formazione, digitalizzazione, inclusione, sostenibilità

Si è tenuto lo scorso 30 marzo, presso l’Accademia Peloritana dei Pericolanti di Messina, l’interessante convegno ‘Nuove tendenze nella formazione – Digitalizzazione, inclusione e sostenibilità’.
Molte le istituzioni coinvolte: Accademia delle Scienze di Torino, Università degli studi di Torino, Università Mediterranea di Reggio Calabria (DIIES), Università degli studi di Messina, Federazione italiana ‘Mathesis’ di Messina.
Il primo intervento, affidato al professor Alberto Conte, dell’Accademia delle Scienze di Torino, è stato per la verità assorbito dal secondo relatore, la professoressa Marina Marchisio, dell’Università degli studi di Torino, a causa di un impedimento di Conte. Questa la sinossi:


Negli ultimi due anni, il mondo dell’educazione ha dovuto affrontare sfide importanti che hanno messo in risalto l’importanza di integrare e potenziare le metodologie didattiche con le tecnologie per creare ambienti di apprendimento inclusivi e collaborativi, in accordo con il Digital Education Action Plan 2021 – 2027 dell’Unione Europea.”(*)
Il secondo contributo, a cura della citata Marchisio di Torino, era intitolato “La didattica ibrida e adattativa in un ambiente digitale di apprendimento”: “Un elemento centrale della didattica ibrida e adattativa è l’utilizzo di ambienti digitali di apprendimento per creare comunità di apprendimento inclusive e collaborative e per proporre un apprendimento adattivo”.
La terza relazione, a cura della professoressa Vittoria Bonanzinga, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha avuto come tema la “Formazione universitaria per i futuri docenti della scuola primaria sulla valutazione formativa automatica”: “L’uso diffuso di strumenti tecnologici ha evidenziato la necessità di adottare nuove metodologie didattiche e quindi di formare docenti e futuri docenti sull’utilizzo di risorse digitali e di metodologie didattiche innovative, come la valutazione formativa automatica”.
Il quarto intervento è stato curato dalla professoressa Liliana Restuccia, Università di Messina e associazione Mathesis, “Sull’introduzione di competenze digitali nei curricula scolastici”: “Nell’ultimo decennio la società ha subito notevoli cambiamenti in tutti gli ambiti vitali. L’introduzione di tecnologie informatiche nella scuola può influenzare sul modo in cui l’educazione viene impartita e su come gli studenti la recepiscono. In particolare l’introduzione delle competenze digitali insieme all’educazione all’uso dei media, con attenzione alle dinamiche sociali trattate online, e alla qualità e integrità delle informazioni (attendibilità delle fonti) e alla loro circolazione (con i diritti di protezione dei dati) è diventata una nuova competenza chiave richiesta agli studenti (a seconda del livello e grado di istruzione), chiamata information literacy.”
La dottoressa Valeria Fradiante, dell’Università di Torino, ha piuttosto concionato sul “Problem solving per lo sviluppo sostenibile” dacché “L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma d’azione per il pianeta. Attraverso la risoluzione di problemi contestualizzati che sfruttano le potenzialità di un Ambiente di Calcolo Evoluto i possono far riflettere gli studenti su tale tematica, sviluppando competenze di problem solving e digitali.
La dottoressa Cecilia Fissore, anch’ella in forza all’università degli studi di Torino, ha illustrato “Metodologie digitali e guidate dei dati per lo studio dei linguaggi specialistici”: “Difficoltà di apprendimento possono derivare da difficoltà linguistiche. Approcci didattici supportati dalle tecnologie, centrati sullo studente e guidati dai dati possono supportate la comprensione del linguaggio specialistico che ogni disciplina possiede.
Il dottor Matteo Sacchet, anch’egli di stanza nel sabaudo ateneo, ha gettato un affresco sulle “Attività didattiche sull’intelligenza artificiale: la prospettiva degli insegnanti STEM”: “Il concetto di Intelligenza Artificiale (AI) potrebbe sembrare qualcosa di molto lontano dal mondo della scuola, tuttavia l’impatto che l’IA sta producendo in diversi ambiti della nostra vita impone una riflessione anche sul mondo dell’istruzione e della formazione. È necessario formare gli insegnanti non solo sui contenuti teorici inerenti a questi temi, ma anche sulla progettazione di attività didattiche per adottare approcci educativi innovativi.
Non meno torinese, dal punto di vista accademico, il dottor Fabio Roman, che ha relazionato sul tema “Il meglio di entrambi i mondi: la didattica blended e ibrida”: “La didattica in presenza e quella a distanza non sono affatto alternative che si escludono: l’esperienza della pandemia ha mostrato la possibilità di coniugarle in modalità in grado di prendere ciò che è migliore da tutte e due, utili da essere messe in atto anche in regime di normalità, per esempio, nella progettazione di un insegnamento universitario.”
L’intervento finale è stato curato dal dottor Carmelo Cisto, dell’Università di Messina, su “Apprendimento blended: un’esperienza di utilizzo dei dispositivi mobili per il corso “fondamenti di matematica per l’istruzione di base”: “(…)un’esperienza di didattica in modalità blended per il corso di “fondamenti di matematica per la formazione di base”, tenuta presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La caratteristica principale di questa esperienza è stata l’utilizzo della piattaforma e-learning dell’università per consentire agli studenti di svolgere i test sia dentro sia fuori dall’aula, soprattutto utilizzando dispositivi mobili”.
Si è poi tenuto un confronto tra i relatori e alcuni docenti di professione. Non è mancata, peraltro, una rappresentanza del Centro internazionale scrittori della Calabria.

(*) Tutti i corsivi sono stati tratti dal programma ufficiale dell’evento

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