perfect days

(attenzione, spoiler)‘Perfect Days’,di Wim Wenders, è la storia vera di Hirayama (Kōji Yakusho), onesto e alacre impiegato della The Tokyo Toilet, azienda demandata alla pulizia e all’igienizzazione dei bagni pubblici e dei vespasiani nella ridente capitale giapponese.
S’alza, Hirayama, ogni giorno alla stessa ora; ripiega il futon, si lava i denti, s’accorcia i baffi, si fa la barba, annaffia le piante, indossa la tuta di servizio, prende una bibita dal provvidenziale distributore automatico vicino casa, si reca al lavoro e pulisce in modo scrupoloso e solerte gli avveniristici servizi igienici della megalopoli, arrivando a controllare con uno specchietto il livello di pulizia degli stessi. Si concede poi una capatina ai bagni pubblici e in un piccolo locale per mangiare; non s’addormenta prima d’aver letto un buon libro (ad esempio Faulkner) e ama le sue musicassette anni ’70, che ascolta in auto e dalle quali non si separerebbe per tutto l’oro del mondo.
Gli è di relativo aiuto il collega Takashi (Tokio Emoto), meno solerte di lui, alle prese con una bislacca fidanzata, simpatico e istrionico anche se, almeno in parte, inafferrabile.
La routine che ad altri sembrerebbe frustrante e invivibile è condotta, invece, da Hirayama (Kōji Yakusho) con dignità e semplicità. Possiede, nondimeno, note non secondarie di nobiltà e poesia; Hirayama ama la natura, in particolare gli alberi, è felice quando il cielo e felice e aiuta il suo prossimo ogniqualvolta gli è possibile farlo.
Qualcuno ha accostato la sua filosofia alla filosofia zen. Come l’attenta regia di Wenders sembra suggerire, ogni giorno è comunque diverso dal precedente e può essere diversamente raccontato. Lo stesso Hirayama, chiacchierando con un signore sulle rive del fiume, arriva a concludere:

«Se nulla cambiasse, nulla avrebbe senso!»

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