Cura Italia, Al Pacino e… altri antivirus

  • update on April 29: happy birthday, Uma Thurman!
  • update on April 25: happy birthday, Al Pacino!
  • È stato approvato quest’oggi a Montecitorio il decreto Cura Italia, con 229 voti a favore, 123 voti contrari e due astenuti; meglio, la conversione del provvedimento è divenuta legge dello Stato. Rispetto al testo licenziato dal Senato, il decreto Cura Italia nel suo passaggio alla Camera non ha subito modifiche. Per quanto attiene al mondo dell’editoria,  sono previsti:
    • l’ampliamento del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari riconosciuto nella misura unica del 30% (e non piú sulla quota incrementale) a favore d’imprese, lavoratori autonomi, enti non commerciali che effettuano investimenti su stampa quotidiana e periodica anche on line, su emittenti tv e radiofoniche locali;
    • il riconoscimento a favore di giornalisti autonomi (free lance e co.co.co) iscritti a Inpgi2 del reddito di ultima istanza, ovvero di un bonus di 600 euro per il mese di marzo che, secondo gli annunci, il decreto aprile porterà a 800 euro;
    • l’ampliamento del credito d’imposta anche alle imprese di distribuzione della stampa che riforniscono giornali e/o periodici a rivendite situate nei comuni con una popolazione inferiore a cinquemila abitanti e nei comuni con un solo punto di vendita. Il credito d’imposta sale a 2mila euro per il 2019 e raddoppia a 4 mila per il 2020. Alle voci di spesa già previste (come gli affitti), il credito si estende anche alle spese di fornitura elettrica, telefoniche, di collegamento a Internet, e ai servizi di consegna a domicilio delle copie dei giornali.
    • Da ricordare infine l’approvazione di due ordini del giorno a sostegno dell’emittenza televisiva e radiofonica locale:
      • risorse aggiuntive per il pluralismo, rispetto a quelle finora previste dal fondo
      • e credito d’imposta su affitti e consumi energetici, per i mesi da marzo a giugno 2020.
  • Centocinquanta attrici e attori italiani hanno firmato su Facebook il documento ‘L’attore visibile’, con l’obiettivo di creare un fronte unitario per la stipula di un contratto nazionale di categoria per l’audiovisivo e rinegoziare quello per lo spettacolo dal vivo nonché di rifondare il Sai, il sindacato attori italiani, sparito da molti anni, che possa ripensare il ruolo degli attori e costituire un fondo d’emergenza destinato agli artisti in grave difficoltà. Il documento contiene anche tredici proposte inviate al Sindacato lavoratori comunicazione (Slc CGIL) sugli aspetti econonici, assicurativi e previdenziali. Tra i firmatari quelle di Vittoria Puccini, Paola Cortellesi, Luisa Ranieri, Giovanna Mezzogiorno, Pier Francesco Favino, Alessandro Preziosi, Stefano Accorsi, Luca Zingaretti, Giuseppe Fiorello, Lino Guanciale.
  • È on line da ieri, 23 aprile, il sito storiadeipalchi.teatroallascala.org che, muovendo da quanto già esposto nell’ambito della mostra ‘Nei palchi della Scala – Cronologia dei proprietari dei palchi 1778 – 1920’, fornisce una mappa digitale che consente, cliccando su ogni palco, di sapere chi lo ha posseduto e ripercorrere la storia di Milano e dell’Italia in quegli anni, con tanto di scheda per ciascuno dei 1325 palchettisti. Ci sono poi una serie di approfondimenti sulla storia del teatro, sul palco reale, sui decori, sulle signore dei palchi, sugli ospiti illustri come Alessandro Manzoni e Silvio Pellico, persino sul gioco d’azzardo. Intervistato in queste ore dall’agenzia giornalistica Ansa, Dominique Meyer, sovrintendente della Scala, ha peraltro dichiarato (altro…)

anche i Sitcom, nel loro piccolo…

Anche i dipendenti della Sitcom, nel loro piccolo, fanno sciopero e l’ironia del titolo non vuole assolutamente sminuire le ragioni del medesimo. Dino Oggiano e Stefano Cardinali del sindacato Slc CGIL Roma e Lazio lo hanno annunciato con una nota e si è puntualmente verificato: i dipendenti dell’azienda che gestisce canali interessanti e gradevoli come Alice, Nuvolari, Marco Polo e Leonardo (e dalla cui costola è nata l’attuale LT Multimedia) hanno protestato e si sono costituiti in presidio davanti alla sede di via Tiburtina 924 per protestare contro la scelta di licenziare addirittura 74 dei 94 dipendenti, con il serio rischio di uccidere una realtà tra le piú interessanti del panorama italiano.

La nota dei sindacalisti si concludeva con queste parole:

«I 45 giorni di trattativa obbligatoria tra azienda e sindacato si sono conclusi con un mancato accordo: l’azienda non ha voluto considerare nessuna misura alternativa al licenziamento, pur dichiarando di voler continuare a produrre i suoi canali televisivi. Il suo obiettivo è quello di cambiare modello produttivo, ripiegando solo su contratti per le singole produzioni, magari richiamando in servizio i medesimi ex dipendenti che ora vuole licenziare (…) È un’operazione suicida che porterà a una discontinuità occupazionale per i lavoratori e a un grave danno per la qualità del prodotto, introducendo un modello basato sulla precarietà. Una deriva inaccettabile a cui la Cgil continuerà a opporsi, anche attraverso questa giornata di mobilitazione».

#nonèunasitcom