la spazzatura secondo Paperino

Capita, talvolta, che le grandi letture formative dell’adolescenza (e dell’infanzia) rivelino a distanza di tempo la loro attualità.

Da fanciullo  le vicende di Topolino, Paperino & Co. non erano certo disdegnate e, scorrendo distrattamente gli scaffali della mia giovinezza, si può trovare qualcosa che, come si dice, sta come il cacio sui maccheroni.

Meglio, come la spazzatura nel cassonetto.

Nel pubblicare questo post spero solo che la Disney non mi denunci per lesione del copyright e che le persone che effettivamente vivono certe problematiche non si offendano nella loro sensibilità.

                       ZIO PAPERONE E… IL RIFIUTO DEI RIFIUTI

                                      Da Topolino n° 1454 del 9 ottobre 1983 

                                                              TRAMA

Per quanto attiene alla presente analisi, possiamo cominciare dalla scena che vede i nostri eroi al Municipio di Paperopoli. È in corso la gara d’appalto su chi dovrà gestire la raccolta di spazzatura in città. In gara, come al solito, Rockerduck e Paperone.

Il sindaco a Paperone: “I RIFIUTI SONO VOSTRI!”

Paperone al sindaco: “NE SARÒ DEGNO, ECCELLENZA!”

Nei giorni successivi il vecchio cilindro, con l’aiuto coartato di Paperino, gira per le strade della città e raccoglie la spazzatura dei paperopolesi per portarla nei suoi stabilimenti (preciso solo a questo punto che, nella prima scena della storia, Zio Paperone aveva fatto irruzione a casa di Paperino, Qui, Quo e Qua per condurli da Archimede e renderli testimoni dell’ultima invenzione dello scienziato, un sistema per ricavare petrolio dalla spazzatura).

Rockerduck, insospettito dall’interesse di Paperone per i rifiuti, lo spia e, accortosi di tutto, invita i paperopolesi a rifiutare la spazzatura, spiegando loro che l’immondizia raccolta viene trasformata in petrolio, procurando al papero un guadagno illecito e immeritato. Le casalinghe e i cittadini negano a Paperone la cessione gratuita dell’immondizia e pretendono gli “interessi” derivanti dal petrolio ottenuto.

La legge è dalla loro parte, il sindaco afferma testualmente: “LEGALMENTE I RIFIUTI SONO TALI PROPRIO PERCHÉ RIFIUTATI! SE I RIFIUTI NON VENGONO RIFIUTATI, NON SONO PIÚ PATTUME MA PROPRIETÀ PRIVATA!”. Non fa una piega…

Paperone, visto che non può piú ottenere introiti “extra”, smette di raccogliere.

La situazione diventa pesante. La spazzatura si accumula inesorabile, con esiti piú che perniciosi dal punto di vista olfattivo e igienico.

Al sedicesimo giorno, Qui, Quo, Qua, muniti d’opportuno respiratore, vanno al deposito e cercano di muovere zio Paperone a piú miti consigli.

“I rifiuti? La proprietà privata vorrete dire!”

Ci riuscirà poi il sindaco, ricordando a Paperone che, in una delle clausole scritte in caratteri minuscoli sul contratto d’appalto, si prevedeva una penale enorme per chi si fosse sottratto alla bisogna. Ed il solito Archimede Pitagorico sarà il vero e proprio deus ex machina, con una trovata ecologica e perfettamente compatibile con le esigenze del vecchio cilindro…