b), I.b-bis) delle conclusioni; 2) respinge la domanda proposta da Fininvest s.p.a. nei confronti di Vivendi s.a. al punto II) delle conclusioni; 3) respinge la domanda riconvenzionale proposta da Vivendi s.a. nei confronti di Fininvest s.p.a.; […].” “Il Tribunale, definitivamente pronunciando, nella causa n. 30071/2017 promossa da Mediaset s.p.a., R.T.I. s.p.a. e Fininvest s.p.a. contro Vivendi s.a., con atto di citazione notificato il 19 giugno 2017 disattesa ogni altra istanza, eccezione e deduzione, così provvede: 1) respinge tutte le domande proposte da Mediaset s.p.a., R.T.I. s.p.a. e Fininvest s.p.a. contro Vivendi s.a.; […]” In particolare il Tribunale, I) Decidendo nel processo n. 47205/2016, ha dichiarato l’avvenuta risoluzione del contratto sospensivamente condizionato, stipulato dalle parti l’8 aprile 2016 e risoltosi il 30 settembre 2016, avente ad oggetto operazione di partnership strategica nel settore dei contenuti audiovisivi e scambio azionario; ha accertato l’inadempimento di Vivendi agli obblighi preliminari e prodromici all’avveramento della condizione costituita dall’ottenimento delle autorizzazioni amministrative necessarie all’esecuzione dell’operazione di cui sopra; ha condannato Vivendi al risarcimento del danno in favore di Mediaset ed RTI mediante pagamento di una somma complessiva di oltre 1,7 milioni di euro, oltre accessori. II) Decidendo nei processi n. 47575/2016 e n. 30071/2017, ha ritenuto che l’operazione di acquisto, da parte di Vivendi, di azioni Mediaset a partire dal dicembre 2016 per un quantitativo complessivamente di poco inferiore al 30 % del capitale non sia avvenuto in violazione delle previsioni del contratto stipulato l’8 aprile 2016 e risoltosi il 30 settembre 2016; che l’operazione non possa essere ritenuta illegittima ai sensi dell’art. 43, comma 11, D. Lgs. 177/2003 (Tusmar), norma non più applicabile nell’ordinamento italiano nella sua formulazione originaria in ragione delle statuizioni di cui alla sentenza della Corte Europea di Giustizia del 3 settembre 2020 in causa n. 719/18; che l’operazione non integra le contestate condotte di concorrenza sleale. IL PRESIDENTE Sezione XV Civile ANGELO MAMBRIANI Cologno Monzese, 20 aprile 2021

(continua da ‘Vivendi e Biscione, la saga continua’) A seguito dei ricorsi e delle istanze presentate, nonché della quinquennale diatriba giudiziaria, il tribunale di Milano ha stabilito che Vivendi, non avendo rispettato l’accordo dell’8 aprile 2016 sull’acquisto di Mediaset Premium, deve riconoscere a Rti un risarcimento di 500 mila euro e poco piú, a Mediaset un milioncino e duecentomila euro. Qualcuno ha parlato di “vittoria di Pirro” e par di sentire, in effetti, le alte spire del Biscione esclamare: «A questo punto, che se li tengano!». La vittoria giudiziaria c’è ma la cifra è ben lontana dai tre miliardi chiesti da Mediaset e Fininvest nel corso del procedimento né è stato riconosciuto, soprattutto, alcun risarcimento per il danno d’immagine causato da un no cosí forte, comunicato nelle modalità che ben ricordiamo.

Il collegio era composto dai giudici Angelo Mambriani, Daniela Marconi e Amina Simonetti; per emettere la sentenza, a far data dall’ultima udienza, ha impiegato due mesi. O poco piú.

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