Hollywood sui Navigli

Lunedì scorso Roberto Formigoni ha inaugurato il  Polo cinematografico milanese, alla presenza di molti esponenti politici e dello spettacolo.

Qualcuno, anzi più d’uno, ha dichiarato che il cinema ha finito di parlare solo romanesco e che questa nuova realtà consentirà a Milano d’esprimere le proprie potenzialità anche in un ambito che in passato risentiva dell’egemonia capitolina.

Non voglio trattare in questa sede aspetti prettamente politici né riprendere l’antica disputa Roma/ Milano, che in Italia corrisponde a quella americana Los Angeles / New York e che si baserebbe su diversità di specializzazione (cinema vs. televisione), ma anche su diversità d’approccio, produttività, mentalità professionale.

Nell’ambito del mio cammino professionale ho conosciuto tutte e due le città e sono ovviamente  in grado di fare confronti.

Ma rifiuto gli sciovinismi e gli schieramenti di parte.

Oltre a Cinecittà e all’Italia, oggi lo scacchiere internazionale mette a confronto Hollywood per gli Stati uniti, Bollywood per l’India e la recent entry Nollywood per la Nigeria.

La mia speranza risiede nella globalizzazione degli skill, delle competenze e delle capacità, non nelle chiusure.

Che ben vengano, poi, i film su Alberto da Giussano.

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