appello per salvare il Salone Margherita

Aggiornamento: che poi, Salone Margherita o meno, il Bagaglino in televisione potrebbe tornare tranquillamente…
Da che mondo è mondo i politici fanno ridere, alcuni piú di altri, forse. La satira, dagli antichi Romani ai giorni nostri, ne è consapevole e vive stuzzicando l’intelligenza degli spettatori, invitandoli ad un riso che non di rado ha un che d’amaro ma è senz’altro liberatorio. Gigi Proietti – le Muse tutte l’abbiano in gloria – invitava a riflettere, infatti, sul fenomeno per il quale le parole “risata” e “satira” sono l’anagramma una dell’altra.
Uno dei templi italiani della satira è senz’altro il Salone Margherita, sede istituzionale, tra l’altro, degli spettacoli del Bagaglino.
È tuttavia in pericolo, il Margherita, dacché, dal 2020, non ha piú aperto i battenti:

«Non è davvero più possibile continuare in questo contesto – ebbe a dichiarare Nevio Schiavone, patron del Salone e titolare della società Cinema teatrale Marino & C., fondata nel 1920 dei fratelli Marino-. Alla continua pressione da parte dell’Istituto di via Nazionale che da due anni preme per riavere il teatro allo scopo di venderlo e quindi non ci ha concesso il rinnovo del contratto d’affitto, si è aggiunta la tragedia della pandemia. Lasciamo consapevoli ed orgogliosi di aver dato nuova linfa vitale in questi ultimi otto anni al Salone e nella consapevolezza che comunque Bankitalia manuterrà il teatro come un gioiello e lo farà vivere concedendolo alle produzioni con contratti transitori, in attesa di un acquirente che non si è ancora mai palesato pur se in vendita da oltre 10 anni. Anzi ci candidiamo sin da subito per poter continuare ad offrire ogni anno al nostro pubblico gli spettacoli ideati scritti e diretti dal maestro Pier Francesco Pingitore.»

Il quale Pingitore, giovedí scorso, 18 gennaio, con tanto di Valeria Marini al fianco, è stato audito dalla Commissione Cultura della Camera, per dare un fattivo contributo alla proposta di legge che si propone di “salvare” il Salone Margherita dall’oblio. Un Salone Margherita che viaggiava al ritmo di trecento repliche l’anno e che va adesso restituito “agli italiani ma anche agli stranieri” che, in tanti, facevano la fila al botteghino “per vedere uno spettacolo tipicamente italiano”. L’appello è avallato da attori e parlamentari, mentre la causa della riapertura del teatro è sostenuta da una risoluzione del deputato Gerolamo Cangiano.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, cui siamo riconoscenti anche per i virgolettati, si dovrà attendere la prossima audizione della Banca d’Italia, come promesso dal presidente della Commissione, co-firmatario della risoluzione, Federico Mollicone. Una soluzione – riporta ancora l’agenzia – è stata intanto avanzata da Federvivo, la federazione che, in seno ad Agis, rappresenta le associazioni dello spettacolo dal vivo: estendere il tax credit del cinema anche ai teatri; proprio una ricerca dell’Agis ha certificato che sono piú di quattrocento i teatri chiusi e riapribili su tutto il territorio nazionale.

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