spicchi d’arte tra baffi di storia (84)

aggiornamenti 3 agosto: auguri al Teatro alla Scala, che compie oggi 243 anni! Come si ricorderà, 243 sono anche gli anni che separano le diverse incarnazioni di Athena e Hades nella saga ‘Saint Seiya‘ nonché, nel loro piccolo (!), gli amici folletti di ‘Memole Dolce Memole’. Aggiungendo 300, peraltro, si ottiene 543, l’età di Grande Puffo.

  • Enrico Caruso moriva il 2 agosto 1921; la Cineteca di Bologna lo ha ricordato presentando al festival ‘Il Cinema Ritrovato’ la versione restaurata di ‘My Cousin’, unico film sopravvissuto dei due interpretati dall’artista. Si tratta di un film muto ma la magia del restauro ha fatto sí che la voce di Caruso, ex post, si sia riadagiata alle labbra del tenore e che la si sia potuta, pertanto, apprezzare nelle sedi previste da Madre Natura. Le altre sequenze del film sono state invece accompagnate dal vivo da tre musicisti, esperti nella realizzazione di musiche per il cinema muto: Daniele Furlati (pianoforte), François Laurent (mandolino) e Guido Sodo (voce e mandolino). Sebbene lanciato con un’imponente campagna promozionale, ‘My Cousin’ non ebbe il successo sperato, circolò poco, sia negli Stati Uniti, sia all’estero. Analogo destino, per inciso, toccò al secondo film interpretato da Enrico Caruso, ‘The Splendid Romance’, che ebbe pochissima circolazione e oggi è considerato perduto.
    • Franco Corelli e Giuseppe Di Stefano nascevano nello stesso anno in cui Caruso decideva di lasciarci. Nella piena contezza di tale suggestiva coincidenza, il Teatro alla Scala ha allestito la mostra virtuale ‘Caruso, Corelli, Di Stefano 1921 – 2021 / Miti del canto italiano’, visitabile sul sito internet del Teatro ma anche su italiana.esteri.it. La mostra è fruibile in diverse lingue e sarà online per un anno a partire da oggi, 2 agosto; è curata dal critico musicale Mattia Palma, è promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, prodotta dal Teatro alla Scala e realizzata dal Museo Teatrale alla Scala. Si tratta di un’opportunità oltremodo interessante per ricordare e riascoltare tre artisti che hanno rappresentato e diffuso la cultura italiana nel mondo traghettando nella modernità il mito ottocentesco.
    • È invece in libreria ‘Caruso & friends. La nascita del re dei tenori’, scritto da Maurizio Sessa e pubblicato da Florence Art. Il libro, che contiene un tributo di Andrea Bocelli e una prefazione di Gabriella Biagi Ravenni, presidente del Centro studi Giacomo Puccini di Lucca, è incentrato sulla figura di Caruso e sulla nutrita torma di conoscenti e amici che gli andavano dietro; c’è una collezione di fotografie preziosissime e inedite, che spaziano dal compositore Francesco Cilea (‘L’Arlesiana’, ‘Adriana Lecouvreur’) al baritono Mattia Battistini, che fu famosissimo nella Russia zarista; da Angelo Neumann (cantante, direttore d’orchestra e biografo di Richard Wagner) alla soprano australiana Nellie Melba che fece coppia con Caruso nella ‘Bohème’ di Puccini. È motivo d’orgoglio, per il Sessa, quello d’essere nato nel rione San Giovanniello di Napoli, il medesimo in cui nacque Caruso.
    • Rai Premium ripropone questa sera, alle 21.20, ‘Caruso: La Voce dell’Amore‘, già andato in onda nel 2012.
    • Quanto alla casa natale, in via Santi Giovanni e Paolo 7, essa è diventata un museo, grazie all’iniziativa, tutta privata, di tre napoletani: Armando Jossa, Raffaele Reale e Gaetano Bonelli. Possibile ammirarvi, tra l’altro, il bastone da passeggio, i ritratti, le lettere, le celebri caricature, i dischi originali, l’elegante biancheria di lino con le iniziali, i programmi di sala, le locandine, vari cimeli nonché un grammofono d’inizio ‘900, che accoglie i visitatori con la bella voce di Caruso.
  • La prima riunione della storia del G20 dedicata alla Cultura si è tenuta a Roma il 29 e 30 luglio e si è conclusa con l’adozione all’unanimità della “Rome Declaration of the G20 Culture Ministers”. Il documento contiene 32 punti e introduce il settore della cultura nel processo del G20, riconoscendone anche il valore economico. È stato inoltre condiviso l’impegno di tutti i Paesi membri nella creazione di forze per l’intervento a protezione del patrimonio culturale a rischio nelle aree di crisi. Il documento è stato vagliato dai Ministri e dalle delegazioni dei Paesi partecipanti insieme ai vertici delle principali organizzazioni internazionali attive in materia, tra cui: UNESCO, OCSE, Consiglio d’Europa, Unione per il Mediterraneo, le organizzazioni internazionali del settore culturale quali ICCROM, ICOM e ICOMOS, i protagonisti del contrasto agli illeciti contro il patrimonio culturale quali l’agenzia delle Nazioni Unite per il contrasto al crimine (UNODC), Interpol e l’organizzazione doganale WCO, con il coinvolgimento diretto nei lavori anche l’engagement group del G20 rivolto alle nuove generazioni (Youth 20).La Dichiarazione è disponibile qui. (dal sito G20.org)
  • L’Italia è ancora prima. Nonostante l’agguerrita concorrenza degli altri Paesi del Mondo, lo Stivale continua a enumerare il piú grande numero di siti UNESCO (59), anche grazie ad alcune recenti aggiunte che ricorderemo nelle prossime righe. Il 26 luglio è stata data soddisfazione agli affreschi trecenteschi di Padova (Scrovegni e non) e a Montecatini Terme; il 28 luglio è stato il turno dei mitici portici di Bologna e, tout court, di ottomila ettari di foreste italiane, tra cui le antiche faggete dei parchi nazionali del Pollino e dell’Aspromonte, all’interno della candidatura transnazionale “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”. Per la completezza dell’informazione, ricordiamo che il secondo Paese al mondo nella classifica di beni Unesco è la Cina, con 56 luoghi patrimonio dell’umanità; medaglia di bronzo la Germania, con 50.

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