niente cellulite e molta celluloide

Un esercito di quaranta ragazze, scelte da una rosa di oltre quattromila tra quante, in tutto il mondo, hanno in comune italico DNA, sarà a Reggio Calabria il prossimo 4 luglio. In tale data e in tale location avrà infatti luogo la finale di Miss Italia nel Mondo, con la conduzione di Elisa Isoardi e Pupo (su Rai 1).

Venerdì e sabato scorsi, come da questo blog anticipato, si è  inoltre tenuto il Reggio Calabria Film Fest 2011 (settima edizione), che ha visto le seguenti premiazioni:

  • Silvio Orlando alla carriera;

  • Kim Rossi Stuart: premio Raf Vallone;

  • Pupi Avati: premio ”Città di Reggio Calabria”;

  • Giuseppe Gagliardi: Premio Mediterranea;

  • Peppe Voltarelli: Premio Musica Città del Mediterraneo (il compositore ha colto l’occasione per difendere l’origine filologica di ‘Onda calabra’);

  • Anita Caprioli: Premio Leopoldo Trieste (l’attrice è interprete di ‘Corpo Celeste‘, film interamente girato in Calabria).

Nell’ambito della kermesse, si è parlato anche di Tatanka con Giuseppe Gagliardi e Peppe Voltarelli, de ‘Il mercante di stoffe’, di Sebastiano Somma (prossimamente in tournée teatrale con ‘Il giorno della civetta’), de ‘L’umanità scalza’, di Americo Melchionda, della figura di Vittorio Gassman. È stato inoltre proiettato il gradevole ‘Vorrei vederti ballare’, con Adriana Toman, Giulio Forges Davanzati, Giuliana De Sio, Gianmarco Tognazzi e Alessandro Haber.

i candidati al David

Il prossimo 6 maggio si saprà il vincitore del David di Donatello, la piccola, grande statuetta che costituisce motivo di vanto per i professionisti del nostro cinema.

Noi credevamo‘, di Mario Martone sembra aver ottenuto la parte del leone nelle nomination al David di Donatello 2011, in ben tredici categorie: miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura, miglior produttore, miglior direttore della fotografia, miglior musicista, migliore scenografo, miglior costumista, miglior truccatore, miglior acconciatore, miglior montatore, miglior fonico di presa diretta e David Giovani.

Né può lamentarsi il campione d’incassi ‘Benvenuti al Sud‘,  di Luca Miniero, che ottiene ben dieci nomination:  miglior film, miglior regista, miglior produttore, migliore attrice protagonista (Angela Finocchiaro), migliore attore protagonista (Claudio Bisio, che dovrà però vedersela con Kim Rossi Stuart, Elio Germano, Antonio Albanese e Vinicio Marchioni), migliore attrice non protagonista (Valentina Lodovini), migliore attore non protagonista (Alessandro Siani), migliore musicista, migliore scenografo e, anch’esso, David Giovani.

Grande risultato anche per Rocco Papaleo: ‘Basilicata coast to coast‘ ha ottenuto otto nomination, a pari merito con ‘20 sigarette‘ di Aureliano Amadei e ‘La nostra vita“, di Daniele Lucchetti (in quest’ultimo caso, l’eventuale David come miglior fonico di presa diretta a Bruno Pupparo avrà un significato particolare, perché il professionista è mancato poco tempo fa).

Nella categoria documentari c’è già il vincitore : ”È stato morto un ragazzo‘,  di Filippo Vendemmiati, sulla morte di Federico Aldovrandi.

Quella che si avvia alla conclusione sarà sicuramente ricordata come ottima per il nostro cinema, per la qualità ma anche anche per i riscontri di botteghino.

Curioso osservare, però, che c’è un forte discrimine tra quest’ultimo dato e la presenza nelle nomination al David:

  1. Il primatista del box office,  ‘Che bella giornata‘ (43.3 milioni di euro) ha fruttato a Checco Zalone solo la nomination per la canzone originale (‘L’amore non ha religione‘);
  2. la medaglia d’argento ‘Benvenuti al Sud‘ (29.8 milioni), come abbiamo già scritto, otto;
  3. il terzo classificato,  ‘La Banda dei Babbi Natale’ (21.4), nemmeno una!

Dopo il salto, l’elenco completo di titoli e nomination:  (altro…)

piazza Fontana secondo Giordana, Kassovitz secondo Placido

Inizieranno a maggio le riprese de ‘Il romanzo della strage*, film che intende ricostruire i fatti di piazza Fontana, su ispirazione del libro “I segreti di Piazza Fontana”, di Paolo Cucchiarelli.

Il commissario Luigi Calabresi sarà interpretato da Kim Rossi Stuart, affiancato da quello che il produttore  Riccardo Tozzi ha già definito un “supercast”.

Marco Tullio Giordana ne curerà la regia e, insieme a Stefano Rulli e Sandro Petraglia, la sceneggiatura.

Anche Michele Placido, nel suo piccolo, continuerà a raccontare episodi di cronaca nera.

Le guetteur’ (Il cecchino) vedrà il primo ciak in Francia, il 27 giugno, e sarà basato sulla sfida tra il commissario Auteil e Kassovitz, che uccise tutti i poliziotti accorsi sul luogo delle sue rapine.

Il regista ha già parlato di un budget milionario e della speranza di avere nel cast Monica Bellucci e Raoul Bova.

* titolo provvisorio

Un momento tutto d'oro (*)

Non c’è che dire, è un bel momento per il nostro cinema!

I DATI (Fonte Cinetel, dati in euro; in rosso gli italiani)

Incassi del week end:

  1. Qualunquemente,  5.395.840;
  2. Che bella giornata!,  4.332.063;
  3. Immaturi,  3.297.926;
  4. Vi presento i nostri (Little Fockers),  1.104.532;
  5. Vallanzasca – Gli angeli del male,  986.324.

Maggiori dieci incassi da inizio stagione:

  1. Che bella giornata,  38.6 milioni;
  2. Benvenuti al Sud ,  29.8 milioni;
  3. La Banda dei Babbi Natale, € 21.4 milioni;
  4. Natale in Sud Africa,  18.6 milioni;
  5. Harry Potter e i doni della morte. Parte I,  17.6 milioni;
  6. Shrek e vissero felici e contenti,  17 milioni;
  7. Maschi contro femmine,   13.6 milioni;
  8. Cattivissimo me,  12.5 milioni;
  9. The Tourist,  11.1 milioni;
          10. Inception, 10.7 milioni.

(*) = stavolta ho richiamato Un autunno tutto d’oro, il varietà storico di Mediaset per la presentazione dei palinsesti…

angeli del male

Non è questa la sede per riprendere la diatriba sull’ultimo film di Michele Placido, Vallanzasca – Gli angeli del male  (liberamente ispirato al libro Il fiore del male, di Carlo Bonini e interpretato da Kim Rossi Stuart, Filippo Timi, Valeria Solarino e Paz Vega).

Nell’intervista che Rossi Stuart, protagonista,  ha rilasciato a Panorama, l’attore italiano afferma: 

Renato Vallanzasca? Oggi è un uomo diverso dal pazzo assassino di un tempo. E se esiste la certezza della pena, lui ne è l’esempio: i suoi complici sono usciti di prigione molti anni fa, lui a sessant’anni sta ancora dentro“.

L’attore ha esplorato la psiche di Vallanzasca incontrandolo “quattro o cinque volte, mai in carcere, sempre in momenti di permesso” .

“Renatino” sarebbe oggi

 “un simpatico sessantenne sempre pronto alla battuta, socievole e bravissimo a instaurare un rapporto e una sintonia con tutti” .

Prosegue, inoltre:

ha una capacità di autoanalisi che non mi aspettavo (…) Se con il Renato Vallanzasca di un tempo non credo sarei entrato in buoni rapporti, con quello di oggi c’è questa possibilità”.

La pellicola arriverà nelle sale il 21 gennaio. Per adesso c’è il trailer:



lacrime…

Esistono vari tipi di lacrime:

  • Le lacrime di quando si affetta la cipolla non ci sembrano degne di particolare attenzione, anche perché pare possano essere evitate semplicemente bagnando il coltello;
  • Le lacrime del bimbo che vuole essere ascoltato o preso in braccio;
  • Le lacrime di gioia di una madre che ha appena partorito;
  • Le lacrime del neonato che annuncia al mondo il suo arrivo;
  • Le lacrime dei genitori alle nozze dei figli (a meno che non sia per il costo del ricevimento);
  • Le lacrime di Yehoshua nel film I giardini dell’Eden, davanti al triste spettacolo della bimba venduta come schiava;
  • Le lacrime di due persone si reincontrano dopo molto tempo;
  • Le lacrime che si versano dopo una delusione d’amore;
  • Le lacrime che sottolineano una grande paura;
  • Le lacrime che suggellano una forte emozione;
  • Le lacrime sincere all’ascolto di una melodia che tocca l’anima;
  • Le lacrime di Aquarius mentre chiude Crystal nella bara di ghiaccio;
  • Le lacrime al cinema, davanti a una bella storia;
  • Le lacrime che arricchiscono una vittoria sudata;
  • Le lacrime di una sconfitta (che però magari fa crescere);
  • Le lacrime di quando la vita colpisce sotto la cintola.

Lacrime di dolore, di gioia, d’amore, di paura, di tristezza.

È singolare che la natura abbia scelto simboli così delicati, piccole sfere d’acqua, per testimoniare immense emozioni…

consigli cinematografici

qualora non l’aveste ancora visto, vi consiglio caldamente

LA TERRA

di Sergio Rubini, con F.Bentivoglio, Paolo Briguglia, Massimo Venturiello, Emilio Solfrizzi.

A me ha ricordato, tra l’altro, i fratelli Karamazov di Dostoeevskij, un po’ anche i Malavoglia.

Un capolavoro.

Ieri sera in tv ho (ri)visto Pinocchio.

La fine del mondo.

Stupendo anche il fiore disegnato sulla giubba del burattino.

riEccomi

Chiedo scusa a tutti i Pasqual Blog friends per la prolungata assenza, ma anche i Pasquali nel loro piccolo si riposano.

Ho trascorso un agosto interessante, ho rivisto qualche vecchio e caro amico e ho tentato di ristorare l’anima profittando delle iniziative che la mia città natale propone in estate.

Ci sono riuscito.

Il pensiero di dover lasciare Reggio nuovamente con la ripresa degli impegni autunnali non è affatto sgradevole. C’è un tempo per tutte le cose, dice il Qohelet.

Quest’estate, tra gli altri, ho visto l’anteprima nazionale di Superman returns e, in prima visione, Volver, di Almodóvar (mi ha ricordato un po’ gli schemi del teatro greco).

Il film più bello che ho visto nel 2006 rimane cmq Anche libero va bene, di K. Rossi Stuart, con K. Rossi Stuart e Barbara Bobulova. A me ha letteralmente perforato l’anima.

In particolare, oltre alla già nota bravura di Kim, mi ha colpito la recitazione dei due bambini, specie il più piccolo, impegnato nel ruolo non facilissimo di un bimbo costretto a vivere la propria infanzia in una situazione pesantissima, che lo costringe a maturare prima del tempo e a rinunciare a gran parte della serenità che durante l’infanzia dovrebbe esser garantita a chiunque.

Anche libero va bene

Anche libero va bene, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, segna l’esordio alla regia di Kim Rossi Stuart, attore che apprezziamo in modo particolare, per Le chiavi di casa e molto più. Ci sembra esistere in lui quel perfetto connubio tra sensibilità artistica e capacità tecniche che in un attore è di fondamentale importanza.

Abbiamo ricavato da Cinematografo.it le seguenti recensioni:

“Auguriamo a Kim Rossi Stuart di trovarsi un posto nella piccola grande storia delle opere prime perché la sua prima esperienza da regista se lo merita proprio. (…) Con le partecipazioni a ‘Le chiavi di casa’ e ‘Romanzo criminale’ e con questo suo debutto da regista la figura di Kim Rossi Stuart, il cui muoversi controcorrente non cessa di stupire, fa un bel salto in avanti. Tenendo miracolosamente insieme, in equilibrio delicato, un’indole gentile, discreta e taciturna con un fondo – ne sono testimonianza il suo Freddo di ‘Romanzo criminale’ e il suo padre di ‘Anche Libero va bene’ – popolaresco, sanguigno, un po’ minaccioso.” (Paolo D’Agostini, ‘la Repubblica’, 5 maggio 2006)

“A 37 anni, Kim mostra di avere in regola le sue carte professionali. Figlio d’arte, bambino attore in un film di Bolognini, ha fatto in seguito ottime cose sullo schermo (con registi come Antonioni, Benigni, Amelio e Placido) e in tv. Sul palcoscenico si è misurato in un arduo duetto con un gigante della forza di Turi Ferro, poi è stato Amleto e Macbeth. Una carriera in continuo progresso, una maturazione artistica che lo ha portato ad autodirigersi in questo suo primo film. Dove impersona il cameraman Renato, un personaggio ispido e a tratti sgradevole, spesso con le furie nel cuore. Dirigendo se stesso e gli altri, il neoregista ha avuto il coraggio (o vogliamo chiamarla ispirazione?), di dimenticare i trucchi e le astuzie che costituiscono il bagaglio del buon professionista. La decisione vincente, razionale o istintiva, è stata di non fare il cinema, ma di rispecchiare la vita. Perciò i critici unanimi hanno messo in campo il riferimento a Vittorio De Sica, un altro attore passato dietro alla macchina per vocazione alla verità. Ma più di ‘Ladri di biciclette’ bisognava ricordare ‘I bambini ci guardano’, titolo che non stonerebbe su ‘Anche libero va bene’. (…) Accompagnando il protagonista senza mai abbandonarlo, l’autore imbastisce le sequenze più intense quando sottolinea la solitudine di Tommi, il suo doloroso risentimento tra il non comprendere e il non venire compreso, la difficoltà di legare con i compagni, le delusioni di un primo amoretto e la vertigine di un’esistenza a rischio ben raffigurata nelle ripetute fughe sul tetto di casa. Qui il ragazzino Alessandro Morace, scoperto in una scuola della periferia romana, si inserisce con sorprendente semplicità in una tradizione tutta italiana di piccoli protagonisti presi dalla vita; e si sarebbe tentati di presagirgli un futuro simile a quello di Franco Interlenghi, che partito in calzoni corti da ‘Sciuscià’ (1946) è ancora sulla breccia. Rossi Stuart e gli sceneggiatori che hanno collaborato con lui hanno avuto cura di rispettare le ragioni dei singoli personaggi anche quando appaiono aberranti, vedi il caso della madre sciagurata, e a non lasciarsi travolgere da parzialità o tentazioni di facili giudizi morali. Nel felice esito complessivo del film assume un accattivante rilievo la cornice romana tratteggiata dalla bella fotografia di Stefano Falivene.” (Tullio Kezich, ‘Corriere della Sera’, 12 maggio 2006)

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