Il sessantunesimo orso

Il Festival del Cinema di Berlino ha per simbolo un simpatico plantigrado, di quelli che probabilmente  vivono ancora nella Foresta Nera o in Westfalia.
Il programma della sessantunesima edizione presenta alcune chicche di sicuro interesse. Si apre con “True Grit”, remake ad opera dei fratelli Coen del western “Il Grinta” di Henry Hathaway, con protagonista John Wayne.
È bello rivedere western, di tanto in tanto.
Per la par condicio, accanto al già celebrato “Il discorso del re” (proiezione speciale), verrà presentato da Madonna “W.E.”, film che racconta la storia vera di Edoardo VIII, fratello maggiore del futuro Giorgio VI, e la famigerata Wallis Simpson.
Il mitico “Taxi Driver” rivivrà in versione digitalizzata, come già successo a Frankenstein junior e ad altri film.
Il nostro Paese presenzia con “Qualunquemente” e “Gianni e le donne”, di Gianni De Gregorio, nella sezione Berlinale Special. In tale sezione è inoltre prevista la proiezione de “Il marchese del Grillo”, quale doveroso omaggio al nostro Mario Monicelli. La sezione “Culinary Cinema” ospita “Le quattro volte” di Michelangelo Frammartino ed è la non meno italiana Isabella Rossellini a fare la presidente di giuria.
A far parte della giuria dovrebbe esserci anche l’iraniano Jafar Panahi che, come sappiamo, è vittima di un’ingiusta condanna. La sua poltrona, pertanto, rimarrà vuota, a memento dell’assurda ingiustizia di cui è vittima.
Del regista di Teheran verranno comunque proiettati cinque film tra cui, in concorso, “Offside” del 2005.
Per quanto riguarda il cinema d’animazione, sarà presentato anche “Griff The Invisibile”, film australiano sui superproblemi dei supereroi di Michel Ocelot, che già conosciamo per la saga di Kiribou.

la completezza dell’informazione

Per completare la notizia riportata ieri sul cartone di Frammartino, mi corre l’obbligo di gettare un pur rapido affresco sul Festival “La Primavera del Cinema Italiano – Premio Federico II”, che si tiene ogni anno a Cosenza.

A vincere l’edizione 2010 della manifestazione è stato il film di Ferzan OzpetekMine Vaganti“. A ritirare il premio, assegnato in virtù di democratica consultazione, è stato Alessandro Preziosi, che si è visto fregiare anche del riconoscimento come migliore attore non protagonista. Intervistato da Rai regione, ha confermato di avere un feeling molto positivo con la Calabria, anche in virtù delle performance teatrali che ha fatto a Rende (io aggiungerei il memorabile Amleto di Reggio).

Il red carpet della serata è stato di primissimo livello. 

Stefania Sandrelli, che festeggerà l’anno prossimo il mezzo secolo di carriera ed è stata accolta da una standing ovation, ha ritirato il premio come migliore attrice protagonista. 

Migliore attore protagonista Elio Germano per “La nostra vita” (ve l’ho detto, recita come Dio comanda…).

Il Germano ha portato bene anche ad alcuni suoi compagni d’avventura: Isabella Ragonese, di lui compagna in “La nostra vita” ha ottenuto il premio come migliore attrice non protagonista, Filippo Timi, che ha lavorato con lui in “Come Dio comanda” (appunto), ha ritirato il premio attore dell’anno.

A Isabella Ferrari è stato assegnato il Telesio d’argento. Riconoscimento come migliore regista a Sergio Rubini.

Ad Adriano Panatta è stato assegnato il premio speciale “Sport e Cinema”, ma il premio è stato ritirato dal regista Mimmo Calopresti, autore del documentario “La maglietta rossa” che racconta la vicenda di Panatta durante la finale della Coppa Davis del 1976 in Cile.

Infine Premio Giovani alle nuove promesse del cinema italiano Andrea Montovoli, Eros Galbiati, Chiara Mastalli e Chiara Martegiani.

i disegni di Frammartino

Leggo su Cinecittà News che in quel di Cosenza Michelangelo Frammartino, reduce dalla Quinzaine des réalizateurs di Cannes, dove ha presenziato con Le quattro volte, ha rivelato alla testata di via Tuscolana di essere al lavoro su un film d’animazione:                                                                           

“Avevo già disegnato tutto Le quattro volte prima di girarlo – ha detto Frammartino – il mio modo di disegnare non ha caratteristiche particolari ma mi piace farlo e si è rivelato utile nel lavoro di regista. Il prossimo film che farò sarà un cartone animato, ma lo realizzerò con un team di lavoro nutrito perchè io non sono un animatore”.

Aretusa 19 sarà un viaggio nella Milano di fine anni ’70, inizio ’80 e racconterà il rapporto tra spettatori e televisione.

Prodotto dalla Vivo Film, pronto tra circa 3 anni, rappresenterà una nuova sfida per Frammartino ma anche per la mentalità italiana nei confronti del cinema d’animazione: realizzare un film italiano non dedicato espressamente ai bambini.

L’unica cosa che mi sfugge è il legame con la ninfa Aretusa, amata dal fiume Alfeo…

i casi del(la nostra vita)

Sono andato a vedere ‘La nostra vita’ ieri sera, proprio mentre Elio Germano veniva insignito della Palma come migliore attore protagonista (va detto, l’attore recita come Dio comanda…). Coincidenza altrettanto simpatica è che mi abbiano invitato a vederlo sabato e che, proprio sabato, del tutto casualmente, abbia intercettato un’intervista di Germano & Luchetti!

Le quattro volte, poetica creatura di Michelangelo Frammartino, si è invece distinto per il suggestivo simbolismo. Il cane Vuk ha ottenuto l’originale riconoscimento del Palm Dog, facendosi beffe dei quadrupedi che compaiono in Robin Hood e Tamara Drew. Va ricordato che il film è stato realizzato da vivo Film/ Essential Filmproduktion/ Invisible Film/ ventura film con il supporto, tra gli altri, di fondazione Calabria Film Commission ed in collaborazione con ZDF/ARTE, RSI Televisione svizzera e Cinecittà Luce.

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