i candidati al David

Il prossimo 6 maggio si saprà il vincitore del David di Donatello, la piccola, grande statuetta che costituisce motivo di vanto per i professionisti del nostro cinema.

Noi credevamo‘, di Mario Martone sembra aver ottenuto la parte del leone nelle nomination al David di Donatello 2011, in ben tredici categorie: miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura, miglior produttore, miglior direttore della fotografia, miglior musicista, migliore scenografo, miglior costumista, miglior truccatore, miglior acconciatore, miglior montatore, miglior fonico di presa diretta e David Giovani.

Né può lamentarsi il campione d’incassi ‘Benvenuti al Sud‘,  di Luca Miniero, che ottiene ben dieci nomination:  miglior film, miglior regista, miglior produttore, migliore attrice protagonista (Angela Finocchiaro), migliore attore protagonista (Claudio Bisio, che dovrà però vedersela con Kim Rossi Stuart, Elio Germano, Antonio Albanese e Vinicio Marchioni), migliore attrice non protagonista (Valentina Lodovini), migliore attore non protagonista (Alessandro Siani), migliore musicista, migliore scenografo e, anch’esso, David Giovani.

Grande risultato anche per Rocco Papaleo: ‘Basilicata coast to coast‘ ha ottenuto otto nomination, a pari merito con ‘20 sigarette‘ di Aureliano Amadei e ‘La nostra vita“, di Daniele Lucchetti (in quest’ultimo caso, l’eventuale David come miglior fonico di presa diretta a Bruno Pupparo avrà un significato particolare, perché il professionista è mancato poco tempo fa).

Nella categoria documentari c’è già il vincitore : ”È stato morto un ragazzo‘,  di Filippo Vendemmiati, sulla morte di Federico Aldovrandi.

Quella che si avvia alla conclusione sarà sicuramente ricordata come ottima per il nostro cinema, per la qualità ma anche anche per i riscontri di botteghino.

Curioso osservare, però, che c’è un forte discrimine tra quest’ultimo dato e la presenza nelle nomination al David:

  1. Il primatista del box office,  ‘Che bella giornata‘ (43.3 milioni di euro) ha fruttato a Checco Zalone solo la nomination per la canzone originale (‘L’amore non ha religione‘);
  2. la medaglia d’argento ‘Benvenuti al Sud‘ (29.8 milioni), come abbiamo già scritto, otto;
  3. il terzo classificato,  ‘La Banda dei Babbi Natale’ (21.4), nemmeno una!

Dopo il salto, l’elenco completo di titoli e nomination:  (altro…)

il papà di Giovanna

  Elémire Zolla considerava Pinocchio un libro dalla profondità esoterica e spirituale quasi intollerabile. L’uso del termine “intollerabile” suggerisce l’idea di una ricchezza difficilmente racchiudibile in definizioni, che non obbedisce a categorie restrittive e semplicistiche.

 

 è molto vicino a questo tipo di ricchezza, per la sublime poesia che vive in esso e per le altezze che riesce a raggiungere.  

Il papà in questione (Silvio Orlando), quello di Giovanna, appunto, si chiama Michele Casali, è un personaggio straordinariamente ricco, più materno della madre Delia (Francesca Neri), che tende ad allontanarsi dai problemi o a viverli in modo poco costruttivo.

 Egli conosce la figlia (Alba Rohrwacher) e capisce la sua problematicità molto prima che si compia l’ineluttabile, e continua ad amarla con tutta l’anima, cercando si seguirla sempre, nei suoi sogni e nelle pieghe, talvolta decisamente complesse, della sua mente. Solo lui, infatti, si preoccupa del processo, va a trovarla all’ospedale psichiatrico, le porta i guanti che sa essere particolarmente importanti.

 Il dramma della famiglia ha per contesto un altro dramma, quello del Fascismo e della Seconda guerra mondiale, con politici, governanti, forze dell’ordine, chiunque detiene il potere insomma, che diventa mediocre ingranaggio del sistema, leggendo il proprio compito istituzionale alla luce di ciò che è opportuno e non di ciò che è giusto.

In tale luce vive anche Sergio Ghia, il personaggio interpretato da Ezio Greggio, buono ma vittima delle situazioni che è costretto a vivere.

Proprio con riguardo a Sergio Ghia e alla sua morte, azzarderei due citazioni, da Roma città aperta per la fucilazione e dal Dottor Živago per la sua morte, quando sale sul tram.

 Perfino il topo colpito da un mazzo di chiavi, particolare apparentemente insignificante, sembra acquisire un’impronta di significato, nel generale contesto dell’opera.

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