Aggiornamento 29 marzo: si è costituito il Comitato “SOS sale cinematografiche”. L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni pubbliche centrali e i cittadini di Roma sui rischi insiti nella totale liberalizzazione dei cambi di destinazione d’uso delle sale storiche chiuse, prevista dalla proposta di legge regionale n. 171, in fase d’approvazione. Spiega il professor Silvano Curcio, coordinatore dei “100 docenti delle Università di Roma”, tra i promotori del Comitato: “Cinema storici come il Metropolitan, il Volturno, il Paris, l’Airone, l’Impero, l’Apollo, il Palazzo, l’Aniene, il Pasquino, l’Embassy e l’Empire, solo per citarne alcuni, rischiano di essere trasformati in centri commerciali, sale giochi e in altri spazi a destinazione impropria, stravolgendo, snaturando o cancellando del tutto le loro valenze culturali materiali e immateriali“. Al Comitato partecipano, tra gli altri, Italia Nostra Roma, “100 docenti delle Università di Roma”, l’AFIC Associazione Festival Italiani di Cinema, Confartigianato Cinema Roma e Lazio, il CSC Centro Studi Cinematografici, Docomomo Italia, la Fondazione Piccolo America, la Fondazione Della Rocca, il Gruppo dei Romanisti, l’Istituto Nazionale di Architettura sezione Lazio, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Associazioni civiche e culturali e Comitati di quartiere. Tra le prime iniziative del Comitato la richiesta al Ministro della Cultura della piena attuazione della Direttiva Ministeriale del 26 agosto 2014, relativa alle sale cinematografiche di interesse storico, a partire dal propedeutico censimento delle sale stesse finalizzato all’eventuale apposizione di vincoli di tutela. In questa direzione, il Comitato si rende altresì disponibile a supportare attivamente la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio ai fini della conoscenza e del monitoraggio delle sale cinematografiche, nonché della proposizione dei necessari vincoli di tutela. (⇐ANSA)
Aggiornamento 26 febbraio: Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, ha scritto una lettera aperta al quotidiano ‘il Messaggero’.
Eccone il testo:
«Vorrei rendere noto l’intenso lavoro che la Regione Lazio sta svolgendo per chiarirne i termini ed evitare che rappresentazioni non veritiere, si prestino a qualsivoglia tipo di strumentalizzazione, rassicurando anzitutto che per le sale aperte non sarà consentito nessun cambio di destinazione. Facendo mia anche la preoccupazione di attori e registi famosi, tra cui Carlo Verdone, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino, Marco Bellocchio, Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino e di figure internazionali come Martin Scorsese, Steven Spielberg e Francis Ford Coppola, ho riunito i rappresentanti delle associazioni di categoria, insieme ad esperti. A tutti loro ho espresso la mia ferma posizione: nessun cinema attivo verrà mai chiuso nella nostra regione. Sappiamo, però, che molte sale dismesse da oltre dieci anni non possono rimanere abbandonate a sé stesse, diventando simboli di incuria e di abbandono. È tempo di agire. La nostra proposta di legge punta proprio a questo: riqualificare questi spazi e restituirli alla comunità come centri polifunzionali, con nuove attività culturali, sociali e aggregative. Le sale che da oltre dieci anni sono abbandonate potranno essere trasformate secondo i vincoli urbanistici esistenti. Abbiamo elaborato una soluzione che speriamo possa garantire un futuro luminoso per i cinema del Lazio. Il nostro piano di sostegno e rilancio, che si estenderà per i prossimi anni, include premialità relative alla cubatura, finanziamenti per la modernizzazione delle strutture e campagne di promozione per riportare il pubblico nelle sale. E viene bloccata qualsiasi possibilità di trasformazione da allora e per il futuro. Il Lazio è e sarà una Regione che investe nella cultura e la protegge dal declino. Il cinema va difeso con azioni concrete. Ed è ciò che stiamo facendo. Vi invito tutti a sostenere concretamente questa iniziativa, a tornare nei cinema e a continuare a celebrare la magia del grande schermo».
Aggiornamento 25 febbraio: la fondazione Piccolo America comunica che hanno firmato anche George Lucas, Giuseppe Tornatore, Cate Blanchett, John Landis, Adam Elliot, Michael Mann, Elliot Goldenthal, Doriana Fuksas, Massimiliano Fuksas.
Aggiornamento 24 febbraio: l’appello è stato sottoscritto, tra gli altri, anche da Steven Spielberg, J.J. Abrams, Giulia D’Agnolo Vallan, Judd Apatow, Fanny Ardant, Yorgos Lanthimos, Olivier Assayas, Efe Cakarel, Damien Chazelle, Pedro Costa, Willem Dafoe, Robert Eggers, Joanna Hogg, Dawn Hudson, Ella Kemp, John Landis, Elena Latorre, Ken Loach, Radu Mihaileanu, Frank Oznowicz, Paweł Pawlikowski, Lynn Rawlins, Isabella Rossellini, Mark Ruffalo, Shawn Sachs, Paul Schrader, Santiago Segura, Léa Seydoux, Jeremy Thomas, John Turturro, Thomas Vinterberg, Debra Winger, Aaron Yap, Alfonso Cuarón, Mark Cousins, James Franco, Antonio Monda, David Cronenberg, Fernando Trueba, Tony Kaye, Joe Dante, Edgar Wright, Emmanuel Lubezki, Kenneth Lonergan, Sean Baker, Josh Safdie, Bruno Delbonnel, David Robert Mitchell, Gaspar Noé, Mimmo Nocera, Pietro Brunelleschi, Laura Terenziani, Morena di Maria, Stefano Olivieri, Graziana Sillari, Adriano Losacco.
Aggiornamento 23 febbraio: Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Jane Campion, Wes Anderson, Ari Aster sono tra i firmatari di un appello, pubblicato sul Corriere della Sera, rivolto al presidente Sergio Mattarella e alla premier Giorgia Meloni, che si unisce alle riflessioni di tanti altri in queste settimane.
Primo firmatario, Scorsese, anche sollecitato dal Piccolo America, invita «i colleghi di tutto il mondo, direttori di festival e tutti gli operatori culturali a firmare questa lettera per salvare l’ultima possibilità di redenzione di una delle città culturali e artistiche più importanti al mondo. Questa lettera è indirizzata anche personalmente al Presidente Sergio Mattarella e al Primo Ministro Giorgia Meloni, per impedire qualsiasi conversione degli spazi culturali di Roma. È nostro dovere trasformare queste “cattedrali nel deserto” abbandonate in veri templi della cultura, luoghi capaci di nutrire le anime sia delle generazioni presenti che di quelle future». Riconvertire «spazi destinati al possibile rinascimento culturale della Città Eterna in hotel, centri commerciali e supermercati è del tutto inaccettabile». «Tale trasformazione rappresenterebbe una perdita irreparabile: un profondo sacrilegio non solo per la ricca storia della città, ma anche per il patrimonio culturale da lasciare alle future generazioni».
Aggiornamento: anche Francesco Totti, campione storico del calcio italiano, si è schierato a difesa delle sale cinematografiche. Ragionare diversamente sarebbe “il peggiore degli autogol”. In una nota diffusa dalla Fondazione Piccolo America, il capitano emerito della Roma cosí si è espresso: Continue reading “le sale cinematografiche non devono morire. Né noi con loro!”