Stato d’assedio, Albert Camus e… altri demoni (1)

Sebbene in pochi vi abbiano riflettuto, l’opera teatrale ‘Stato d’assedio’ (L’État de siège) di Albert Camus può ispirare degli spunti incredibilmente interessanti. Il vostro blogger preferito ha avuto modo di conoscerla di recente, grazie ad un laboratorio d’alta formazione, una residenza creativa gestita dal regista Matteo Tarasco, di cui parleremo diffusamente tra qualche tempo. In attesa di piú approfonditi sviluppi, in questa sede ci limitiamo a riportare qualche citazione dal testo di Camus*:

(To be continued…)

*sebbene Camus stesso abbia scritto: “Nel 1941 Barrault ebbe l’idea di allestire uno spettacolo sul mito della peste, che aveva già tentato anche Antonin Artaud. (…) Quando seppe che stavo per pubblicare un romanzo sullo stesso tema, mi offerse di scrivere i dialoghi per quella trama. (…) Sia ben chiaro che, qualunque cosa sia stata detta, Lo stato d’assedio non è in nessun modo, un adattamento del mio romanzo La Peste. (…) Se è vero che io ho scritto tutto il testo, non è meno vero che, per giustizia, il nome di Barrault dovrebbe figurare accanto al mio. Questo non si è potuto fare per ragioni che mi sono sembrate degne di rispetto. Ma debbo dire chiaramente che resto debitore di Jean-Louis Barrault.
A Jean-Louis Barrault, peraltro, è dedicata l’intera opera.