le Muse, queste innumerabili…

Le Muse erano le divinità protettrici delle arti, delle scienze e delle lettere. Il loro numero variò diverse volte nel corso dell’antichità, per fissarsi in nove, con definitivi titoli e attributi, in epoca relativamente tarda (v. oltre*).
A scuola ci hanno sempre raccontato che, ai tempi d’Omero, la Musa era ancora una, e una soltanto, come evidente nei proemi dell’Iliade e dell’Odissea:

“Cantami, o Diva, del Pelíde Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi, (…)”
Iliade, Canto I, traduzione di Vincenzo Monti

Musa, quell’uom di multiforme ingegno
dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
gittate d’Ilïòn le sacre torri; (…)”
Odissea, canto I, traduzione d’Ippolito Pindemonte

Ci capitava ieri, tuttavia, di rileggere il libro XXIV dell’Odissea e d’incappare nei seguenti versi:
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la questione omerica secondo Curatola

“La nobiltà degli esametri [di Omero] non dovrebbe trarci in inganno inducendoci a pensare che l’Iliade e l’Odissea siano qualcosa di diverso dai poemi di un’Europa in gran parte barbarica dell’Età del Bronzo o della prima Età del Ferro. Non c’è sangue minoico o asiatico nelle vene delle muse greche: esse si collocano lontano dal mondo cretese-miceneo e a contatto con gli elementi europei di cultura e di lingua greche (…) Alle spalle della Grecia micenea si stende l’Europa.”

(Stuart Piggott, Europa Antica)

La cultura classica, abbandonata al termine del liceo, fa ancora capolino nel nostro mondo di quando in quando, in età avanzata e a differenti sponde raggiunte. Complice, talvolta, Roberto Giacobbo.

L’Iliade e l’Odissea, per esempio, secondo interessanti studi, sarebbero basate su vicende avvenute in Scandinavia e nel mare del Nord piuttosto che nel Mediterraneo e l’unico, si fa per dire, merito dei Greci sarebbe stato quello di trasporle in forma letteraria.

Tale prospettiva, a nostro avviso,

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il sogno d’Omero

‘Solo i ciechi vedono bene

Victor Hugo, L’uomo che ride

Omero, come ricordiamo dall’adolescenza, può significare ostaggio oppure non vedente.

È in questa seconda accezione, con ogni evidenza, che è maturato il titolo ‘Il Sogno Di Omero‘, poetico e commovente documentario sui sogni dei ciechi, diretto da Emiliano Aiello con la sensibilità di chi ha molta anima e la competenza di chi può appoggiarsi agli scienziati dal Laboratorio del Sonno della Facoltà di Medicina dell’Università di Lisbona e a ulteriori studi compiuti dall’Università di Bologna. Una volta si pensava che i ciechi congeniti non potessero sognare normalmente, mancando dell’archivio di suggestioni, percezioni, immagini che i vedenti accumulano dalla nascita durante tutta l’esistenza. Ora si è scoperto che non è cosíche anche loro sognano, e sognano colori, paesaggi, perfino figure umane.

Aiello è riuscito a entrare nel mondo onirico di cinque persone cieche dalla nascita che, per due settimane, svegliandosi, hanno riportato su un registratore il loro sogno piú recente. La narrazione si richiama nuovamente a Omero e al suo mondo fantastico perché, partendo dall’Odissea che uno dei non vedenti (Gabriel) fa per tornare a casa, vengono raccontate anche le avventure degli altri protagonisti (Fabio, Rosa, Domenico e Daniela). 

La realizzazione de ‘Il Sogno Di Omero‘ è supportata dal Centro Produzione Audiovisivi dell’Università Roma Tre e dalla casa di produzione indipendente Tfilm; è inoltre in corso una campagna crowdfunding che permette di fare donazioni a chi vuol sostenere il progetto (fino al 17 agosto 2014, informazioni sul sito www.tfilmprod.com). (< – Ansa)

le buone letture

Da un classico letterario si deve pretendere il miglioramento spirituale di chi lo legge. Lo si vorrebbe dire con riguardo anche ad altri ambiti ma tali e tante sono le pieghe del transeunte che le decodifiche sembrano scontate.
Quali libri, quali letture non possono mancare nel cammino culturale, intellettuale e spirituale di un uomo? La mia classifica delle priorità è la seguente:

  1. V. Hugo, L’Uomo che ride;

  2. AA. VV., la Bibbia (almeno il Pentateuco, l’Ecclesiaste e il Nuovo Testamento);

  3. F. DostoevskijDelitto e Castigo, I fratelli Karamazov, L’Idiota;

  4.  L. TolstojResurrezione;

  5. C. Collodi, Le avventure di Pinocchio (da leggere nella versione originale, la prima volta da fanciulli, poi da adulti);

  6. P. Levi, Se questo è un uomo;

  7. V. Hugo, I Miserabili;

  8. D. Alighieri, la Divina Commedia;

  9. F. Pessoa, intera produzione;

  10. G. Leopardi, Canti, Operette morali;

  11. F. Nietzsche, Cosí parlò Zarathustra;

  12. S. Freud e  C.G. Jung, un po’ tutto;

  13. Omero (?), Odissea, Iliade;

  14. Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane, Shakespeare, un po’ tutto;

  15. G. Orwell, 1984;

  16. H. Hesse, Siddharta;

  17. Platone, la Repubblica, il Timeo, il Simposio;

  18. Ch. Dickens, A Tale of two Cities, Hard Times,  Little Dorrit, Great Expectations, altri;

  19. sant’Agostino, le Confessioni;

La classifica intende, tra l’altro, controbilanciare le categorie che derivano dalla scuola o dal successo editoriale.

L’elenco (sui millecinquecento che ha letto) dei libri che hanno cambiato la vita ad Alessandro Poggiali è invece il seguente (molte le analogie col sottoscritto): (altro…)