il futuro delle emittenti locali (3)

Il mio sospetto riguardo alle emittenti televisive locali è che non ci sia, all’orizzonte, un periodo di vacche particolarmente obese; quel che è piú grave, l’attualità piú recente sembra confermarlo.

“Segea, la società che controlla il gruppo editoriale Gazzetta di Parma, avrebbe proposto ai dipendenti un contratto di solidarietà (ipotesi di cui si era già parlato alla fine dello scorso anno), che prevederebbe una riduzione dello stipendio di circa il 40% per tutti i tecnici e del 20% per i giornalisti. (…) l’alternativa paventata dal manager Matteo Montan sarebbe infatti la chiusura imminente della Tv”.

   Molto forte la protesta dell’associazione REA:

“Con un inaudito atto anticostituzionale il Governo Renzi autorizza il Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico, Antonio Lirosi, ad emettere la Determina 2 febbraio 2016, con la quale si ordina la chiusura di 20 emittenti televisive locali operanti storicamente nella Regione Sicilia da oltre 30 anni mentre è all’esame della Magistratura la Delibera AGCOM n. 480 sulla pianificazione della frequenze impugnata dall’Associazione REA e da numerose testate televisive. Con quest’atto di prevaricazione del Governo sull’autonomia della Magistratura che, tra l’altro, aveva già fissato per 20 aprile 2016 la data del giudizio di merito sul ricorso presentato dalla REA, si è avuta la conferma che l’Italia è sulla ‘via della Polonia’ in fatto di libertà d’informazione”.

In Sicilia le proteste sono già ugualmente molto forti, con coinvolgimento di forze politiche, istituzionali e sindacali, in particolare nell’Agrigentino, che vede varie emittenti coinvolte. La CGIL di Agrigento scrive:

“Alla crisi che investe in generale le Tv locali, specie di una provincia povera come la nostra, e di cui abbiamo i segnali più evidenti nei recenti licenziamenti a Tva ma anche nel ricorso agli ‘ammortizzatori sociali di altre emittenti, adesso dobbiamo sommare la notizia davvero sconvolgente che investe Agrigento Tv, Rmk Tv, Tv Europa e Studio98… Riteniamo davvero assurdo e grave che il governo possa tranquillamente, appena poco tempo dopo l’assegnazione delle frequenze pagate a peso d’oro, accorgersi che alcune di queste interferiscono con altri canali e procedere alla revoca dell’assegnazione. Il tutto senza preoccuparsi delle conseguenze e non trovando soluzioni alternative. Questi lavoratori e queste imprese del settore non possono essere abbandonati al loro destino, va salvata la loro funzione economica e sociale: si attivi con urgenza un ‘tavolo di crisi che affronti e risolva la questione”.

Molto attiva nelle proteste Studio 98, mentre Agrigento Tv sul suo sito nega di dover chiudere. In realtà va precisato che si tratta di revoca dell’uso di alcune frequenze e che almeno in teoria le emittenti potrebbero ‘rimediare’ se riuscissero a trovare altri canali (cosa affatto facile, in effetti, anche se c’è sempre la possibilità di essere ‘ospitati’ da altri).

Analoga decisione era uscita pochi giorni fa per la Lombardia, dove sono in gioco soltanto la frequenza 32 UHF e le emittenti Telesolregina, Canale Italia, Quenza e Telearena l’hanno rilasciata volontariamente e hanno diritto alla compensazione di cui sopra.
Per tutti c’è la possibilità di un ricorso al Tar del Lazio o di fare addirittura ricorso al presidente della Repubblica. (⇐Millecanali)