per grandi e per piccini (22)

  • Latino lingua morta? Non lo si dica a Irene Regini, professoressa di lettere classiche in Belgio e curatrice del canale Satura Lanx su YouTube. Appassionata da sempre alla lingua di Seneca, Tacito e Cicerone, Irene usa la tecnologia della rete per fare brevi lezioni, interamente in latino, per insegnare a parlarlo correttamente.
  • Sebbene si sia cimentato anch’egli nell’insegnamento, Paperino risplende per meriti ben diversi da quelli di scuola. Nell’anno del suo ottantacinquesimo genetliaco, una nuova mostra gli rende omaggio a Lucca, dal 26 ottobre al 3 novembre, al Mercato del Carmine. S’intitola, la mostra, (altro…)

che ve ne farete del latinorum? (2)

Il latino ed il greco per come li abbiamo studiati fino ad oggi non interessano a nessuno
una classicista che ho ascoltato di recente

‘Il mio professore di greco pretendeva che conoscessi il greco’
Luca Laurenti

Lo studio del latino e del greco antico è indispensabile. Esso ci consente di uscire dai nostri ambiti professionali per ribadire l’importanza di alcune chiavi di lettura necessarie a comprendere la lingua, la cultura, la simbologia. La cultura classica deve essere finalizzata alla consapevolezza nell’uso della terminologia scientifica e filosofica, alla conoscenza delle categorie mentali che sono nate nel mondo greco-romano (la democrazia, il teatro ecc.), alla consapevolezza delle tecniche e buone prassi che a noi sono pervenute attraverso un processo di stratificazione durato secoli. La stessa mitologia è fondamentale, per capire le metafore usate nel linguaggio quotidiano, la letteratura, la storia dell’arte, l’astronomia, i simboli.
Ad aprile 2017 avrà luogo un seminario, (altro…)

metamorfosi a confronto

L’eco del post ‘Ovidio al posto di Plauto deve ancora cessare e già un nuovo stimolo appare all’orizzonte.

Galeotta una conferenza alla quale ho partecipato di recente, altrettanto interessante rispetto all’opera ovidiana sembra adesso quella di Apuleio, ʻLe Metamorfosi’, anche nota come ‘L’asino d’oro’.

Opera tra le piú scopiazzate nella storia della letteratura, ‘Le Metamorfosi’ di Apuleio è divisa in undici libri perché, sembra, dieci erano i giorni che preparavano all’iniziazione ai culti di Iside e uno era quello conclusivo (per l’antichità è un’eccezione, ché le opere venivano normalmente raccolte in ventiquattro, dodici, sei o quattro volumi).

Il riferimento a Pinocchio sarebbe ovvio, essendo la Fata Turchina una riproposizione della Dea per come si manifestò a Lucio diventato disgraziatamente asino ma innumerevoli sarebbero le suggestioni presenti in altre esperienze letterarie; è interessante notare la scelta dell’animale, perché l’asino (meglio, l’indomabile onagro suo cugino) era stimato come cavalcatura dei re ed acquisí accezione negativa solo in un secondo momento.

Due degli undici libri delle Metamorfosi ospitano, inoltre, la storia di Amore e Psiche, con tutte le peripezie che la fanciulla dovette passare per volere di Venere e con tutte le letture esoteriche che ne possono derivare.

Qui di seguito, l’invocazione di Lucio a Iside, testimonianza di come già gli antichi avessero intuito come le diverse divinità erano solo nomi diversi di un unico dio (rileggi qui e qui):

(altro…)

ovidio al posto di plauto

Ovidio è stato uno degli autori latini piú letti e amati nella storia della cultura occidentale, ne andava matto anche Shakespeare. La lettura delle sue Metamorfosi consente una visione d’assieme su buona parte della mitologia antica, l’Ars amatoria o altri suoi scritti sono di sicura bellezza.
La domanda, pertanto, sorge spontanea: perché non mettere la lettura e lo studio di Ovidio come classico al posto di Plauto in terza liceo (i programmi delle altre scuole dove si fa latino al momento non mi sovvengono)?
Con tutto il rispetto per l’autore dei Menaechmi, sembra che le sue problematiche possano essere affrontate in modo esaustivo durante il primo anno di corso, con letture mirate, mentre lo studio del Miles gloriosus in terza liceo sottrae spazio ad argomenti piú interessanti e formativi, che sarebbero utili ad una migliore consapevolezza del mondo antico.

papa Benedetto XVI lascia il pontificato

Il papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, ha annunciato che lascerà il trono di Pietro il prossimo 28 febbraio. Lo ha detto durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto.

da un’Ansa delle 11.46

Pope Benedict XVI, born Joseph Ratzinger, announced he will leave the throne of Peter next February 28. He said during the consistory for the canonization of the martyrs of Otranto.

Source: Ansa, 11.46 am 

rileggi umorismo vaticano

nonché Habemus papam

per non parlare di  Che humour! (2)

W la scuola! (2)

“La società nasce dalla scuola”

una prof

La preparazione dei cittadini di uno Stato dovrebbe essere la piú omogenea possibile, pur con le dovute specializzazioni. È inammissibile, infatti, che cittadini della stessa nazione sappiano scrivere, leggere, far di conto o ragionare in maniera diversa sol perché hanno frequentato istituti diversi nel ciclo della scuola media superiore.

Poiché, a dispetto della passione massmediale che copre, in effetti, la gran parte dei miei interessi, mi è sempre appartenuta una discreta sensibilità verso il mondo dell’istruzione, mi è riuscita la formulazione di una teoria che, a mio avviso, risolverebbe molti dei problemi che affliggono il mondo nella scuola e, a integrazione di quanto già scritto in W la scuola!, sarebbe articolata nel modo seguente:

  • ripotenziare le scuole elementari, con esami alquanto seri al termine delle tre classi finali;

  • far durare le medie cinque anni, assorbendo gli attuali bienni;

  • cominciare il latino in prima media, sacrificando solo un’oretta di educazione tecnica e di educazione musicale (fatte bene già alle elementari) e, opzionalmente, il greco in quarta media;

  • studiare all’ultimo triennio delle superiori Italiano, Storia, Matematica, Lingue, Economia politica e aziendale, Informatica, Diritto e materie d’indirizzo.

rileggi W la scuola!

e tre modeste proposte

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