Enneagramma, questo sconosciuto

Sebbene il contesto fosse perfettibile, nella mia vita è entrato l’Enneagramma, per opera di un bravo giovine.

L’etimologia di “enneagramma” viene dal greco e porta al significato di simbolo caratterizzato da nove elementi; si tratta, infatti, di una circonferenza in cui nove punti sono collegati tra loro da rette.

È utilizzato in ambito esoterico, psicologico, medico e addirittura aziendalistico, quando i selettori del personale piú aggiornati lo preferiscono a sistemi ormai ritenuti preistorici.

La sua origine si perde nella notte dei tempi (Babilonesi?) ma pare che i sufi medievali lo avessero già portato a un buon livello di strutturazione; la comparsa nel mondo moderno risale agli anni Sessanta del Novecento e si deve al filosofo armeno Georges Ivanovic Gurdjeff e al suo discepolo Pëtr Dem’janovič Uspenskij.

Applicato in ambito psicologico, si è configurato in Occidente come una mappa psicologica delle personalità e delle strutture caratteriali; rielaborato da autori quali Oscar Ichazo e Claudio Naranjo, è diventato uno strumento profondissimo ed efficace di autoconoscenza e indagine psicologica, integrandosi anche con la PNL, le mappe dei tipi psicologici di Jung, perfino i fiori di Bach.

Non mi è possibile andare molto oltre ma il consiglio spassionato è davvero quello di approfondirlo, per conoscere meglio se stessi e gli altri. Può dare tantissimo, piú di molti manuali accademici o pretenziose terapie.

È opportuno fare il test, anche scaricandolo da internet, verificare come si è posizionati rispetto ai  nove enneatipi e da lí cominciare lo studio personale. 

miserie e nobiltà

Capire come funzionano il mondo e l’animo umano è inevitabile e necessario.

Avere un nobile cuore e una buona codifica dei valori, però, è sicuramente una cosa importante.

Quando ci si comporta in modo leale e generoso, si sta volando alto

e dovranno essere gli scorretti, semmai, a doversi vergognare della loro meschineria.

Ci hanno ingannato? Peggio per loro!

de natura deorum

“Gli esseri umani sono sicuramente pazzi:

non sono capaci di costruire nemmeno un verme

ma divinità ne fabbricano a centinaia”

Michel de Montaigne

L’universo ha 13,82 miliardi di anni ed è fatto per il 68% di materia oscura, a quanto sembra; in teoria, dunque, gli dei potrebbero abitare proprio all’interno di questa (san Giovanni afferma che “Dio è puro spirito”, non dovrebbe dunque avere bisogno di fisica dimora; un greco lo metterebbe sull’Olimpo, un egizio nella natura).

Le divinità e le religioni provvedono a una codifica di base dei valori, danno ordine alle comunità appena formate, danno forma agli interrogativi sulla natura e sul destino dell’uomo nonché agli archetipi dell’essere.

Gli dei devono per forza essere immortali, lo sono in quasi tutte le religioni e la spiegazione è abbastanza ovvia. Se morisse, ad esempio, il dio del mare, come si farebbe a inventarne un altro? Come farebbero i membri di una stessa comunità a mettersi d’accordo ogni volta su tutto (nome, epiteti, iconografia, miti) e i padri a tramandarlo ai figli? Sarebbe una bella faticata; d’altra parte la differenza mortale/immortale è alla base della necessità stessa di un essere supremo.

Molto meglio guardare il cielo, chiedersi con i propri simili cosa siano quelle luci cosí strane che vi appaiono e scompaiono a ritmi regolari e mettersi d’accordo su come chiamarli; il resto verrà di conseguenza ( a dire il vero, ogni tanto gli dei cambiano, quando un popolo si sostituisce a un altro o la società sente bisogno di un cambiamento).

Ci si deve accordare, poi, se gli dei siano o debbano essere migliori, uguali o perfino peggiori dei mortali.

I Greci li vedevano antropomorfi, litigiosi, tremendamente vendicativi e perfino invidiosi, se gli esseri umani erano piú felici di quanto strettamente necessario.

Altri popoli hanno preferito caricare la divinità di tutti i predicati che completano i limiti dell’uomo:

Mortale/Immortale;

Destinato a invecchiare/ Eternamente giovane;

Vulnerabile / Invulnerabile;

padre che ho in questo mondo/Padre Eterno di tutti gli uomini;

madre che ho in questo mondo/ Madre Eterna di tutti gli uomini, ecc…

Chissà, Dio potrebbe essere l’energia che pervade l’universo oppure coincidere almeno parzialmente con quello che gli scienziati, come anticipato all’inizio, chiamano “energia oscura” e “materia oscura”!

come l’acqua per il cioccolato

Quando si tenta di leggere un essere umano, ci si deve ricordare che non si tratta di una struttura compatta e monolitica ma di una soluzione acquosa, il cui equilibrio dipende dagli ingredienti che la compongono e dal coefficiente di acidità.

L’equilibrio può essere formato dai seguenti ingredienti:

  1. autostima (verso la propria intelligenza, bellezza, simpatia);

  2. affetti (amore e amici; gli ingredienti 1 e 2 sono strettamente correlati perché gran parte delle proprie sicurezze derivano dai parenti e dal prossimo);

  3. ricchezza spirituale (importantissima);

  4. realizzazione professionale e situazione lavorativa (in età scolare anche i voti);

  5. vissuto personale:
  6. prestigio sociale.

Dall’esterno è difficile capire l’equilibrio tra gli ingredienti; anche persone che potrebbero sembrare granitiche a un’analisi di superficie possono presentare, in realtà, una struttura interiore piú complessa.

La vera Forza nasce dall’Equilibrio; violenza e superbia derivano proprio dalla sua mancanza.

il mouse e la clava

“Sei ancora quello della pietra e della fionda”

S. Quasimodo

Oggi ricorre la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

È argomento che non può essere tacciato di retorica perché, ancora oggi, l’attualità presenta esempi evidenti di come l’Homo sapiens sia ancora quello “della pietra e della clava”, a dispetto del livello tecnologico e della diffusa illusione di raggiunta civiltà della quale la nostra società ama agghindarsi. La violenza contro le donne ha le sue radici in un retroterra culturale antiquato, che si esprime con le forti sperequazioni che, a parità di meriti, distinguono i livelli raggiunti dalle donne rispetto a quelli degli uomini. Si manifesta inoltre, in misura piú drammatica, anche nella vita delle casalinghe, delle donne picchiate dai mariti o sottoposte a vessazioni in ambito lavorativo.

È orribile che succeda ed è inconcepibile che continui a succedere.

L’argomento violenza, però, non si limita alla categoria delle donne; esso riguarda anche gli omosessuali, gli stranieri e tutti coloro che sembrano obiettivi perfetti a chi ha aggressività da scaricare, frustrazioni da esprimere o senso di appartenenza al branco da manifestare.

È incredibile come l’uomo di oggi, che ha fatto sue alcune cognizioni d’alto livello in molti ambiti, non sia riuscito a liberarsi delle istanze belluine che gli appartenevano quando viveva ancora nelle caverne, mangiava carne cruda e parlava emettendo solo fonemi elementari. Soprattutto, poi, se le dette tecnologie diventano una moderna clava, un ulteriore strumento di cattiveria che consente la creazione sui social network di pagine derisorie contro i piú deboli.

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