le Muse, queste innumerabili…
Le Muse erano le divinità protettrici delle arti, delle scienze e delle lettere. Il loro numero variò diverse volte nel corso dell’antichità, per fissarsi in nove, con definitivi titoli e attributi, in epoca relativamente tarda (v. oltre*).
A scuola ci hanno sempre raccontato che, ai tempi d’Omero, la Musa era ancora una, e una soltanto, come evidente nei proemi dell’Iliade e dell’Odissea:
“Cantami, o Diva, del Pelíde Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi, (…)”
Iliade, Canto I, traduzione di Vincenzo Monti
“Musa, quell’uom di multiforme ingegno
dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
gittate d’Ilïòn le sacre torri; (…)”
Odissea, canto I, traduzione d’Ippolito Pindemonte
Ci capitava ieri, tuttavia, di rileggere il libro XXIV dell’Odissea e d’incappare nei seguenti versi:
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