la pasqua di Maddalena

As my readers know, the tradition of Mary Magdalene and the possibility that she was the Jesus’ companion, has always turned my attention on.

On Easter, according to an ‘ancient tradition related to the figure of Mary Magdalene, in the Orthodox Countries people use to color eggs in red.

The tradition has it that the Saint, having told Peter of the Resurrection, was answered with a strong disbelief and denial. The eggs she kept in her womb, though, became coloured in a bright vermilion, the same of the blood, and only that miracle was able to convince Peter, who decided only then to go to the tomb for checking what had happened.

I am also pleased to report a personnel suspect, I currently consider as a simple suggestion.

The legend of the ‘ sang real ‘ has it that Mary Magdalene, after the well-known events, moved to France.

In the Gospel it is written as following:

“Now go your way, tell His disciples and Peter that he goes before you into Galilee” (Mt, 28, 7; Mk 16: 7).

What if … what if … Galilee was a misprint for ‘Gallia’ , that is the Latin name of France?

Dan Brown would have a toast… And we with him…

Come sapete, la tradizione di Maria Maddalena e l’eventualità che sia stata la compagna di Gesú, ha sempre acceso la mia attenzione.

A Pasqua, secondo un’antichissima tradizione legata proprio alla figura della Maddalena, nei Paesi di religione ortodossa si usa colorare le uova di rosso.

Si vuole, infatti, che la Santa, dopo aver detto a Pietro della Resurrezione, si sia vista opporre un netto e incredulo rifiuto. Le uova che portava in grembo, però, si colorarono d’un acceso colore vermiglio, lo stesso del sangue, e questo miracolo riuscì a convincere Pietro che, solo allora, decise di andare al sepolcro a vedere cos’era successo.

Mi è gradito, inoltre, riferire un sospetto personale, al quale attribuisco, al momento, il valore di una semplice suggestione.

La leggenda del ‘sang real’ vuole che la Maddalena, dopo le note vicende, si sia trasferita in Francia. Nel Vangelo è riportata la seguente frase: “Ora andate, e dite ai Suoi discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea” (Mt, 28, 7; Mc, 16, 7).

E se … e se… Galilea’ fosse  un refuso, in luogo di ‘Gallia’, cioè l’antico nome della Francia?

Dan Brown stapperebbe lo spumante… E noi con lui…

 

liturgie con piú Respiro

Chi va a messa la domenica probabilmente non ci fa caso, ma santaromanachiesa dovrebbe verificare l’adeguatezza dei suoi templi alle normative di sicurezza.

Quanti luoghi di culto hanno, ad esempio, un numero di uscite proporzionale ai fedeli, in caso di sisma o incendio?

Quante possono garantire sufficiente aerazione, anche quando il sacerdote ha un po’ esagerato con l’incenso?

Dalla vigente normativa, si evince che i luoghi di culto non rientrano tra le attività soggette ai controlli di sicurezza antincendio, in quanto non rientranti nelle attività elencate nel decreto ministeriale 16 febbraio 1982 e semmai ascrivibili, ex decreto 10 marzo 1988, tra i locali “a rischio basso”. Secondo le legge, dunque, chiese, sinagoghe e moschee non sono soggette a controlli di sicurezza, non hanno una normativa di riferimento e, quand’anche considerati come “luoghi di lavoro”, sarebbero a rischio “basso”.

Per le problematiche antisismiche, la legge italiana piú recente è il Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008, che obbliga l’accurata verifica della staticità degli edifici pubblici definiti “strategici” (per es. scuole, ospedali, chiese, musei e ponti) e definisce i principi per progettare, realizzare e collaudare edifici antisismici. Il decreto detto “mille proroghe” ha fatto slittare l’entrata in vigore di queste norme antisismiche a giugno 2010, ma deve ancora entrare in vigore.

A prescindere da questo, sarebbe piú alto anche dal punto di vista spirituale se certi riti perdessero la forma antiquata e paganeggiante che talvolta possiedono.

Alcune liturgie, laddove necessarie, si potrebbero fare anche all’aperto, magari con la disponibilità di un sagrato grande, una piazza, e situazioni favorevoli dal punto di vista meteorologico. Fuori dallo sfarzo, spesso superiore al necessario, di alcuni templi.

La celebrazione delle Palme, per esempio, dovrebbe essere una liturgia outdoor.

attenti al lupo (di Gubbio)

Ieri, mentre guardavo il film “Chiara e Francesco”, mi sono ricordato di una curiosa informazione elargitami un giorno dal caro Geggione.

Secondo una teoria che Geggione medesimo avrebbe sentito da altra fonte, il cd “lupo di Gubbio” non era un canide che viveva nelle foreste e terrorizzava le locali popolazioni e i relativi armenti, bensì un barbone, una sorta di furfante emarginato che era stato soprannominato “lupo di Gubbio” per il suo stile di vita, di certo poco urbano.

 

la santa anoressia

La storia della Chiesa è costellata di figure che hanno temprato la propria spiritualità a forza di rinunce e mortificazioni.

Il concetto di base è: “Mortifico il più possibile la mia carne, la parte materiale dell’essere, in modo da elevare lo Spirito e avvicinarmi a Dio”.

San Francesco si sottoponeva a digiuni prolungati e mortificava nella neve gli aneliti della carne. Anche se era poi capace di elevare inni sublimi alle meraviglie del creato…

Santa Caterina da Siena si nutriva d’erbe, pane e acqua. Quando curava i lebbrosi, si puniva per il disgusto comprensibilmente provato bevendo l’acqua nella quale erano state disinfettate le loro ferite. Chiamava la sua anoressia “il male che mi tiene unita a Cristo”e affermava: “In vita mia non ho mai gustato più gradevole bevanda!”

Padre Pio era capace di sottoporsi a delicati interventi chirurgici senza anestesia.

Potremmo proseguire a lungo, prendendo in esame flagellanti e penitenti di tutti i tipi.

Secondo “La Santa anoressia”, un libro pubblicato anni or sono, i santi possono essere affetti da anoressia e bulimia alla stessa stregua dei comuni mortali. Atteggiamenti come quelli descritti sono inequivocabilmente patologie del comportamento alimentare e, di conseguenza, dell’equilibrio interiore.

Con la differenza della motivazione, in questo caso mistica.

Non stiamo appoggiando tale decodifica, ma vi riflettiamo sopra.

È lecito chiedersi:

  • Davvero è così che ci si avvicina a un Dio/ Amore?
  • Perché purificare l’anima con scelte alimentari?
  • Una condotta eccessivamente dura è garanzia di santità?
  • Che legame c’è tra tali esperienze e l’ascetismo praticato, ad esempio, dai santoni indiani?

sepolcri imbiancati

La Quaresima è il periodo dell’anno in cui, per antonomasia, affiorano le contraddizioni di certe esperienze spirituali. Sepolcri imbiancati, attenti solo a ostentare invece che a migliorarsi, si prendono a sberle, si sottopongono a privazioni, credono di vivere bene i misteri della loro religione con semplici accorgimenti alimentari. Quasi che un po’ di moderazione nel cibo possa coonestare le mancanze d’amore o altre colpe, ben più gravi.

Se facciamo del bene non ha senso che se ne meni vanto, sarebbe fariseismo o atteggiamento da pubblicano. La ricompensa, se opportuna, c’è comunque.

Lungo il cammino dell’uomo, persone meravigliose, illuminate da un  Messaggio Superiore, hanno indicato al mondo possibili strade per riavvicinarsi al divino e temprare la propria spiritualità.

Le religioni da loro fondate, però, non si sono limitate alla spiritualità e alla contemplazione del divino.

I loro dogmi si sono spesso appesantiti di norme giuridiche, sociali, perfino igieniche. E sono stati ulteriormente rimaneggiati nel corso della storia. 

D’accordo, era necessario dare a comunità non strutturate regole oggettive, che valessero per tutto e supplissero a mancate codifiche precedenti.

Ma, se espungiamo il credere per fede, cosa autorizza alcuni uomini a mettersi sulla bocca “Dio vuole così… Per piacere a Dio dovrai… non dovrai…”

Ancora. Per quale motivo regole stabilite in contesti specifici dovrebbero essere estese all’infinito, nel tempo e nello spazio?

religioni a confronto

Nella mitologia egiziana, il dio Ptah creò l’uomo con l’argilla e gli soffiò nelle narici l’alito vitale.
Nella mitologia ebraica, l’uomo venne creato col fango e ricevette la vita attraverso il Respiro.
Nella mitologia greca, Prometeo crea l’uomo con il fango e lo vivifica col fuoco degli dei.
Le antiche culture riportano in pratica lo stesso mito per spiegare la nascita dell’uomo.
Può sembrare blasfemo che abbia inserito in questo elenco anche la narrazione che c’è nella Bibbia ma, non dimentichiamolo, essa era la summa di tutte le tradizioni ebraiche, anche di quelle mutuate da altri popoli (Mosè, probabile autore del Pentateuco, era stato allevato alla corte del Faraone).
Un mio amico egittologo mi ha anche spiegato che la parola ebraica Elohim, che  normalmente traduciamo Dio, è un plurale.

orrore!

Ricordate quei 30.000 professori di religione che il vecchio ministro Moratti aveva messo in regola senza che, in tutta schiettezza, se ne sentisse l’imminente bisogno?

Ebbene, so da fonte certa che i medesimi potranno chiedere anke il cambio di ruolo e andare a insegnare a tempo indeterminato Storia e Filosofia alla faccia dei laureati in Storia, Filosofia e simili che magari avevano fatto anche la scuola di abilitazione all’insegnamento!

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