Fazio, Nastri d’Argento e altri demoni

  • Fabio Fazio si sposterà su Rai 2, almeno per ‘Che tempo che fa’. Lo si vocifera da mesi e sembra adesso ufficializzato dalle dichiarazioni che Carlo Freccero, direttore della seconda rete Rai, ha rilasciato in queste ore ai cronisti, dopo la presentazione del programma ‘Realiti’: “Io ho parlato a lungo con Fabio Fazio e siamo molto vicini ad un accordo editoriale per il suo passaggio su Rai2, che riguarda la programmazione domenicale con ‘Che Tempo Che Fa’ che avrebbe una prima parte prima del Tg2, dalle 19.30 alle 20.29, che sarebbe più ironica e leggera, e una seconda parte in prime time. Ma  ora bisogna avere il placet dell’amministratore delegato. E bisognerà vedere se si riuscirà a raggiungere anche un accordo contrattuale.  Però questa parte non spetta a me ma appunto all’ad, agli uffici  legali e ad altri”.
  • Matilde Bernabei, presidente Lux Vide, è stata nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, onorevole Luigi Di Maio. I nuovi Cavalieri del Lavoro sono venticinque in tutto; la Bernabei è l’unica rappresentante del settore audiovisivo, ambito nel quale, in passato, sono stati nominati Cavalieri Aurelio De Laurentiis, Urbano Cairo e Fulvio Lucisano.
  • La quinta edizione del Mia (Mercato Internazionale Audiovisivo) si terrà a Roma, dal 16 al 20 ottobre: (altro…)

Chief Executives and a little more

American and Italian Companies are different upon many aspects and one of the differences is based on the different manner in defining the organigram and the titles of executives and managers. According to an interesting article written by Sabry Ben-Achour and Shea Huffman, there are a few titles we should spend some words on, just to understand what so-designed people actually do. Of course it is to be done for granted we are aware the C-level is the highest in companies and we certainly have CEOs and COOs in Italy too, spite of the different responsibilities they can have case by case or the fact to be called “amministratori delegati”; what about, instead, Chief Agility Officer, Chief Knowledge Officer, Chief Networking Officer, Chief Electrification Officer and, last but no least, Chief Visionary Officer?

Chief Agility Officer is introduced by Ben-Achour and Huffman by saying:

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il mistero della margarina

Molti anni fa mi è stato raccontato un aneddoto che può rappresentare un interessante caso di studio per chi si diletta di marketing e di marketing della grande distribuzione in particolare.

C’era una volta una multinazionale che decise di immettere sul mercato la margarina “Ok torta!” (nome fittizio, s’intende…). Si trattava di una margarina con la quale si poteva fare un po’ tutto ma che era il non plus ultra per quanto riguarda la preparazione di dolci e dolciumi di vario tipo; costava, va detto, un po’ di piú della margarina standard, anche se non è dato sapere quanto.

Ebbene, le vendite del settore margarine della multinazionale crollarono, “Ok torta!” non decollava… Furono organizzati sondaggi, indette ricerche di mercato, scomodato il fior da fiore degli specialisti di marketing e psicologia dei consumi. Molte notti passarono insonni, molte poltrone sentirono vacillare sotto di sé le speranze di una brillante carriera…

Perché “Ok torta!” non si vendeva bene? Why? Picché? Chi legge questo blog quale tra le seguenti opzioni sceglierebbe?

A)  Pfui! Sfido io, “Ok torta!” fa ridere solo a sentirlo, chi vuoi che la compri?

B)  Pfui! Se posso far tutto con una margarina che costa meno, perché dovrei spendere di piú?

C)  Pfui! A me non serve una margarina specifica per le torte, di dolci ne faccio al massimo uno a settimana!

D) Pfui! Io le torte le faccio con il burro!

E) “Ok torta”? Mai sentita nominare! Che non sia stata la campagna di comunicazione a essere poco efficace!

F)  Altro (specificare)

Ebbene, la risposta cui i brillanti professionisti della multinazionale arrivarono dopo sforzi indicibili e inenarrabili elucubrazioni fu la seguente: la margarina “Ok Torta!” si vendeva meno di quanto auspicato proprio perché non conveniva preferirla alle margarine generiche, che costavano di meno; peraltro qualsiasi casalinga di torta ne prepara al massimo una a settimana, non di piú (la stessa Nonna Papera, casalinga tra le piú devote, prepara le sue ottime crostate quando i nipoti vanno a trovarla o quando è Ciccio a chiederle, non tutti i giorni!).

l'importanza del business plan

La migliore garanzia di successo per qualsiasi attività imprenditoriale è la perfetta lettura dei bisogni, unita ad una strategia che tenga conto di tutti i fattori e si esprima in un adeguato piano di marketing /business plan.
Quale che sia la serietà dell’idea imprenditoriale, quale che sia la complessità dello scenario o la durezza di una recessione, qualsiasi iniziativa imprenditoriale deve prevedere i seguenti passaggi: 

  • analisi del mercato; 

  • analisi della concorrenza; 

  • previsione del break even point (il raggiungimento del livello di vendite tale da coprire i costi sostenuti fino a quel momento, al fine di chiudere il periodo di riferimento senza profitti né perdite);

  •  caratteristiche del prodotto; 

  • piano di distribuzione; 

  • modalità e tipologia (del punto) di vendita;

  •  piano di comunicazione

Troppo spesso le aziende e le attività imprenditoriali incontrano gravi difficoltà perché si erano sottovalutati questi passaggi, dando ad esempio per scontato che un negozio d’abbigliamento in centro non possa fallire o che il certo prodotto/servizio “si vende da solo”!

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