spicchi d’arte tra baffi di storia (49)

  • Sarà proiettato domenica 27 gennaio al Mic, Fondazione Cineteca italiana di Milano, ‘MATTOLISSIMO – Il Cinema sono io!’, film documentario con il quale Franco Longobardi e Lorenzo Bassi intendono rendere omaggio alla figura di Mario Mattoli, regista di capolavori quali ‘Il pirata sono io!’, ‘Miseria e Nobiltà’, ‘Signori si nasce!’ nonché ispiratore, quando non scopritore e mentore, di artisti quali Alberto Sordi, Sophia Loren, Ugo Tognazzi, Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Anna Magnani, Totò e registi come Garinei e Giovannini, Steno, lo stesso Federico Fellini. Totò, per esempio, fu diretto da Mattoli piú che da chiunque altro.
  • Uno dei compleanni del 2019 riguarda una bambola: Barbie, auricrinito e glaucopide balocco di molte generazioni di bambine. Il genetliaco, il sessantesimo, avrà luogo a marzo e la Mattel presenterà un film in live action nato dalla collaborazione con Warner Bros. Barbie sarà interpretata da Margot Robbie; si deve dare per scontato che il ruolo di Ken sia andato ad un attore professionista e non a taluni personaggi da reality.
  • La casa di moda Moschino ha sfilato a Cinecittà, a suggellare nuovamente gli ottimi rapporti tra mondo della moda e mondo del cinema. Lo stilista Jeremy Scott, direttore creativo della casa dal 2011, ha dichiarato: (altro…)

Fiat Luce (semper!)

Luciano Sovena, amministratore delegato di Cinecittà Luce S.p.A., ha denunciato la situazione difficile della società in un’intervista rilasciata  a Paolo Conti del Corriere della Sera:

«È in gioco il futuro non di una qualsiasi società per azioni, ma del marchio audiovisivo più prestigioso d’Italia e tra i più antichi del mondo, sicuramente più dello stesso Disney. Tutto ciò avviene mentre si festeggia il 150° anniversario dell’Unità d’Italia rischiando di chiudere un insostituibile archivio storico, un’agenzia di promozione del cinema italiano all’estero e impedendo di valorizzare nuovi talenti con la distribuzione di film d’autore.
Siamo a un passo dal chiudere i battenti. Dal licenziare dipendenti. Dal sospendere un’attività preziosissima per il cinema contemporaneo e la memoria audiovisiva italiana. Quest’anno i soldi basteranno a pagare gli stipendi e poco più».

Venerdì si è aperta la procedura di crisi ministeriale e non è stato presentato alcun piano di rilancio.

Negli ultimi anni i finanziamenti riconosciuti dal Fus (fondo unico dello spettacolo) a Cinecittà Luce sono andati in caduta libera: nel 2004 29 milioni di euro, nel 2005 27, nel 2010 17,2 e solo 7,5 quest’anno. Appena sufficienti per pagare gli stipendi dei 126 dipendenti.

Cinecittà Luce spa (nata nel 2009 dalla fusione di Cinecittà Holding con L’Istituto Luce e l’incorporazione di Filmitalia, che promuove il cinema italiano all’estero) rivendica un vasto campo d’azione. Un archivio immenso: l’Italia audiovisiva dal 1923 agli albori della tv, 100 mila cinegiornali, 10 mila documentari, 350 mila foto, l’archivio di Stato dell’Albania fascista e pre-comunista, fondi come quello di Folco Quilici, di Mario Canale (centinaia di backstage dei film girati in Italia) gli archivi dell’Eni, del Movimento operaio e della Resistenza.

Una S.p.A. con mansioni da Ente pubblico, col bilancio in attivo e una gestione dei costi di gestione considerata virtuosa e apprezzata anche dalla Corte dei conti.

Il desiderio di salvare Cinecittà Luce e tutto ciò che essa rappresenta è stato accolto da molti politici e da molti professionisti, tra cui Marco Bellocchio, Gianni Amelio, Saverio Costanzo, Angelo Barbagallo, Mimmo Calopresti. Un po’ tutti ricordano l’importanza dell’istituzione dal punto di vista storico, artistico, economico, del prestigio internazionale del Paese. Si ricorda l’importanza dell’Istituzione come memoria storica del nostro cinema, struttura che promuove all’estero la nostra cultura cinematografica e istituzione indispensabile agli esordi di un artista (“Private“, di Saverio Costanzo, ha visto la “luce”  – è il caso di dire! – proprio grazie alla società. Altrettanto il recentissimo Into Paradiso).

Inoltre, se davvero, come sembra, gli stranieri si sono  finalmente decisi a tornare alla Hollywood sul Tevere, sarebbe una perdita incommensurabile per il made in Italy.

Nell’intervista l’Ad  Sovena indica le possibili vie d’uscita:

  1. una mobilità di parte del personale verso il ministero dei Beni culturali;
  2. l’intensificazione di accordi già avviati con Telecom, Fastweb e Google per il video on demand.

la completezza dell’informazione

Per completare la notizia riportata ieri sul cartone di Frammartino, mi corre l’obbligo di gettare un pur rapido affresco sul Festival “La Primavera del Cinema Italiano – Premio Federico II”, che si tiene ogni anno a Cosenza.

A vincere l’edizione 2010 della manifestazione è stato il film di Ferzan OzpetekMine Vaganti“. A ritirare il premio, assegnato in virtù di democratica consultazione, è stato Alessandro Preziosi, che si è visto fregiare anche del riconoscimento come migliore attore non protagonista. Intervistato da Rai regione, ha confermato di avere un feeling molto positivo con la Calabria, anche in virtù delle performance teatrali che ha fatto a Rende (io aggiungerei il memorabile Amleto di Reggio).

Il red carpet della serata è stato di primissimo livello. 

Stefania Sandrelli, che festeggerà l’anno prossimo il mezzo secolo di carriera ed è stata accolta da una standing ovation, ha ritirato il premio come migliore attrice protagonista. 

Migliore attore protagonista Elio Germano per “La nostra vita” (ve l’ho detto, recita come Dio comanda…).

Il Germano ha portato bene anche ad alcuni suoi compagni d’avventura: Isabella Ragonese, di lui compagna in “La nostra vita” ha ottenuto il premio come migliore attrice non protagonista, Filippo Timi, che ha lavorato con lui in “Come Dio comanda” (appunto), ha ritirato il premio attore dell’anno.

A Isabella Ferrari è stato assegnato il Telesio d’argento. Riconoscimento come migliore regista a Sergio Rubini.

Ad Adriano Panatta è stato assegnato il premio speciale “Sport e Cinema”, ma il premio è stato ritirato dal regista Mimmo Calopresti, autore del documentario “La maglietta rossa” che racconta la vicenda di Panatta durante la finale della Coppa Davis del 1976 in Cile.

Infine Premio Giovani alle nuove promesse del cinema italiano Andrea Montovoli, Eros Galbiati, Chiara Mastalli e Chiara Martegiani.

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