christmas’ carols

Il Canto di Natale è, insieme al Copperfield e a Oliver Twist, uno dei lavori piú conosciuti di Charles Dickens (rileggi Great Expectations). Innumerevoli le rivisitazioni che questo classico ha ottenuto da parte del cinema, soprattutto d’animazione, e della televisione, a causa dell’atmosfera e del calore magnificamente natalizi che crea in chi lo guarda.  C’è qualcosa di magico e profondamente spirituale nel racconto e chi se ne lascia attraversare il cuore ne esce trasformato. È la storia di Ebenezer Scrooge, vecchio e acido impresario che sembra avere una rozza pietra al posto del cuore, tratta in modo spregevole il prossimo e non sa vivere il Natale. Il fantasma del vecchio socio in affari nonché gli spiriti del Natale Passato, del Natale Presente e del Natale Futuro lo redimeranno e lo trasformeranno in un uomo nuovo, capace di amare ed essere generoso (‘Non sono piú quel che ero! Non sarò piú quel che sarei stato!’). Quanto alle riduzioni televisive e cinematografiche,  è rimasta negli annali  la versione Disney, ‘Il canto di Natale di Topolino’.  ‘Mickey’s Christmas Carol’, questo il titolo originale, è un cortometraggio del 1983, tratto in maniera abbastanza fedele dal racconto di Dickens, con Ebenezer Scrooge interpretato da Paperon de’ Paperoni (il papero negli States si chiama guarda caso Scrooge McDuck) e Bob Cratchit, il dipendente del vecchio, da Topolino. Arrivò nei cinema italiani e americani nel Natale del 1983; nel 2001 è stato inserito nel lungometraggio Disney ‘Il Bianco Natale di Topolino’. La storia inizia la vigilia di Natale; Ebenezer Scrooge (Zio Paperone) lavora con il suo contabile Bob Cratchit (Topolino), che riceve uno stipendio ridicolo e deve perfino lavargli la biancheria. Cratchit chiede a Scrooge di poter aver una mezza giornata di permesso nel giorno di Natale ma Scrooge gliela concede a malincuore. Il nipote Fred (Paperino) lo invita cordialmente al suo pranzo di Natale ma il vecchio taccagno respinge l’offerta e lo caccia. Si comporta in modo a dir poco acido con due persone che chiedono soldi per i poveri dicendo loro che, se avesse dato soldi ai poveri, non sarebbero piú poveri e loro due, di conseguenza, non avrebbero lavoro. Quando Scrooge torna a casa, però, cominciano i miracoli: il batacchio della porta assume le sembianze del suo ex-socio Marley (Pippo), morto da qualche tempo.Una volta entrato vede delle ombre che lo seguono, sente la risata di Marley e si chiude in camera. Il fantasma del vecchio affiliato entra nella stanza e fa vedere a Scrooge le catene che è condannato a sopportare in virtú dei peccati commessi in terra per avarizia. Tali catene toccheranno anche a lui, se non cambierà nel cuore.Scrooge comincia a dormire ma viene svegliato.  È lo spirito del Natale passato (il Grillo Parlante) che lo porta a rivedere un Natale di molti anni prima, quando Scrooge era giovane e lavorava da Fezziwig. Questi aveva dato una grande festa e Scrooge aveva conosciuto colà la fidanzata Isabelle (Paperina), che avrebbe abbandonato qualche anno dopo per la sua povertà e mancanza di dote, essendosi lui arricchito. Da quel giorno Scrooge era diventato sempre piú solo e sempre piú arido.Il vecchio, sconvolto, torna a dormire. Poco dopo vede davanti al letto un uomo dalla stazza colossale, lo spirito del Natale presente (Willie il gigante), che sta lautamente consumando una grossa cena natalizia. Il gigante lo deride per la sua grettezza e gli fa vedere come sta passando il Natale l’impiegato Cratchit. Il grosso pentolone sul fuoco non contiene la cena ma la biancheria di Scrooge che, infatti, Cratchit era costretto a lavare (la cena di Natale del povero travet e dei suoi cari, per la cronaca, è un asfittico pennuto). Cratchit ha un figlioletto molto malato e lo spirito del Natale presente lo avverte che, se le cose non cambieranno, la sedia del piccolo Timmy rimarrà vuota.Le luci, infatti, si spengono e Scrooge si trova in un cimitero dove, insieme allo spirito del Natale futuro (Pietro Gambadilegno) vede i Cratchit piangere davanti alla tomba del piccolo Timmy. C’è, inoltre, una fossa vuota. A chi è riservata quella tomba? Lo spirito illumina la lapide con un fiammifero e Scrooge vede che la lapide è la sua. Sta per finirci dentro ma, aggrappandosi a una radice, chiede perdono per le sue meschinità e i suoi errori.Quando il Sole illumina il giorno di Natale, Scrooge si sveglia e capisce che la visita dei tre spiriti è stata solo un sistema per consapevolizzarlo dei passi sbagliati e darli un’ultima possibilità per cambiare strada. Esce di casa e fa subito una donazione ai due benefattori del giorno prima. Accetta l’invito di Fred, prima rifiutato e, dopo una capatina al negozio di giocattoli, va a casa di Cratchit. I balocchi sono per Timmy mentre per l’impiegato c’è un’altra sorpresa: Scrooge lo nomina suo socio e veglierà, in futuro, su tutta la sua famiglia.

‘A Christmas Carol’, del 2009 è un altro capolavoro della Disney, però con un attore in carne e ossa del calibro di Jim Carrey nel ruolo di Scrooge.

La regia è di Robert Zemeckis, che ha anche curato la sceneggiatura e l’adattamento dal romanzo di Dickens. L’animazione integra in modo perfetto i personaggi nel clima da fiaba e l’epoca vittoriana è sapientemente ricostruita nelle scene ma anche nelle musiche natalizie che fanno da sfondo sonoro alla narrazione. Altri attori da ricordare Gary Oldman e Colin Firth.

Un’altra versione famosa è anche quella impersonata dai simpatici pupazzi di Jim Henson: ‘Festa in casa Muppet’ (titolo originale‘The Muppet Christmas Carol’)

Diretto da Brian Henson, il film vede Michael Caine vestire i panni dell’avido Scrooge, il ranocchio Kermit impersonare Cratchit e Gonzo addiritttura Dickens in persona. È nella library di Mediaset e proprio quest’anno ricorre il ventesimo anniversario dell’uscita.

 I Puffi mi han sempre portato fortuna e non potevano certo mancare in questa pur rapida rassegna.

 ‘The Smurfs: A Christmas Carol’ (In Italia ‘I Puffi – A Christmas Carol’) è un cortometraggio d’animazione del 2011, per la regia di Troy Quane e la sceneggiatura di Todd Berger. Concepito per la promozione dell’home video del film i Puffi, è stato realizzato combinando proficuamente l’animazione in 2D con quella in CGI.

Il Natale sta per arrivare anche a Pufflandia ma Brontolone, al solito, non esprime particolare entusiasmo. Grande Puffo gli farà incontrare i tre spiriti del Natale del passato, del presente e del futuro nelle fattezze di Puffetta, Quattrocchi e Forzuto e questi, come avviene in Dickens, lo redimeranno.

 Un semplice cenno, a concludere, a una pellicola cui sono legato sia come puffologo sia in quanto vittima della magia natalizia, poiché spesso era trasmessa durante le feste: ‘Il flauto a sei Puffi ‘.

Realizzata l’anno in cui sono nato, il 1976, basata sull’omonima storia a fumetti (La flûte à six Schtroumpfs), ha avuto una seconda edizione con diverso titolo nel 2011 ed è l’avventura dei simpatici ometti blu, di John e Solfamí loro amici alle prese con un particolarissimo strumento musicale, un flauto con sei fori soltanto. Il re tenta di distruggerlo per impedire allo stonato Solfamí di ottenere un altro strumento di tortura ma il flauto esce indenne dal fuoco e rivela ben presto il suo arcano potere: chiunque ne ascolti il suono comincia a ballare in modo disordinato (e Solfamí se ne serve per vendicarsi di chi aveva criticato le sue capacità musicali…).

Il mercante, però, si accorge d’aver perso il flauto …

C’entra poco con Dickens ma…

è puffosissimo!

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