il futuro delle emittenti locali (4)

Le televisioni locali stanno attraversando un momento difficile, anche a causa della mancata adozione del regolamento di disciplina delle risorse previste dalla legge di stabilità e dalla riforma dell’editoria, nonché dai ritardi nell’assegnazione dei contributi. L’Associazione Tv Locali aderente a Confindustria e i sindacati confederali – Cgil, Slc, Fistel-Cisl, Uilcom hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che riproduciamo qui di seguito: (altro…)

il futuro delle emittenti locali (3)

Il mio sospetto riguardo alle emittenti televisive locali è che non ci sia, all’orizzonte, un periodo di vacche particolarmente obese; quel che è piú grave, l’attualità piú recente sembra confermarlo.

  • Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno annullato le decisioni prese dal Consiglio di Stato in merito alle delibere Agcom sulla numerazione LCN, che definisce la posizione dei canali sul telecomando. Ricostruire tutta la vicenda sarebbe lungo e complicato ma, a quanto sembra evidente, alle televisioni locali resterebbero, almeno nelle prime cento posizioni, solo le numerazioni da 10 a 19 e da 97 a 99, nessuna tra 70 e 96. (⇐Millecanali)
  • Il gruppo emiliano Spallanzani, in attesa di vendere definitivamente le emittenti È Tv, ha deciso di abbandonare le sedi di Reggio Emilia e Modena, concentrando giornalisti e lavoratori in quella di Bologna, che resterebbe l’unica. Con riguardo alle singole emittenti, questo è davvero brutto perché È Tv operava a Modena e a Reggio con le sigle Antenna 1 e Teletricolore; per quanto concerne (altro…)

il futuro delle emittenti locali (2)

Le televisioni locali svolgono un lavoro eccellente e dev’essere loro riconosciuta un’importanza cruciale nel tessuto informativo del Paese. Ciò nonostante, il loro futuro sembra tutt’altro che di facile definizione. A mio avviso, parte del declino può derivare proprio dall’informazione perché, nell’era di internet, l’ottimo e libero telegiornale in onda alle 19.30 sull’emittente locale è in concorrenza con la testata on line, che documenta la notizia con maggiore rapidità e rende fruibili in tempo reale servizi fotografici e resoconti, che gli utenti possono visionare nelle modalità e nelle tempistiche a loro piú comode (in verità, questo fenomeno riguarda tutta la televisione, anche per i programmi non prettamente informativi, e sta forse definitivamente tramontando il concetto tradizionale di palinsesto). Il futuro delle televisioni locali, comunque, è stato oggetto di riflessione anche nello “Studio Economico del Settore Televisivo Privato”,  giunto alla XXI edizione e presentato giovedí 24 nella sede di Confindustria RadioTv (CRTV). Il rapporto, curato dall’Ufficio Studi e Ricerche Studi di CRTV, pubblicato nell’ambito dell’Osservatorio nazionale delle imprese radiotelevisive private in collaborazione con i sindacati Slc Cgil, FIStel Cisl e UilCom Uil, monitora il settore televisivo privato nella sua componente nazionale e locale, con particolare riferimento a quest’ultima.

L’editoria televisiva locale attrae ancora investimenti ma la somma dei patrimoni netti delle 305 società prese in esame nel 2013 è stata di quasi 695 milioni di euro, contro i quasi (altro…)

netflix e altri demoni (2)

  • Con riguardo a Netflix, bisogna aggiungere che arriverà ad ottobre anche in Spagna e che, nell’offerta, ci sarà anche un film con Brad Pitt, la commedia satirica  ‘War Machine’ , sulla guerra in Afghanistan, da un libro di Michael Hastings.

  • Discovery Communication, da par suo,  ha dichiarato che il suo servizio OTT ‘Dplay’ sarà disponibile in autunno, inizialmente, in Svezia, Italia e Danimarca, per poi estendersi a tutta Europa.

  • Apple TV, invece, oltre all’offerta on demand, ha aperto anche alle tv locali.

  • È in corso, fino a venerdí 12,  la ‘Social Media Week’ che, quest’anno, scende da Milano nella Capitale per dar vita a una settimana di conferenze e percorsi tematici  legati al tema dell’impatto della tecnologia mobile sul nostro quotidiano, lavoro, vita privata, creatività.

  • Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ha anticipato qualcosa dalla bozza del decreto legislativo sulla banda ultra larga, rivelando (altro…)

il futuro delle emittenti locali

Le emittenti televisive locali svolgono una funzione importantissima e chi vi opera svolge un lavoro importantissimo, anche a prescindere, ad esempio, dall’importanza della cronaca locale. Il loro futuro però sembra minacciato da numerosi nemici, tra i quali le stesse denunciano l’aumento del canone previsto da Agcom per lo svolgimento delle attività ed il recente emendamento inserito nella legge di stabilità che prevede l’ennesima ridistribuzione della numerazione delle frequenze e dei tasti del telecomando.

A breve, 144 imprese televisive locali potrebbero chiudere i battenti a causa d’interferenze con realtà confinanti, sebbene le loro frequenze siano state assegnate dallo Stato negli anni 2011 e 2011 in seguito a specifiche gare.

Oggi, mercoledí 3 dicembre 2014, le imprese televisive locali del consorzio Aeranti – Corallo hanno cominciato la messa in onda di uno spot che esprime la protesta verso le scelte governative e la preoccupazione per i risvolti occupazionali:

Slc-Cgil e Assostampa: settimana di sciopero a Sardegna 1 Tv

I lavoratori si asterranno dal lavoro in video e audio da domani oggi (martedì 24 giugno) sino a lunedì 30 giugno compreso. L’ulteriore iniziativa di protesta è stata decisa dalle organizzazioni sindacali in seguito al completamento della procedura di riduzione di personale effettuata dall’azienda. Lo scorso 6 giugno Sardegna 1 ha comunicato i termini entro i quali saranno effettuati i licenziamenti annunciati. Ai 3 dipendenti licenziati il 31 maggio scorso, si sono aggiunti altri 8 lavoratori ai quali è stata comunicata la cessazione del rapporto a partire dal 10 giugno. L’ultimo lavoratore sarà materialmente licenziato giovedì 26 giugno. A quasi nove mesi dall’inizio della mobilitazione (era il 3 ottobre dello scorso anno), i lavoratori di Sardegna 1 Tv vantano ancora 5 spettanze arretrate, rivendicano il mancato versamento delle quote del Tfr e quello dei contributi al Fondo pensionistico di alcuni giornalisti e tecnici. Mesi di protesta e di sciopero per vedere riconosciuto il diritto minimo: quello del pagamento del lavoro svolto. Per questo, Slc-Cgil e Assostampa hanno deciso di proclamare un’altra settimana di sciopero in attesa che sul fronte politico si rompa il silenzio che ha accompagnato la vertenza in tutti questi mesi e in particolare dopo l’avvio della procedura di riduzione di personale. Cagliari, 23 giugno 2014

SLC-CGIL, ASSOSTAMPA

l'unità d'(ig)Italia

Il Ministero dello Sviluppo Economico sta inviando in queste ore agli operatori di rete televisivi nazionali e locali i provvedimenti relativi all’assegnazione dei diritti d’uso definitivi delle frequenze televisive.
Tale procedura – normata dalla legge 220/10 e dal dl n. 34/11 – prevede l’obbligo di trasformare i titoli provvisori (rilasciati a livello regionale dal 2008 al 2012) in definitivi entro il 30 giugno 2012, in coincidenza con il passaggio al digitale su tutto il territorio nazionale.
Alle emittenti nazionali sono state rilasciate complessivamente 19 frequenze (16 in DVBT: 4 a Rai, 4 a Mediaset, 3 a Telecom Italia Media e 5 ad altri soggetti; 3 in DVBH) coerentemente alla pianificazione concordata in sede comunitaria e attuata con la delibera Agcom 181/09 Cons. A questa prima tranche si aggiungeranno altre 6 frequenze, che saranno assegnate secondo la gara a offerta economica recentemente stabilita dal Governo.
La durata prevista dei diritti d’uso, analogamente a quanto previsto da altri settori delle TLC, è di 20 anni, così come consentito dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche e dal regolamento Agcom  353/11/CONS, secondo cui il periodo di rilascio dev’essere adeguato per consentire l’ammortamento degli investimenti necessari per la valorizzazione delle infrastrutture che operano su tali frequenze.
Lo Stato potrà comunque apporre limitazioni, condizioni e obblighi sulle frequenze date in uso, anche in seguito a disposizioni comunitarie che dovessero essere emanate in materia, a deliberazioni adottate dall’Autorità nonché ad atti e provvedimenti emanati dal Mise. Per tale ragione, nello stesso provvedimento è previsto che il diritto d’uso possa esercitarsi su frequenze diverse da quelle assegnate, che consentano un’eguale capacità trasmissiva.
Il rilascio dei diritti d’uso è pienamente in linea con quanto delineato dal decreto legge n. 16/12 convertito in legge n. 44/2012 che prevede che l’Autorità ed il Ministero adottino ogni azione utile a garantire la concorrenza, l’uso efficiente e la valorizzazione economica dello spettro radio, in conformità alla politica di gestione stabilita dall’Unione europea e agli obiettivi dell’agenda digitale comunitaria e nazionale, anche attraverso la promozione degli studi e delle sperimentazioni di cui alla risoluzione 6/8Wrc 2012 e il puntuale adeguamento alle possibilità consentite dalla disciplina internazionale dello spettro radio, nonché  a favorire la diffusione degli standard televisivi MPEG-4 e DVB-T2.
Con l’assegnazione dei diritti d’uso e il completamento, avvenuti negli scorsi giorni, della transizione alla tv digitale, prosegue il processo di razionalizzazione ed efficientamento dello spettro italiano previsto dalla normativa vigente. In questo modo l’assetto frequenziale potrà assumere un assetto più stabile e fortemente predisposto alle future innovazioni tecnologiche, che consentiranno al mercato televisivo di consolidarsi e svilupparsi ulteriormente.

 

nota ministeriale

il digitale delle due Sicilie (4)

Lo switch off a Reggio Calabria ha avuto luogo venerdí scorso ma la situazione nello Stretto è ancora fluida.

A causa di alcuni fattori geografici, la provincia di Reggio è illuminata da ripetitori posizionati sia vicino Scilla che nei pressi di Cariddi, dunque in Calabria come in Sicilia, ed è anzi diffuso accorgimento dei reggini orientare l’antenna verso la terra di Pirandello per ricevere il maggior numero possibile di frequenze (ovviamente le emittenti locali e nazionali che trasmettono su Reggio hanno dei ripetitori anche sull’altra sponda!).

Le emittenti, inoltre, stanno ancora ottimizzando il passaggio al digitale e si consiglia di risintonizzare il decoder anche piú volte al giorno, per essere sicuri di avere le frequenze aggiornate (oggi non sono previste operazioni perché gioca l’Italia ma domani sarà delicato perché è previsto un secondo passaggio, contestuale allo switch off di Enna, Caltanissetta, Catania, Siracusa e Ragusa).

Sono arrivati Mediaset Italia 2, TGCOM 24, Cielo… Mancano però all’appello La 7, La 7D, MTV e altre realtà.

La situazione si stabilizzerà nelle prossime settimane, in attesa di quel 4 luglio in cui tutte le operazioni previste per il nostro Paese saranno finalmente concluse.

In alternativa, c’è sempre tivùsat 

il digitale delle due Sicilie (2)

Lo switch off in Abruzzo parte oggi regolarmente, a dispetto di quanto potesse sembrare da alcune recenti notizie su ricorsi e problemi burocratici. Oggi è il turno delle province di Chieti e Pescara, mercoledí di Teramo e L’Aquila.

Il giudizio pendente davanti al Tar Lazio, promosso dall’emittente Napoli Canale 21, che avrebbe dovuto rinviare almeno fino al 23 maggio il passaggio definitivo al digitale terrestre, non riguarda, secondo il Ministero, il territorio dell’Abruzzo. A dichiararlo Filippo Lucci, presidente del Corecom Abruzzo (rileggi il digitale delle due Sicilie).

Entro giugno, inoltre,  il governo metterà a punto ‘Digitalia’, “un pacchetto di spinta” alla digitalizzazione delle imprese e del sistema Paese nonché, nelle intenzioni, un salto di qualità nell’uso di internet. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, intervenendo ad un convegno di Confindustria Digitale, nell’ottica di un provvedimento legislativo che sia il piú possibile condiviso.

il digitale delle due Sicilie

Non hanno la parabola? che comprino il decoder!”

Maria Antonietta d’Asburgo – Lorena, ne Il Codice Peyo

Da lunedí 7 maggio il passaggio dall’analogico al digitale arriva alla fase conclusiva anche nelle regioni e province del Sud che non erano state ancora coinvolte.
La chiusura definitiva del segnale analogico, il vero e proprio switch off, avverrà secondo un calendario che il Ministero dello Sviluppo Economico ha definito nel seguente modo:

  • Abruzzo, Molise e provincia di Foggia*: dal 7 maggio al 23 maggio;

  • Basilicata, resto della Puglia e province di Cosenza e Crotone: dal 24 maggio all’8 giugno;

  • Sicilia e restanti province della Calabria: dall’11 al 30 giugno.

Sarà una nuova unità d’Italia. In digitale.

* AGGIORNAMENTO 3 MAGGIO 2012:

Con provvedimento cautelare monocratico n.1562/2012 reso in data odierna, nell’ambito del giudizio n. 2941/12 avanti il TAR Lazio, è stato sospeso, nei limiti dell’interesse azionato in tale giudizio, fino alla Camera di Consiglio del 23 maggio 2012, alla quale è stata fissata la trattazione in sede Collegiale dell’istanza cautelare, il Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico in data 14 dicembre 2011, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio 2011, recante “Definizione delle scadenze relative al passaggio definitivo alla trasmissione televisiva digitale terrestre dell’area tecnica dell’Abruzzo e Molise (inclusa la provincia di Foggia)” con il quale le suddette scadenze sono state fissate a partire dal 7 maggio 2012 ed entro e non oltre il 23 maggio 2012.

Con l’istanza di sospensiva, che verrà trattata in sede collegiale all’udienza del 23 maggio 2012 avanti la I sezione del TAR Lazio, l’impresa televisiva ricorrente ha chiesto, in particolare, l’emanazione del provvedimento cautelare al fine del riesame del decreto impugnato da parte del Ministro dello Sviluppo Economico affinché quest’ultimo fissi le nuove date dello switch off nell’area tecnica n.11 sul presupposto che dovrebbe intercorrere un intervallo di almeno tre/quattro mesi tra la data di rilascio dei diritti di uso delle frequenze e la data di inizio di tale switch off.

Nel ricorso si evidenzia, tra l’altro, che nonostante la fissazione dello switch off dell’area 11 a partire dal 7 maggio 2012, il Ministero non ha ancora provveduto al rilascio dei diritti di uso delle frequenze di trasmissione. Viene inoltre evidenziato che in relazione a ciò la situazione è insostenibile per la tv ricorrente sia che la stessa ottenga l’assegnazione di tali diritti di uso, sia che venga esclusa da detta assegnazione.

Infatti, nell’ipotesi di assegnazione, non sarebbe possibile realizzare lo switch off nelle date previste dal decreto ministeriale impugnato poiché non vi sarebbe il tempo per progettare la nuova rete di trasmissione (sulla base delle assegnazioni frequenziali ricevute), per procedere all’acquisto degli impianti, per chiedere le autorizzazioni urbanistiche, ambientali e igienico sanitarie.

Nel ricorso si spiega inoltre che la tv ricorrente, in mancanza di sospensiva , sarebbe stata costretta a spegnere gli impianti analogici alla data prevista dal decreto ministeriale impugnato, cessando le relative trasmissioni senza potere, allo stesso tempo, attivare gli impianti digitali prima di alcuni mesi, con ogni evidente conseguenza.

Nel ricorso si evidenzia altresì che qualora la tv ricorrente venisse invece esclusa dalle assegnazioni frequenziali, non vi sarebbero i tempi (cinquanta giorni) per la formazione, prima dello switch off, dell’accordo di “must carry” di cui all’art. 27 della delibera n.353/11/CONS della Agcom con un soggetto destinatario di assegnazione.

L‘Avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo e il Dott. Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv Locali Frt, nell’esprimere soddisfazione per la sospensiva concessa con il suddetto provvedimento cautelare monocratico, hanno dichiarato: “Aeranti-Corallo e Associazione Tv Locali Frt da sempre lamentano l’illegittimità di assegnazioni frequenziali pochi giorni o poche ore prima degli switch off. In tal modo, infatti – hanno proseguito Rossignoli e Giunco – le tv locali non sapendo, fino all’ultimo momento se avranno diritto all’assegnazione delle frequenze, non possono programmare investimenti e installazioni, organizzando le proprie reti per la transizione al digitale secondo i tempi calendarizzati. In relazione a ciò – hanno aggiunto Rossignoli e Giunco – le tv locali spesso non riescono a far sintonizzare i propri programmi al momento dello switch off, rimanendo così escluse dalla ricezione televisiva per tempi indefiniti. Auspichiamo che il provvedimento odierno della Magistratura Amministrativa – hanno concluso Rossignoli e Giunco – riapra la discussione su un tema fondamentale quale è quello della partecipazione a pieno titolo, da parte delle tv locali, al processo di transizione digitale.”

comunicato stampa

DarkLight