Il mio sospetto riguardo alle emittenti televisive locali è che non ci sia, all’orizzonte, un periodo di vacche particolarmente obese; quel che è piú grave, l’attualità piú recente sembra confermarlo.
- Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno annullato le decisioni prese dal Consiglio di Stato in merito alle delibere Agcom sulla numerazione LCN, che definisce la posizione dei canali sul telecomando. Ricostruire tutta la vicenda sarebbe lungo e complicato ma, a quanto sembra evidente, alle televisioni locali resterebbero, almeno nelle prime cento posizioni, solo le numerazioni da 10 a 19 e da 97 a 99, nessuna tra 70 e 96. (⇐Millecanali)
- Il gruppo emiliano Spallanzani, in attesa di vendere definitivamente le emittenti È Tv, ha deciso di abbandonare le sedi di Reggio Emilia e Modena, concentrando giornalisti e lavoratori in quella di Bologna, che resterebbe l’unica. Con riguardo alle singole emittenti, questo è davvero brutto perché È Tv operava a Modena e a Reggio con le sigle Antenna 1 e Teletricolore; per quanto concerne
Antenna 1, le speranze sono davvero poche, mentre a Reggio Emilia si potrebbe riprendere con la sigla RTR, già esistente su alcune frequenze del gruppo. Quanto al gruppo Spallanzani, che conta ventotto dipendenti e controllava, in passato, anche giornali, radio e Icaro Tv tra Parma e Rimini, ha conservato solo Rete 7 e Radio Bologna Uno. Prosegue, nel frattempo, l’espansione del gruppo cooperativo (Alleanza 3.0) Comunicare, cui fanno capo Trc (che illumina Bologna e Modena) e Telereggio. Teleducato (Parma e Piacenza), da tempo in gravi difficoltà, dovrebbe continuare solo come operatore di rete e starebbe pertanto vendendo non solo le redazioni di Teleducato ma, addirittura, gli stessi due marchi sul video e le appetibili posizioni Lcn 11 e 12, sulle quali il gruppo Comunicare potrebbe espandersi. Non gode miglior salute Tv Parma che, in mancanza di frequenze sue, deve operare proprio su un mux di È Tv. Secondo alcune fonti (‘Repubblica Parma’),
“Segea, la società che controlla il gruppo editoriale Gazzetta di Parma, avrebbe proposto ai dipendenti un contratto di solidarietà (ipotesi di cui si era già parlato alla fine dello scorso anno), che prevederebbe una riduzione dello stipendio di circa il 40% per tutti i tecnici e del 20% per i giornalisti. (…) l’alternativa paventata dal manager Matteo Montan sarebbe infatti la chiusura imminente della Tv”.
- E Roma? Fallisce Roma Uno. L’emittente nata nel 2003 con la proprietà di Manlio Cerroni, animata, all’inizio, da grandissimo entusiasmo ed ambiziosi obiettivi, ha vissuto, già quattro anni fa, una riduzione degli investimenti. Due anni fa è arrivata la solidarietà al 40%. I telegiornali i erano ridotti a due sole edizioni al giorno. Lo scorso settembre, in seguito ad alcuni passaggi ed indebitamenti, hanno cominciato a venir meno anche stipendi, Tfr e contributi. Le infrastrutture erano state affittate alla Roma Communications Srl, con sede ad Aprilia. (⇐Millecanali)
- Sul sito web del Ministero dello sviluppo economico (http://www.mise.gov.it/index.php/it/comunicazioni) è stata pubblicata la determina 2 febbraio 2016 con cui l’Amministrazione conclude per la regione Sicilia la procedura di “rottamazione” delle frequenze esercite dagli operatori di rete in ambito locale e ritenute interferenti con quelle utilizzate dagli stati esteri confinanti. (…) La compensazione per le aziende che abbiano volontariamente deciso di lasciare le frequenze interferenti viene accordata a Tvf, Rtp, Azzurra Tv, Rsproduzioni e all’associazione Rosina Attardi. Viene poi revocato l’uso delle frequenze per gli operatori di rete, titolari del diritto d’uso per il Canale 35 UHF, che non hanno partecipato alla procedura e si sono collocati al 18° posto della graduatoria della Regione Sicilia: Gulliver, Telesicilia Color Rete8, Ettore Grillo Editore e associazione Videostar: qui ci sarà un indennizzo. La società Fra Diego la Matina (che opera con la sigla Studio 98 nell’Agrigentino), titolare di autorizzazione all’esercizio temporaneo del canale 35 UHF, dovrà dismettere gli impianti. Dismissione degli impianti e indennizzo previsti anche per Telemed, Il Tirreno, Tele Radio Monte Kronio, sul canale 28 Uhf, e per l’autorizzazione temporanea sullo stesso canale 28 di Cinquestelle Canale 8 e Tv Europa. Stessa sorte per D2 Channel, Digimedia e Televisione Siracusana Color sul canale 43 UHF (piazzatesi al 16° posto della graduatoria della regione Sicilia).
Molto forte la protesta dell’associazione REA:
“Con un inaudito atto anticostituzionale il Governo Renzi autorizza il Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico, Antonio Lirosi, ad emettere la Determina 2 febbraio 2016, con la quale si ordina la chiusura di 20 emittenti televisive locali operanti storicamente nella Regione Sicilia da oltre 30 anni mentre è all’esame della Magistratura la Delibera AGCOM n. 480 sulla pianificazione della frequenze impugnata dall’Associazione REA e da numerose testate televisive. Con quest’atto di prevaricazione del Governo sull’autonomia della Magistratura che, tra l’altro, aveva già fissato per 20 aprile 2016 la data del giudizio di merito sul ricorso presentato dalla REA, si è avuta la conferma che l’Italia è sulla ‘via della Polonia’ in fatto di libertà d’informazione”.
In Sicilia le proteste sono già ugualmente molto forti, con coinvolgimento di forze politiche, istituzionali e sindacali, in particolare nell’Agrigentino, che vede varie emittenti coinvolte. La CGIL di Agrigento scrive:
“Alla crisi che investe in generale le Tv locali, specie di una provincia povera come la nostra, e di cui abbiamo i segnali più evidenti nei recenti licenziamenti a Tva ma anche nel ricorso agli ‘ammortizzatori sociali di altre emittenti, adesso dobbiamo sommare la notizia davvero sconvolgente che investe Agrigento Tv, Rmk Tv, Tv Europa e Studio98… Riteniamo davvero assurdo e grave che il governo possa tranquillamente, appena poco tempo dopo l’assegnazione delle frequenze pagate a peso d’oro, accorgersi che alcune di queste interferiscono con altri canali e procedere alla revoca dell’assegnazione. Il tutto senza preoccuparsi delle conseguenze e non trovando soluzioni alternative. Questi lavoratori e queste imprese del settore non possono essere abbandonati al loro destino, va salvata la loro funzione economica e sociale: si attivi con urgenza un ‘tavolo di crisi che affronti e risolva la questione”.
Molto attiva nelle proteste Studio 98, mentre Agrigento Tv sul suo sito nega di dover chiudere. In realtà va precisato che si tratta di revoca dell’uso di alcune frequenze e che almeno in teoria le emittenti potrebbero ‘rimediare’ se riuscissero a trovare altri canali (cosa affatto facile, in effetti, anche se c’è sempre la possibilità di essere ‘ospitati’ da altri).
Analoga decisione era uscita pochi giorni fa per la Lombardia, dove sono in gioco soltanto la frequenza 32 UHF e le emittenti Telesolregina, Canale Italia, Quenza e Telearena l’hanno rilasciata volontariamente e hanno diritto alla compensazione di cui sopra.
Per tutti c’è la possibilità di un ricorso al Tar del Lazio o di fare addirittura ricorso al presidente della Repubblica. (⇐Millecanali)