a (pier)silvia (2)

(Pier)Silvia, (Pier)Silvia,
rimembri ancor delle vicende
quando La Cinq apriste, in quella Gallia
che, trent’anni poi, ancor t’offende?
Che mai ti fêr? Non era, il Bolloré,
a te caro, al papi tuo, a la germana anco?
Non era egli ben pronto, e il Puyfontaine,
Premiúm a comperar, senz’altra ambage?

(forse a continuar; “a (Pier)Silvia” rileggi, te ne priego…)

Affaire Mediaset Premium – Vivendi. Che dire? In Francia si beve dell’ottimo vino ed esistono cinquecento* varietà di formaggi, sebbene un loro vecchio presidente, nel lamentare l’ingovernabilità del Paese, ne ricordasse “solo” duecentoquarantasei**. Questo dato è interessante ma la lucidità necessaria nel momento in cui si sottoscrive un accordo è valore altrettanto nobile. Era tutta una strategia? L’intera faccenda è trattata nel post ‘Vivendi e Biscione, la saga continua’, in continuo aggiornamento.

Ecco cosa risulta, al momento, a RadioCor, l’agenzia del Sole 24Ore:

L’ultimo summit a Parigi due settimane fa per discutere le prospettive di Premium, poi il gelo. Questo, secondo quanto risulta a Radiocor Plus, l’antefatto della lettera e della telefonata dell’amministratore delegato di Vivendi De Puyfontaine per annunciare l’intenzione di non rispettare l’accordo di aprile sul passaggio del 100% di Premium ai francesi. Secondo quanto si apprende nell’incontro di quindici giorni fa, il management di Vivendi avrebbe approfondito le potenzialità del piano industriale della pay-tv evidenziando l’estrema difficoltà di portare nel medio termine a break even la tv a pagamento ed esprimendo quindi molti dubbi sulla possibilità di ristrutturare l’assetto. A questo confronto, secondo le fonti, sarebbe potuto seguire uno scambio di proposte e controproposte per modificare alcuni termini dell’accordo annunciato un primavera mentre tra le parti è calato il gelo. Dopo aver accusato perdite per 83 milioni nel 2015, Premium ha registrato un rosso di 65 milioni nel primo trimestre 2016 ma l’azienda nei suoi documenti ha sottolineato che tali numeri sono in linea con il budget. I dubbi di Vivendi, dopo la confirmatory due diligence sui numeri che si è conclusa nelle scorse settimane, riguarderebbero dunque la possibilità di approntare un piano che porti in pareggio in tempi ragionevoli Premium. Secondo i piani di Mediaset invece il break even è programmato per il 2017.

Il Biscione

(…) informa di avere ricevuto il 25 luglio 2016 una comunicazione da Vivendi contenente la proposta di uno schema alternativo dell’operazione. Schema che muta la valenza industriale alla base dell’accordo per incidere significativamente sull’assetto del capitale di Mediaset. In sostanza Vivendi, confermato lo scambio del 3,5% del capitale di Vivendi e del 3,5% del capitale di Mediaset, propone di acquistare soltanto il 20% del capitale di Mediaset Premium e di arrivare a detenere in tre anni circa il 15% del capitale di Mediaset attraverso un prestito obbligazionario convertibile. La lettera di Vivendi elude un riscontro puntuale ad un’intimazione rivoltale da Mediaset ad adempiere ai propri obblighi contrattuali – finora inadempiuti – in primo luogo quello di notificare tempestivamente l’acquisto del controllo di Mediaset Premium alla Commissione Antitrust della UE. Mediaset informa inoltre che ieri, 25 luglio, l’Amministratore Delegato di Vivendi ha verbalmente comunicato che Vivendi non intende comunque onorare il contratto stipulato. La comunicazione di Vivendi costituisce per Mediaset una novità assoluta e non concordata. Rappresenta una palese contraddizione con gli impegni assunti da Vivendi mediante il contratto firmato l’8 aprile scorso, concluso dopo lunghe trattative con l’approvazione di tutti gli organi competenti di entrambe le parti.Il Consiglio di Amministrazione di Mediaset, già convocato per il 28 luglio 2016 per l’approvazione della Relazione semestrale, prenderà ufficialmente posizione su detta proposta e sulla gravissima comunicazione dell’Amministratore Delegato di Vivendi. Mediaset è fermamente determinata a far valere ogni proprio diritto in ogni sede. (comunicato stampa)

Vivendi aveva comunicato che

il presidente del suo consiglio di gestione, con una lettera datata 21 giugno, ha comunicato ai dirigenti Mediaset delle divergenze significative nell’analisi dei risultati della sua filiale di pay tv Mediaset Premium, su cui i due gruppi sono in trattativa (comunicato dell’8 Aprile). Il gruppo francese ha quindi fatto, ieri, una proposta a Mediaset per trovare un nuovo accordo in termini differenti e proseguire le discussioni. Vivendi conferma la sua volontà di costruire un’alleanza con Mediaset e Mediaset Premium.(comunicato stampa)

Se Vivendi ottenesse il 15% del pacchetto azionario di Mediaset, questo comporterebbe un aumento di capitale da 500 milioni di euro; le nuove azioni emesse porterebbero però la Fininvest ad una posizione non piú o non altrettanto determinante nel controllo del gruppo. Secondo gli analisti dell’Huffington Post, si tratta di uno schema che Vivendi ha già sperimentato con successo con Generali e Telecom: niente Opa (Offerta pubblica d’acquisto) ma salita nell’azionariato e conseguente depotenziamento delle minoranze che determinano la strategia della società.
Le fonti vicine a Mediaset, in realtà, sottolineano come Vivendi abbia firmato un contratto vincolante dopo aver visto tutti i numeri della pay-tv e aver già fatto tutta l’attività d’approfondimento.  Erano previste alcune condizioni per un possibile “svincolamento” dei francesi, legate al numero degli abbonati, al guadagno medio per abbonato, al diritto delle trasmissioni delle reti e alla garanzia sui diritti del calcio. Queste condizioni, però, sono state rispettate tutte, integralmente.
Altre fonti ricordano che nel contratto non è prevista alcuna penale perché non è prevista la possibilità di uscita per Vivendi, che tra l’altro “non aveva voluto neppure inserire le clausole standard come la rescissione in caso di eventi internazionali catastrofici“.

Il riscontro in Borsa è stato pesantissimo. Gli uomini del Biscione hanno respinto l’invito di De Puyfontaine, ad di Vivendi, e pensano ad un risarcimento di un miliardo e mezzo di euro. Oltre ad un nuovo, possibile acquirente per Mediaset Premium

#dagliamicitisalviIddio #tantevoltefosselaFrancia #tenerellaqu’estqu’ilpasse?

Fonti:
*Cibo360.it;
**Charles de Gaulle, citato sul Newsweek, New York, 1° ottobre 1962;
***RadioCor, comunicati stampa, Huffington Post

Aggiornamento
Le ultime dichiarazioni di de Puyfontaine sono state:

“Non penso che non si troveranno soluzioni. È un contratto binding fatto di diversi punti e stiamo discutendo da due settimane con il board. Sulla base degli elementi emersi dalla discussione abbiamo proposto un’evoluzione dell’accordo che ne tenga conto: ci piace Mediaset, ha una grande storia, niente è cambiato ma non c’è un accordo completo”.

Tra i possibili nodi, la sfida sul mercato pubblicitario e l’importanza di combinare la pay e la free tv.
Mediaset non è dello stesso avviso:

In relazione al comunicato stampa diramato oggi da Vivendi, Mediaset per chiarezza
precisa quanto segue.
1) Non cʼè nessuna negoziazione in corso tra Mediaset e Vivendi. La negoziazione è già
avvenuta e si è conclusa con il contratto regolarmente firmato tra le parti lʼ8 aprile 2016.
2) Lʼanalisi dei risultati di Premium è ovviamente avvenuta prima della firma, come accade
prima di ogni assunzione di impegni.
3) Quanto a lettere inviate da Vivendi a Mediaset, confermiamo di non aver mai ricevuto
alcuna contestazione formale sulla validità o i contenuti del contratto.
Cologno Monzese, 26 luglio 2016

3 Risposte a “a (pier)silvia (2)”

  1. Vivendi ha dichiarato all’AMF, la Consob francese, quanto detto ad altri, di aver proposto a Mediaset “una struttura alternativa” dell’accordo d’integrazione tra i due gruppi. In cambio del 3,5% Vivendi chiede “una quota del 20% in Mediaset Premium e un 3,5% di Mediaset” e “obbligazioni convertibili in azioni Mediaset per l’importo restante. (…) L’acquisizione di una partecipazione diretta in Mediaset Premium consentirà a Vivendi di portare il proprio know-how nella pay-TV, mantenendo intatte le sinergie tra ‘pay’ e ‘free’ tv all’interno del gruppo Mediaset”.
    (Prima on line)

    1. Il Consiglio d’Amministrazione di Mediaset ha deliberato di respingere la proposta alternativa di Vivendi giudicata irricevibile perché incompatibile con il contratto vincolante già firmato. Lo rende noto la società:
      Il Consiglio ha pertanto dato mandato agli amministratori di adottare tutte le opportune azioni finalizzate ad ottenere l’adempimento del contratto da parte di Vivendi e, in caso di inerzia di quest’ultima, di agire in sede civile ed eventualmente anche penale a tutela degli interessi della società“.
      Vivendi onora i suoi impegni e non accetta di essere accusata del contrario“, ha replicato il portavoce del colosso francese aggiungendo che la società di Vincent Bollorè si riserva “il diritto di querelare per diffamazione” Mediaset. (AGI)

  2. Aggiornamenti 29 luglio:
    Vivendi in una nota precisa che il “disaccordo” con Mediaset riguarda solo il business plan di Premium, un elemento “determinante” per la decisione del gruppo francese di raggiungere l’intesa siglata l’8 aprile scorso. In base alle valutazioni di Vivendi, prosegue la nota, il business plan, che prevede di raggiungere il break-even di Premium nel 2018, è “irrealistico”, come certificato dalla due diligence effettuata per il cda dagli analisti di Deloitte nel giugno scorso. Tuttavia, Vivendi “persiste a voler sforzarsi per raggiungere un accordo con Mediaset e rimane disponibile al dialogo”. Vivendi, inoltre, “non accetta di essere accusata di non onorare i contratti” e “si riserva ogni azione per tutelare la sua onorabilità”, compresa una causa per diffamazione. Lo afferma all’Ansa un portavoce del gruppo francese.
    Ecco la risposta di Mediaset:

    In merito all’irrituale comunicato stampa diffuso oggi da Vivendi, Mediaset precisa quanto segue.
    La diffusione al mercato di considerazioni, come quelle contenute nel comunicato stampa odierno di Vivendi, di carattere totalmente soggettivo e strumentale che possono alterare il normale corso di Borsa del titolo Mediaset, in orario di contrattazione, sono contrarie alla normativa vigente. Vivendi dovrà rispondere in sede civile e penale anche di questi danni. Quanto ai contenuti, il business plan di Mediaset Premium con le annesse assunzioni di base – che rientra nel novero delle documentazioni aziendali coperte da obblighi di riservatezza – era in possesso di Vivendi fin da inizio marzo 2016, oltre un mese prima della firma dell’accordo vincolante. Tanto che l’analisi dei suoi contenuti da parte della società francese ha concorso in modo significativo alla definizione dei termini e delle condizioni del contratto firmato il successivo 8 aprile.
    Cologno Monzese, 29 luglio 2016

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