L’aspetto di maggiore folclore del festival di Cannes 2014 è forse quello legato a ‘Grace di Monaco’, il film che il regista Olivier Dahan ha dedicato alla sfortunata attrice divenuta principessa monegasca, interpretata per l’occasione da Nicole Kidman (nel cast anche Tim Roth, Paz Vega, Frank Langella). Sembra, infatti, che la famiglia Grimaldi, nelle persone di Alberto, Caroline e Stefanie, abbia poco gradito il racconto di Dahan, non abbia ottenuto le modifiche e le visioni private richieste e, per tali motivi, voglia disertare la proiezione che, tra l’altro, è chiamata proprio a inaugurare la kermesse.
Quanto a noi italiani, un primo motivo d’orgoglio può derivare dalla locandina stessa del festival, con quel grande Marcello Mastroianni che, pur amando molto la Francia, era sicuramente molto italiano.
Un altro sperabile motivo d’orgoglio potrebbe arrivare da una Palma d’oro ad Alice Rohrwacher, unica italiana in lizza con ‘Le meraviglie’.
Asia Argento presenta l’autobiografico ‘Incompresa’ nella sezione Un certain regard, mentre Sebastiano Riso porterà sulla croisette il suo ‘Piú buio di mezzanotte’, con il racconto di una famiglia impossibile, nell’ambito della Semaine de la Critique (sua opera prima, è stato prodotto da IdeaCinema in collaborazione con Rai Cinema e sarà distribuito in Italia da Istituto Luce Cinecittà).
‘Lievito madre’ è il cortometraggio di Fulvio Risuleo in corsa a Cinefondation; pari che la trama consti in una rivisitazione del classico triangolo, con la non irrilevante differenza che uno dei vertici di questo triangolo è un impasto antropomorfo di farina, acqua e miele. ‘A passo d’uomo’, di Giovanni Aloi, è in lizza per la palma al miglior cortometraggio; la Film Commission del Trentino avrà uno spazio negli Special Screenings grazie a ‘L’avamposto’, del napoletano Leonardo di Costanzo, parte del collettivo ‘I Ponti di Sarajevo’.
È orgogliosamente bello, anche, sapere che la nostra Sophia Loren sarà al centro dell’attenzione per tutta la durata della manifestazione; a cinquant’anni da ‘Matrimonio all’italiana’ e a pochi gioni dall’ottantesimo genetliaco, la Sophia nazionale presenterà la versione restaurata del capolavoro di De Sica ma sarà presente anche nella sezione Cannes Classics, con ‘La voce umana’, diretto dal figlio Edoardo Ponti.
La Loren non sarà comunque l’unica diva di grido; ci sarà anche Meryl Streep, ad esempio, protagonista de ‘The homesman’, di Tommy Lee Jones, e Robert Pattinson, interprete di due pellicole, ‘Maps to the Stars’, di David Cronenberg, e ‘The Rover’, di David Michod (entrambi fuori concorso). Ci saranno, inoltre, Juliette Binoche,Charlotte Gainsbourg, Marion Cotillard, gli Spandau Ballet.
Tornando ai film, da segnalare fuori concorso ‘The Salvation’, originale western danese ispirato a una storia vichinga, diretto da Kristian Levring, e “L’homme qui aimait trop” , con Catherine Deneuve, per la regia di André Téchiné.
Alla Quinzaine des réalisateurs è di sicuro interesse ‘Gett: The Trial of Viviane Amsalem’, degli israeliani Ronit e Shlomi Elkabetz, incentrato sul divorzio rabbinico e sulle contraddizioni di un Paese moderno nel quale sopravvivono alcune mentalità antiquate.
Si attende con curiosità il film ‘Lost River’, di Ryan Gosling, un dark fantasy con Christina Hendricks alle prese con un mondo macabro sotto la città in cui vive.
Infine gli otto giurati: la regista neozelandese Jane Campion come presidente, le attrici Leila Hatami, iraniana, Do-yeon Jeone, sud-coreana e Carole Bouquet, francese; gli attori Willem Dafoe, statunitense, e Gael Garcia Bernal, messicano; i registi Sofia Coppola, americana, Nicolas Winding Refn, danese, e Jia Zhang-ke, cinese.
A presiedere la giuria per il miglior corto è Abbas Kiarostami, di Teheran.
Robert Pattinson è entrato nel nostro immaginario come vampiro, fa un certo effetto vederlo nei panni dell’arrampicatore sociale. Una prevedibile conseguenza, in fondo.
Georges Duroy, meglio noto comeBel Ami, nasce dalla penna di Guy de Maupassant. Ha fatto la mia conoscenza quando avevo sedici anni, in quella stagione che si dedica alle buone letture, dai classici russi a quelli francesi, qualche italiano e magari quel Joyce tanto amato dalla professoressa.
Vive ancora nella letteratura per la sua ambiziosa arrampicata sociale, i cui gradini furono l’amicizia di Charles Forestier, poi l’amore della di lui consorte e tutta una serie di relazioni viziose e virtuose (importante anche l’incontro con l’editore Rousset).
Arrivò a far cambiare il cognome da Duroy a Du Roy (“del re”, suona meglio) ma finí con l’indossare il soprannome che le sue conquiste gli attribuirono, quello di un seduttore cinico ma di bell’aspetto: Bel Ami, appunto.
Il film ‘Bel Ami –storia di un seduttore’, è una coproduzione italo- franco –britannica. È stato diretto
da Declan Donnellan e Nick Ormerod. Oltre a Pattinson, nel cast vale la pena di ricordare Uma Thurman nel ruolo di Madeleine Forestier.
In 2005, he had also contended for the role of James Bond in Casino Royale with Daniel Craig and Sam Worthington, but MORE/ (altro…)
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