tutti contro il Covid: Unesco, discografici, produzioni e… biennale di Venezia!

aggiornamenti 22 aprile: Giancarlo Leone, appena confermato alla guida dell’Associazione dei produttori audiovisivi (Apa), ha dichiarato all’Ansa che “il mondo dell’audiovisivo è pronto a ripartire”. “Il comparto – ha  spiegato – impiega oltre 100mila persone e vale 1 miliardo l’anno: 380 milioni la fiction, 320 l’intrattenimento, 250 milioni il cinema, il resto tra documentari e animazione. (…) insieme ai produttori abbiamo stabilito un percorso a tappe: innanzi tutto, concludere entro pochi giorni tutti i protocolli sanitari necessari per la ripartenza delle società di produzione, condivisi con i produttori cinematografici dell’Anica; la normale ripresa delle attività, fin dal 4 maggio, negli uffici di produzione, nei cantieri e in tutte le attività relative alla preparazione di una produzione; l’obiettivo, tornare sui set entro il mese di giugno”. La possibilità di tornare a girare è “strettamente collegata all’implementazione di tutti gli strumenti di monitoraggio che consentano la messa in sicurezza di troupe a attori: ma sono ottimista sul fatto che il progresso tecnologico e i nuovi sistemi di controllo, tra esami sierologici e tamponi a risposta immediata, ci aiuteranno nell’ultimissima fase”, in particolar modo “nelle situazioni in cui non sia possibile rispettare le distanze”. Quanto all’intrattenimento, Leone afferma che “I tempi potrebbero essere ulteriormente anticipati rispetto a fiction e cinema, perché le modalità di ripresa e i format possono essere adattati alle nuove esigenze di sicurezza. Questo vuol dire che fin da maggio potrebbe riprendere la preparazione, se non la produzione, di gran parte dei programmi interrotti, a fronte della disponibilità dichiarata della Rai e anche di Mediaset di considerare i mesi e giugno e luglio come stagione piena e non come stagione estiva. Questo anche in virtù del fatto che le emittenti hanno bisogno di prodotto nuovo, dopo mesi di repliche, e che inevitabilmente la platea televisiva estiva sarà più ampia di quella degli anni precedenti, in ragione di una profonda modifica dei comportamenti sociali. (…) C’è grande interesse da parte delle emittenti televisive, Rai e Mediaset in particolare, a mantenere un livello alto di disponibilità di prodotto nuovo da trasmettere”.
Il responsabile MiBact, Dario Franceschini, intervistato alla Camera dei Deputati nell’ambito del question time, si è cosí espresso:

“Abbiamo previsto un provvedimento di 130 milioni di euro per il cinema e lo spettacolo per misure straordinarie, e questa mattina ho già firmato per assegnare la prima parte di risorse, 20 milioni di euro, a tutti quei mondi dello spettacolo – teatro, danza, musica, circhi, festival – che sono esclusi dal Fus e quindi più piccoli e indifesi”.

Franceschini ha inoltre garantito che firmerà questa settimana un decreto

“che utilizza i 13 milioni di euro che il Parlamento ha voluto destinare per gli autori, i musicisti, gli artisti che si trovano sotto una certa soglia di reddito e devono essere protetti dal sostegno di misure pubbliche. Nessuno verrà dimenticato”.

Una nota stampa apparsa sul sito del Ministero ribadisce e specifica:

“Nessun artista verrà dimenticato: nessun attore, nessun musicista così come nessun lavoratore del mondo dello spettacolo. Non parlo delle grandi star, che hanno le spalle robuste, parlo delle professionalità più indifese: le prime misure sono a loro tutela” così nel corso del Question time alla Camera il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha annunciato di aver firmato oggi il decreto che avvia le procedure per il riparto di 20 milioni di euro a sostegno delle realtà delle arti performative che non hanno ricevuto contributi provenienti dal FUS nel 2019. Tali risorse provengono dai fondi istituiti con il decreto “Cura Italia”, varato dal Governo lo scorso 17 marzo, che destinano 130 milioni di euro alle emergenze dello spettacolo e del cinema. “Questo stanziamento – dichiara il Ministro Franceschini – fornisce una prima risposta alle tantissime piccole realtà che operano nei settori del teatro, della musica, della danza, del circo prive del sostegno statale e pertanto sottoposte a maggiori incertezze. Un mondo fatto di professionisti abituati a vivere del proprio talento che ora conoscono un momento di dura difficoltà e meritano il pieno sostegno delle istituzioni”. Le risorse verranno ripartite in parti uguali per ciascun beneficiario e verranno devolute ai soggetti che presenteranno domanda nel rispetto di quattro semplici requisiti: prevedere nello statuto o nell’atto costitutivo lo svolgimento di attività di spettacolo dal vivo; avere sede legale in Italia; non aver ricevuto nel 2019 contributi dal FUS; aver svolto tra il 1° gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020 un minimo di 15 rappresentazioni e aver versato contributi previdenziali per almeno 45 giornate lavorative. Le domande potranno essere presentate nelle modalità e secondo le scadenze che verranno rese note dall’avviso che verrà pubblicato dalla Direzione generale Spettacolo entro cinque giorni dalla data di registrazione del decreto. I contributi  saranno erogati entro il 30 giugno 2020.

aggiornamento 21 aprile: ‘Inverno’, di Giulio Mastromauro, già vincitore del David di Donatello 2020 come Miglior Cortometraggio, rappresenterà l’Italia agli Oscar 2021. Scritto dal citato Mastromauro con Andrea Brusa, ‘Inverno’, con tanto di sottotitolo in greco antico (Χειμώνας) è la storia vera del piccolo Timo (Christian Petaroscia), componente di una comunità di giostrai, e delle vicissitudini che deve affrontare a causa dei problemi di salute della madre.

COVID-19 E LA CRISI DEL SETTORE MUSICALE

LA NECESSITÀ DI UN INTERVENTO MIRATO PER SALVARE UNA FILIERA

10 Proposte per salvare la musica in Italia

Milano, 20 aprile 2020 – Le principali associazioni che rappresentano l’intera filiera imprenditoriale della musica, dal live, alle case discografiche agli editori musicali, hanno trasmesso oggi al Presidente del Consiglio Conte ed ai Ministri dei beni Culturali e dell’Economia Franceschini e Gualtieri una serie di interventi evidenziando lo stato di crisi dell’intero comparto e la necessità di misure urgenti. Un settore, che secondo i dati di Italia Creativa, raccolti da EY, vale quasi cinque miliardi di euro, occupando oltre 169 mila persone. Le associazioni firmatarie, AFI, Anem, Assomusica, FEM, FIMI e PMI hanno descritto una situazione drammatica che potrebbe protrarsi per lunghi mesi, soprattutto con riferimento al blocco degli eventi. Con il decreto del 4 marzo 2020, il Governo ha sospeso le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura. In seguito sono state chiuse, prima a livello locale, poi a livello nazionale tutte le attività commerciali incluse ovviamente anche gli esercizi attivi nel commercio di musica registrata. L’impatto di tali interventi è subito emerso nella sua magnitudine. Secondo le stime di Assomusica, a fine stagione estiva ammonteranno a circa 350 milioni di euro le perdite per il solo settore del live. A questo danno vanno aggiunte poi anche le perdite legate all’indotto, che l’Associazione stima in circa 600 milioni di euro. A livello di economia del lavoro, solo per gli eventi di musica popolare contemporanea lavorano circa 60 mila persone, famiglie e imprese che necessitano di uno sforzo e un supporto finanziario straordinario e duraturo da parte delle Istituzioni. A questo si sono ben presto aggiunti i danni relativi al mancato versamento dei diritti d’autore e connessi, in relazione alla mancata attività dal vivo ed alla chiusura degli esercizi commerciali, discoteche, palestre, ad altri luoghi di aggregazione. Il potenziale danno, per gli autori e per gli editori musicali, è stimato da Siae in termini di mancati incassi per diritto d’autore, per il 2020, a causa del lock down e delle sue conseguenze, in circa 200 milioni di euro, cifra destinata a crescere esponenzialmente in base alla durata dell’emergenza sanitaria ed in base alle tempistiche di graduale riapertura delle diverse attività. Le vendite di prodotto fisico (CD e vinili) sono crollate di oltre il 70 % tra marzo ed aprile (dati FIMI) e anche il digitale, a causa della contrazione di novità in uscita (per l’impossibilità di presentare novità e per la chiusura delle sale di registrazione) non è in grado di compensare il declino generale. Si prevede un durissimo contraccolpo con oltre 100 milioni di mancati ricavi solo nel 2020. Drammatici anche gli effetti sul lavoro.  Il fermo delle attività ha prodotto in poche settimane effetti catastrofici sull’occupazione del settore con centinaia di migliaia di musicisti, tecnici, ecc. di fatto senza attività e con prospettive potenzialmente tragiche dal punto di vista economico. Gli interventi richiesti (allegati a questo comunicato), coprono interventi urgenti a fondo perduto, manovre fiscali e azioni operative atte a dare certezza alle attività.

Ecco alcune delle ipotesi formulate da Deadline:

Il tutto, ovviamente, sinché l’emergenza non sarà passata!