una scenografia per Sanremo 2040

Aggiornamento 6 febbraio: perché no, anche una bella fontana barocca, con giuochi d’acqua ed un trionfo di sirene, tritoni e satiri! Stavolta la pizza è stata Marinara…

Non so se avete saputo ma domani, 6 febbraio 2024, prenderà il via la LXXIV edizione del festival della canzone italiana di Sanremo, la cui struttura e la cui scenografia sono state ampiamente divulgate.

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la Santità del Cupolone. E altri demoni…

Aggiornamento 7 febbraio: alcune fotografie hanno attribuito alla cupola della scenografia piú rilevanza di quanta, al momento, sembra averne. A livello d’inquadrature molto è giocato sulla scalinata. Bello il meccanismo in grado d’abbassarsi e sollevarsi. Led incastonati in modo sapiente nella struttura.
Non so se avete saputo ma martedí prossimo, 7 febbraio, prenderà il via la LXXIII edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo. Vogliamo riflettere sulla scenografia, già ampiamente divulgata, firmata da Gaetano Castelli. Per la prima volta, dopo tanti anni, se proprio non si torna, si vira verso una scenografia strutturata, che non dipende più, almeno in gran parte, dai led-wall o dagli switch glasses. È una scelta coraggiosa. A noi è capitato spesso di riflettere, nel nostro piccolo, sulla “obbligatorietà” dei led nelle scenografie che si vedono oggi; per carità, nella civiltà frammentaria e frenetica in cui viviamo, soprattutto nella fruizione dei media, la fluidità sembra dover essere la massima possibile ma il valore aggiunto del Maestro scenografo dove affiora?
Un secondo spunto di riflessione riguarda la scelta di Mediaset di non interrompere, come quasi sempre s’è fatto, la normale programmazione. Gli spazi pubblicitari saranno venduti a prezzo pieno ma gli ascolti dei vari programmi saranno piú bassi; Pier Silvio Berlusconi, nell’ambito dell’ennesima presentazione di Media for Europe, ha dichiarato*:

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Cinecittà si Mostra (2)

Le riprese del film ‘Che strano chiamarsi Federico, che Ettore Scola sta dedicando a Fellini, volgono al termine e domenica 12 maggio il mitico Teatro 5 (dove il maestro, appunto, lavorava) si apre al pubblico per un’interessante mostra/backstage (successivamente dal 19 maggio al 23 giugno): speciali, visite guidate, percorsi d’approfondimento e laboratori per scoprire i luoghi e le passioni di Fellini (prosieguo perfetto dell’iniziativa ‘Cinecittà si Mostra, varata l’anno scorso).

Lo spettatore è accolto innanzitutto da alcune frasi celebri tratte dai film realizzati in questo tempio del cinema;

  • la prima sala è dedicata alla scenografia, ha l’aspetto di un’attrezzeria specializzata ed è decorata con i disegni di preparazione di film famosi;
  • la seconda è dedicata alla serie ‘Rome’, il cui set è uno dei più grandi tra quelli allestiti negli ultimi anni ed è ancora visitabile;
  • c’è poi un set ambientato nel Settecento, quello del mockumentaryPOST’ (CSC Production), che tratta la post produzione;
  • la sala successiva dà ospitalità al nobile mestiere del costumista e custodisce una collezione di costumi che spazia dall’antica Roma fino al ventesimo secolo. Gli abiti sono stati indossati tutti da grandi artisti; basterà ricordare quello di Sophia Loren in ‘C’era una volta’ di Francesco Rosi (1967) o quello indossato da Cameron Diaz in ‘Gangs of New York’ di Martin Scorsese (2002) (per quanto riguarda Fellini, si possono ammirare l’abito di ‘Tre passi nel delirio’ (episodio Toby Dammit) (1968) realizzato da Piero Tosi e quello di Mandrake indossato da Marcello Mastroianni in ‘L’intervista’ – 1986 – e realizzato da Danilo Donati). 

Per quanto riguarda la sezione “Backstage”, le sale da considerare sono sei, dedicate rispettivamente alla regia, alla sceneggiatura, al sonoro, al costume (con possibilità di costruire virtualmente i costumi, combinando abiti, parrucche, accessori tratti da alcuni importanti film girati in via Tuscolana), alla finzione, ai settantacinque anni di Cinecittà.

  • la stanza del regista è la prima e consente un vero e proprio tuffo nel mondo dei grandi Maestri, Fellini ma anche Sergio Leone, Lina Wertmüller, Martin Scorsese, Carlo Verdone, Roberto Benigni;
  • la stanza della sceneggiatura consente di capire cos’è veramente questo importante passaggio, mettendo a confronto stralci di sceneggiature, storyboard e sequenze di film (‘I Cavalieri che fecero l’impresa’ di Pupi Avati o ‘Le avventure del Barone di Münchausen’ di Terry Gilliam, per esempio);
  • la stanza del sonoro, grazie al prezioso lavoro del Cinefonico, lascia assaporare la scomposizione del sonoro nelle singole tracce: dialoghi, rumori e colonna sonora;
  • la stanza della finzione è dedicata agli effetti speciali e al trucco;
  • dulcis in fundo, ‘I numeri di Cinecittà’, la sala che racconta la storia dell’istituzione attraverso i numeri e introduce in un set a sorpresa, che degnamente conclude il percorso.

Rileggi Cinecittà si Mostra (1)

la Montinaro a Sanremo

La bravissima Francesca Montinaro curerà la scenografia del festival di Sanremo 2013, in luogo del maestro Gaetano Castelli che detiene il record per numero delle scenografie sanremesi disegnate.

Alla scenografa, cui va il nostro migliore in bocca al lupo, appartiene un portfolio di tutto rispetto:

  • Quello che (non) ho (LA7);
  • Vieni via con me (Rai 3);
  • Le invasioni barbariche (LA7);
  • Gli Intoccabili (LA7);
  • Piazzapulita (LA7);
  • tutto l’impianto e la newsroom di TV2000;
  • L’era glaciale (Rai 2);
  • Exit (LA7);
  • Lo spaccanoci (Italia 1);
  • Invisibili (Italia 1);
  • La Mala EducaXXXion (LA7d);
  • Effetto domino (LA7);
  • Il tornasole (Rai 2);
  • Festival di Sanremo 2013 (Rai 1)

per limitarsi alla televisione…

il futuro di Cinecittà (3)

Oggi, 21 giugno 2012, il sindacato Ugl Comunicazioni manifesterà, con altre sigle sindacali, “per dire no a qualsiasi forma di esternalizzazione o dismissione che sta mettendo a rischio il futuro di Cinecittà” (Salvatore Muscarella, segretario nazionale Ugl). La protesta consterà di un sit in a piazza Cinecittà, davanti agli uffici del X Municipio, cui ne seguirà un altro in via Tuscolana e un secondo in piazza Cinecittà. È inoltre attivo un blog («Salviamo Cinecittà»), con una petizione sottoscritta finora da cinquecento persone.

I rischi paventati dai sindacati sembrano ispirati alla decisione di far passare alla Panalight sei lavoratori, di affittare l’intera postproduzione a due società del gruppo Deluxe Italia, il trasferimento di cinquantacinque a un’altra società del gruppo IEG, venti licenziamenti annunciati e incertezza per altri quaranta lavoratori.

Non è mai stato presentato un vero piano industriale e non ci è stata fornita alcuna garanzia occupazionale, inoltre dal ministero dei Beni Culturali e dal ministero dell’Economia non abbiamo avuto nessuna risposta. Non è possibile che il destino di oltre 200 lavoratori sia affidato alle sole parole di chi è responsabile dello stato di crisi aziendale.È il momento che si faccia un passo indietro e si mostri vero senso di responsabilità, lasciando spazio a chi possa essere veramente in grado di rilanciare gli storici studi cinematografici” conclude Muscarella.

Quello che si sa dalle fonti ufficiali è che l’azienda vuole migliorare e ottimizzare, secondo tre direttrici:

·       il settore delle scenografie confluirà in una società specifica, “Cinecittà allestimenti e tematizzazioni” (Cat), con sede a Castel Romano, sulla Pontina, dove gli artigiani saranno al servizio non solo del cinema ma anche dei parchi tematici) (rileggi anche Cinecittà, nel suo piccolo…);

·       all’interno degli studi sta per sbarcare la Panalight, uno dei maggiori operatori per il noleggio dei mezzi tecnici di ripresa (per cui dovrebbero andare a lavorare alcuni lavoratori, forse sei);

·       l’affitto del ramo d’azienda della postproduzione (Cinecittà digital factory) al colosso mondiale Deluxe (e ottantotto persone «cambieranno casacca»).

Giuseppe Basso, direttore generale di Cinecittà Studios, ha spiegato che l’obiettivo è quello «di una riorganizzazione complessiva per riportare gli studi alla loro missione, cioè attrarre il cinema internazionale. Servizi ancillari finora in concorrenza con aziende d’eccellenza come la Deluxe saranno realizzati dalle stesse industrie punte di diamante del settore, dentro casa nostra. Al momento non c’è nessuna ipotesi di vendita della postproduzione. È un affitto. Creeremo una sinergia potente al servizio della cinematografia e dell’audiovisivo, nell’ottica di un rafforzamento di un’attività già vivace: non è vero che l’anno scorso è stato girato un solo film. Chi lo afferma fa male a se stesso, e al nome che dice di voler difendere».

Questo, evidentemente, non basta a calmare gli animi e a impedire preoccupazioni. I sindacati paventano che l’affitto alla Deluxe Italia possa essere un primo passo verso la vendita. La costola Panalight poi avrà un numero esiguo di dipendenti, quelli che vi entreranno vedranno cadere alcune tutele. Si sarebbe di fronte, in sintesi, allo smantellamento di Cinecittà, un marchio che diventerebbe una scatola vuota.

C’è, poi, quello che qualcuno ha definito “delitto perfetto”, se non addirittura “conto alla rovescia per le sorti di Cinecittà”: l’annunciata realizzazione di un albergo, una piscina, e forse anche un centro benessere, spiegati dal presidente Luigi Abete come servizi in piú alle troupe, come “un progetto industriale per cui si vorrebbe smettere di girare film e adibire gli studi all’intrattenimento”.

In realtà non sembra che i servizi citati possano costituire un danno o un depauperamento degli Studios…

Infine, si lamenta che Fintecna sarà dismessa, in virtú del decreto governativo sulla vendita degli immobili pubblici (già il ministro Galan, nella precedente legislatura, aveva trasformato “Cinecittà – Istituto Luce” in una S.r.l. controllata da Fintecna, rileggi il futuro di Cinecittà).

I PD Vita e Orfini hanno chiesto un’indagine conoscitiva in commissione Cultura e un tavolo presso il ministero del Tesoro «perché ci si ripensi prima che sia troppo tardi». Italia dei valori e Sel sembrano essere del medesimo orientamento.

Ci piace concludere ricordando che Cinecittà ha spento settantacinque candeline proprio quest’anno, è il secondo marchio italiano piú conosciuto al mondo ed è stato definito dal presidente della provincia Zingaretti «fulcro del rilancio dell’audiovisivo nella regione» (è stato proprio lui a garantire che farà da mediatore con il governo e gli altri enti locali). Il Rapporto 2011 “Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia”, curato dall’Area Studi della Fondazione Ente dello Spettacolo, riporta che il 2011 è stato un anno record nella produzione di film italiani, con la realizzazione di ben 155 pellicole, la migliore performance della storia dopo quella del 1960.

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