la tristezza

La tristezza regna sovrana.
I trentatré minatori cileni sono usciti tranquillamente dalla miniera, in fila per uno col resto di zero, mentre la popolazione, i parenti, gli amici, gli astanti che a vario titolo partecipavano all’evento attendevano pazienti e pregavano, cantavano, speravano.
Eppure nemmeno una notizia così bella è riuscita a generare sufficiente gioia, se paragonata allo squallore di molte news della settimana. 

C’è un caso, in particolare, in cui la tristezza deriva dall’opinabilità dei confini.

Dove finisce la difesa del ruolo istituzionale e dove comincia l’abuso di potere?

Dove finisce la libertà d’espressione e dove cominciano demagogia e divismo?

     In un contesto, peraltro, che è quello della TV di Stato.

femminili e non solo…

La gestione di una rete televisiva presenta analogie con la gestione di un punto vendita. Sai cosa la gente vuole e glielo proponi.

La differenza è principalmente una: una rete televisiva fornisce prodotti mediali, impalpabili, mentre il POP  (= point of purchasing, punto di vendita) gestisce prodotti materiali, distribuendoli tra “gondole”, “isole” ed espositori invece che su un palinsesto.
Va poi chiarito quale tipo di punto vendita può essere assimilato a quale tipo di emittente televisiva.
Una grande rete generalista può essere accostata ad un grande magazzino, con reparti diversi che soddisfano bisogni diversi. un gruppo di emittenti ad un centro commerciale
Una piccola rete tematica può somigliare ad un negozio specializzato, una boutique d’alta moda, un negozio d’articoli sportivi, forse perfino il negozio per mancini gestito da Flanders a Springfield.
Massimo Comun Divisore vs. Minimo Comune Multiplo, mi è stato insegnato.
Aggregare il maggior numero possibile di mondi o agganciare target specifici, che sanno di potersi fidare di te 24 ore su 24 per guardare ciò che interessa maggiormente.
Nasce oggi, 12 maggio 2010 (san Pancrazio martire), La5, costola femminile e singolare dell’ammiraglia del Biscione, canale tematico gratuito del digitale terrestre. Se preferite quanto scritto all’inizio, reparto femminile aggiunto al supermercato già esistente.
I testimonial, tutti azzeccatissimi, hanno fatto simpatico capolino
per alcune settimane dagli schermi televisivi, salutando con le 5 dita della mano o addirittura chiedendoci se le cose dovessimo capirle con la musica.
Rispetto alle satellitari Fox Life, Fox Life +1 o Lei channel, anch’esse tematiche e femminili, La5, essendo canale slave gratuito di un’emittente commerciale generalista, raggiungerà un target più ampio.
Tornando al digitale terrestre,
entro la fine dell’anno vedranno la luce in casa Mediaset un canale all news e Italia 2, rete che dovrebbe declinare la verve e la velocità neurotrasmissiva di Italia 1 in chiave estrema e un po’ birichina.
Per la par condicio dobbiamo ricordare che, visto il successo di
Rai 4, l’azienda di viale Mazzini sta per lanciare Rai 5. L’azienda di viale Mazzini, inoltre, toglierà la parte “sat” alla denominazione dei canali DTT che la contenevano (RaiSat Premium e RaiSat Yoyo diventano Rai Premium e Rai YoYo) mentre, dal 18 maggio, per la gioia dei sostenitori del confusion marketing, ci sarà l’introduzione di un nuovo logo, uniforme per tutti i canali, con un quadrato al posto dell’attuale farfalla a due volti.
Telecom Italia Media ha partorito nei mesi scorsi La7 D (anch’essa a target femminile) ma stanno per nascere MTV + e La 7 on demand.
Si tratta di iniziative che consentono alle aziende televisive di strizzare l’occhio alla frammentazione e alla specializzazione del mercato, in una prospettiva di avvicinamento sempre maggiore ai gusti del pubblico (Berlusconi già negli anni ’80 immaginava la TV del futuro come una gigantesca edicola alla quale chiedere ciò che interessa).
Non c’è che dire, il bouquet che avremo a disposizione nei prossimi anni sarà sempre più allettante!

big Luciano!

“Oggi sarebbe uno dei big,
se non avesse fatto per tanti anni il dirigente!”

Mike Bongiorno, a Telemania (!)

La Corrida (che torna su Canale 5 l’anno prossimo, nda) nacque da una mia idea: proposi a Corrado di condurre un programma in cui la gente poteva esibirsi cercando di prendere il pubblico per le corna, come un toro, per conquistarlo. Corrado era perplesso, preferiva un varietà, ma io riuscii a convincerlo!

il protagonista del post, in un’intervista

Riflettevo nei giorni scorsi sui conduttori e sui personaggi del piccolo schermo ancora in auge, tra quelli della prima generazione. 
E ho pensato, tra gli altri, ad un signore nato a Reggio Calabria il 14 luglio 1932.
Vincitore di un concorso in Rai nel ’54, è passato da Parole mie a Tappeti volanti, da “Chiamate Roma 3131” a “Il sabato del villaggio” e molto altro, spiccando anch’ egli il salto da mamma Rai alle private, Telemontecarlo/La7, Odeon, Canale Italia. 

Negli anni ’70 ricoprì cariche dirigenziali, a parziale explicatio, se non excusatio della gaffe bongiorniana.

Mena vanto d’esser stato sposato da san Pio da Pietralcina.

Si chiama Rispoli. Luciano Rispoli.

Luciano Rispoli
Luciano Rispoli

 NB: il presente post è indipendente da contingenze storiche così come da finanziamenti occulti…

Fantabosco in pericolo

Mussi Bollini, capostruttura della fascia ragazzi di Rai Tre, dichiara di averlo saputo un mese fa.

In Rai vogliono togliere la fascia kids dal palinsesto della terza rete dal prossimo ottobre.

La strategia dell’azienda punterebbe a trasferire sulla piattaforma digitale terrestre, dove la Rai ha già due canali dedicati al pubblico più giovane (RaiGulp! e Rai Yoyo), le trasmissioni destinate ai bambini (che attualmente conquistano share non esaltanti) e modificare la fisionomia della terza rete.

Sospetti anche sui costi, sulla necessità di ottimizzare.

In realtà “non  c’è nessuna certezza riguardo la ricollocazione dei programmi sul digitale terrestre: il pericolo è che la Rai disperda il lavoro di anni, in cui è riuscita a dare un’identità di qualità ai programmi per bambini, intesi come tali, e non come mini-divi che partecipano ad una gara di canto o di ballo» (da Corriere.it). 

Rai Tre, fino a questa stagione,  è stata l’unica emittente pubblica generalista ad adempiere gli obblighi istituzionali verso il pubblico dei più piccoli, almeno per quanto attiene al day time del pomeriggio. In prima serata, la rete diretta fino a poco tempo fa da Paolo Ruffini ha mandato in onda anche i film di Hayao Miyazaki.

Gli uffici di viale Mazzini affermano che la Rai continuerà a investire e a fare tv per ragazzi ed il CPTV di Torino, specializzato proprio in questo, non corre alcun rischio. Aggiungiamo che la concessionaria di Stato deve produrre cartoni in osservanza di una legge di qualche anno fa, che ha recepito la normativa europea, e non basta la mattina di Rai Due ad ospitare i cartoni autoprodotti.

Su  Facebook è già stato creato un gruppo determinato a impedire il fatale accadimento, formato dai genitori che vedono in un certo tipo di televisione una baby sitter comoda e tranquilla.

In realtà il pomeriggio della nostra televisione rimane ricco di prodotti interessanti. Su Italia 1, tanto per citare un’emittente ed un prodotto a caso, si distingue Ben 10, il simpatico ragazzotto che riesce a trasformarsi in alieni diversi grazie ad un braccialetto di provenienza extraterrestre. Educa al rispetto della diversità e ad altri valori molto attuali, che mi riservo di spiegare in altra sede.

Dal 1° marzo, inoltre, Boing, il canale per ragazzi più seguito, ne trasmetterà la prima serie, dal lunedì al venerdì alle 7.25 e alle 20.

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