(contro)riforma

“Il Presidente del Consiglio aveva promesso di togliere la Rai ai partiti e restituirla ai cittadini. E invece l’ha messa alle dirette dipendenze del governo. Con un doppio colpo, Palazzo Chigi ha portato sotto il proprio diretto controllo i 2 pilastri dell’autonomia e dell’indipendenza dei Servizi Pubblici: fonti di nomina e finanziamenti. Da oggi la Rai sarà guidata da un amministratore delegato, quindi da un capo azienda con molti più poteri, scelto direttamente dal governo. Allo stesso tempo, con la Legge di Stabilità, il governo si prende il controllo anno per anno anche dei finanziamenti del Servizio Pubblico, uno degli strumenti più forti per condizionare la gestione e le scelte editoriali della Rai. L’Italia è già da troppo tempo in fondo alle classifiche mondiali per la libertà d’informazione. Ora c’è il concreto rischio di scivolare ancora più in basso.”

Il Segretario generale e il Presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti
Il Segretario dell’Usigrai, Vittorio di Trapani

“La legge Gasparri resta in vigore. Si modifica, in termini incostituzionali, la nomina dei vertici Rai. Comanda tutto un Amministratore Delegato scelto dal Governo, negando quattro sentenze della Corte Costituzionale. Una leggina che sarà stracciata per la sua palese illegalità. Un atto di protervia che sarà la Corte ad abolire.”

Maurizio Gasparri (FI)

“Non esiste nessuna riforma della Rai. Quella approvata poco fa al Senato è una Gasparri 2.0. È la peggiore legge che si potesse congegnare per il servizio pubblico. Renzi vuole una Rai legata a doppio filo al potere esecutivo con la nomina dell’amministratore delegato da parte dello stesso governo. In qualunque democrazia sarebbe impensabile. Una Rai fortemente lottizzata dai partiti che avranno ancora voce in capitolo nella scelta dei vertici e continueranno a spartirsi incarichi e poltrone. L’indipendenza dell’azienda dalla politica sarà, così, sempre più fragile”.

Roberto Fico (M5S)

“Poteva essere la grande riforma del governo Renzi. Quella che poneva la parola fine all’occupazione dei partiti in Rai. Quella con un vertice nominato a maggioranza da componenti della società e dell’industria audiovisiva, abolendo la Vigilanza. La scelta del Governo è caduta su un provvedimento dai tempi rapidi di attuazione, con la parola d’ordine della Rai “azienda normale”. Il dg prende i poteri dell’ad e nomina tutti i dirigenti (finora poteva solo proporli al cda prima e al presidente poi). Per quelli editoriali deve sentire il parere del cda, decisivo se espresso a maggioranza dei due terzi per i soli direttori di testate, non per reti e canali.”

Aldo Fontanarosa, Repubblica

Poiché molti, in queste ore, stanno trattando la riforma della Rai, è forse opportuno che se ne faccia un piccolo sunto anche in questa sede. La riforma è stata votata per alzata di mano, senza registrazione dei voti. Nessuno infatti ha chiesto di votare con procedimento elettronico. Il Ddl era già stato approvato dalla Camera e ora il Senato ha confermato lo stesso testo senza apportare modifiche.
Cosa è stato deciso?

Fonti: Rai News, Ansa,