the sea-god who laughs
Guillermo del Toro’s ‘the Shape of water’, recently watched in an Italian theatre, brought me to do a comparison with the Victor Hugo’s novel ‘the Man who laughs’, often quoted in this blog (and in many works of art as well).
In both the masterpieces, two “different” people (more…)
les (pré)visions de Victor Hugo
“Ursus et Homo étaient liés d’une amitié étroite.
Ursus était un homme, Homo était un loup.”*
Victor Hugo, L’Homme qui rit
“No-one can know exactly why or how the young wolf and bear became friends, I think that perhaps they were both alone and they were young and a bit unsure of how to survive alone… It is nice to share rare events in the wild that you would never expect to see.”**
the fotographer Lassi Rautiainen to the Daily Mail.
à Victor Hugo
“L’aube parut et fit le jour. Un rayon blanc pénétra dans la chambre et en même temps entra dans l’esprit de Gwynplaine.
-Et Dea! lui dit la clarté.”
Victor Hugo, L’Homme qui rit
“Ce n’est rien de mourir, C’est affreux de ne pas vivre.”
Victor Hugo, Les Misérables
“L’alba apparve e si fece giorno.
Un raggio bianco entrò nella stanza e, contemporaneamente, nello spirito di Gwynplaine.
E la luce gli disse: E Dea?”.
Victor Hugo, l’Uomo che ride
“Morire è nulla.
È spaventoso il non vivere”
Victor Hugo, I Miserabili
Besançon, le 26 février 1802 – Paris, le 22 mai 1885
Venezia, the day after
È un bel periodo per la Corea del Sud: sta molto migliorando il suo posizionamento nella classifica internazionale dei Paesi piú ricchi del pianeta e la sua cinematografia ottiene il Leone d’oro, com’è avvenuto alla 69° Mostra d’arte cinematografica di Venezia.
Qualcuno ha detto che il conferimento di un premio secondario e non dell’aureo felino a ‘Bella addormentata’ sia un “quasi insulto”; i sedici minuti di applausi e i pareri della gran parte dei critici sembrerebbero confermare.
Quanto a ‘L’Homme qui rit’, la cui proiezione ha chiuso la rassegna, è sembrato in molti punti frettoloso e approssimativo, a dispetto dell’interpretazione di un Gerard Depardieu in ottima forma.
Anna e l’uomo che ride
Ci sono due possibili collegamenti a ‘L’Uomo che ride’ anche in ‘Anna Karenina’:
- In un punto particolare, infatti, Lev Tolstoj parla del libro che la donna sta leggendo e fa esplicito riferimento alla storia di un uomo che era riuscito a diventare un baronetto inglese.
- Quel che è piú ovvio, il finale: come Gwynplaine, Anna decide che la fine può essere una soltanto, quella che conosciamo:
“Adesso ho capito cosa devo fare!”
i nomi parlanti di Victor Hugo
Dai precedenti articoli si sarà forse intuito che Victor Hugo è l’autore che prediligo.
Poiché si è oggi conclusa la messa in onda de ‘Il cuore di Cosette‘, tratto da ‘I Miserabili’, vale forse la pena di ricordarne uno degli infiniti meriti.
Una delle preziosità dello scrittore francese, comune però anche ad altre esperienze letterarie (Collodi e García Márquez per esempio), è quella di conferire ai suoi personaggi dei nomi parlanti particolarmente efficaci e suggestivi.
Ne I miserabili:
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Jean Valjean contiene due volte Jean, che significa Giovanni, riferimento al Battista e all’Evangelista;
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Père Madeleine, pseudonimo usato da Jean Valjean, è un ovvio tributo a santa Maria Maddalena;
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Fauchelevant, seconda parte dello pseudonimo, potrebbe derivare nella prima parte da fauché, forma popolare per squattrinato, oppure dal verbo faucher, che tra i suoi significati ha anche quello di rubare; nella seconda da levant, levante, quindi Oriente, con il significato di chi sorge a nuova vita, come persona completamente nuova;
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Fantine deriva da fant, che vuol dire bambino, oppure dall’italiano fantino;
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Marius è un tributo alla Vergine Maria, spesso presente nei romanzi di Hugo (basti pensare al titolo di Notre Dame de Paris).
Ne L’Uomo che ride:
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Gwynplaine deriva da due parole, una gaelica e una francese, che significano entrambe piano, spianato;
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Ursus, filosofo vagabondo è chiamato così per il suo carattere e per alcune sue abitudini;
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Homo è attribuito a un lupo in ricordo del motto di Hobbes homo homini lupus (presente già in Plauto) e di alcune sue abitudini, compatibili con Ursus (significa, tra l’altro, che un animale può essere piú umano di noi);
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Dea è ovvio ma azzarderei un riferimento al culto di Maria Maddalena, forse perfino a Iside; in alternativa, Dea potrebbe essere stato usato come sinonimo di Diva, ed essere dunque un omaggio alla moglie dello scrittore, che era un’attrice.
In Notre Dame de Paris:
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Quasimodo deriva dalle prime due parole latine di un passo biblico che si legge il giorno dell’Annunciazione, quando lo sfortunato e deforme bambino venne ritrovato nella ruota degli orfani;
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Esmeralda dalla pietra preziosa;
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Febo da uno dei nomi del Sole;
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Frollo forse da frôler, che significa anche strisciare…
le buone letture
Da un classico letterario si deve pretendere il miglioramento spirituale di chi lo legge. Lo si vorrebbe dire con riguardo anche ad altri ambiti ma tali e tante sono le pieghe del transeunte che le decodifiche sembrano scontate.
Quali libri, quali letture non possono mancare nel cammino culturale, intellettuale e spirituale di un uomo? La mia classifica delle priorità è la seguente:
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V. Hugo, L’Uomo che ride;
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AA. VV., la Bibbia (almeno il Pentateuco, l’Ecclesiaste e il Nuovo Testamento);
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F. Dostoevskij, Delitto e Castigo, I fratelli Karamazov, L’Idiota;
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L. Tolstoj, Resurrezione;
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C. Collodi, Le avventure di Pinocchio (da leggere nella versione originale, la prima volta da fanciulli, poi da adulti);
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P. Levi, Se questo è un uomo;
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V. Hugo, I Miserabili;
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D. Alighieri, la Divina Commedia;
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F. Pessoa, intera produzione;
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G. Leopardi, Canti, Operette morali;
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F. Nietzsche, Cosí parlò Zarathustra;
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S. Freud e C.G. Jung, un po’ tutto;
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Omero (?), Odissea, Iliade;
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Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane, Shakespeare, un po’ tutto;
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G. Orwell, 1984;
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H. Hesse, Siddharta;
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Platone, la Repubblica, il Timeo, il Simposio;
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Ch. Dickens, A Tale of two Cities, Hard Times, Little Dorrit, Great Expectations, altri;
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sant’Agostino, le Confessioni;
La classifica intende, tra l’altro, controbilanciare le categorie che derivano dalla scuola o dal successo editoriale.
L’elenco (sui millecinquecento che ha letto) dei libri che hanno cambiato la vita ad Alessandro Poggiali è invece il seguente (molte le analogie col sottoscritto): (more…)
Uggie & Homo
Agli Oscar 2012 ha vinto il cinema muto.
Ebbene, uno dei film migliori di quell’epoca era dedicato proprio al nostro amico, piú volte salutato in questo blog, Gwynplaine, l’Uomo che ride (si intitolava ‘The Man who laughs’, 1928, di Paul Leni, con Conrad Veidt nel ruolo del protagonista).
C’è,peraltro un’analogia narrativa. In ‘The Artist’, il cagnolino Uggie riesce a salvare il padrone dalla morte. In ‘The Man who laughs’, come nel romanzo da cui è tratto, il lupo Homo salva la vita di Gwyn, almeno la prima volta.
Potrebbe essere una citazione, chissà…
Silent Films were the real winners of Oscar 2012.
Well, one of the best movies of ‘Silent Era’ was right dedicated to our friend, often greated in this blog, Gwynplaine, ‘the Man who laughs’ (1928, directed by Paul Leni, with Conrad Veidt in the leading role).
There is, moreover, an analogy in narration. In ‘The Artist’, the dog Uggie manages to save his master’s life. In ‘The Man who laughs’, as in the novel from which it was taken, the wolf Homo saves Gwyn’s life, at least the first time.
It could be a quote, who knows…
ALSO INTERESTING ‘THE MAN WHO LAUGHS, DISNEY QUOTATIONS’
(PLEASE NOTE I’VE FOUND OTHER QUOTATIONS, IN CARTOONS AND MOVIES… EVEN IN THE SIMPSONS…)
‘The Man who laughs’: Disney quotations
Ho trovato citazioni de ‘L’uomo che ride‘ nei film della Disney:
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I found some quotations from ‘The Man who laughs‘ in Disney films:
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