una modesta proposta (2)

Sulle note di 'Italia amore mio' (E. Filiberto di Savoia, Ghinazzi, Canonici)
(F. Fazio) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro, 
nell'eleganza e nello stile, coniugati con impegno puro.
Ritengo giuste le ambizioni di un cuore che non si arrende, 
e temo le affermazioni di chi ha studiato poco o niente. 
(P. Curatola) Io credo nella mia cultura, nella mia preparazione, 
per questo non ho paura di esprimere la mia opinione. 
Io sento battere piú forte il cuore di un visionario, 
che oggi sai, afferra un sogno, da sempre nel suo bel diario.
(tenore) Se il Pasquy adesso è qui , è dono del buon Dio e di Fazio, amico mio!
No, io non mi stancherò, di dire Pasquy mio, sei dono del buon Dio! 
(P. Curatola ) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia, 
chiudevo gli occhi e progettavo d'affermarmi senza ipocrisia. 
(F. Fazio) Non volevano farti affermare, anche sapendoti intelligente, 
e questo t'ha fatto soffrire, lo puoi dire chiaramente. 
(tenore) Se il Pasquy adesso è qui, lo dobbiamo al buon Dio e a Fazio, amico mio!
No, io non mi stancherò, di dire Pasquy mio, tu grande idea di Dio! 
(F. Fazio) Io credo meriti rispetto l'onestà di un ideale, 
che un sogno chiuso in un cassetto adesso possa decollare!
(P. Curatola in vece del tenore) Sí, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio!

Olivetti, il mercato e la visione

La poesia, intesa anche come capacità di vedere il mondo al di là delle piccolezze e delle contingenze, non è una colpa. La capacità visionaria nemmeno. In virtú del genio tradizionalmente insito nel DNA degli italiani, è piú che plausibile, peraltro, che il personal computer sia nato da un’italica idea, cosí come è successo per la pizza, il bel canto, il telefono, la radio ed il Pasquale Curatola’s Blog.

Pare, infatti, sia stata l’azienda eporediese Olivetti, per iniziativa dell’ingegner Pier Giorgio Perotto, a partorire la “Programma 101”, macchina che, per prima, consentiva di inserire dati e ricevere elaborazioni senza essere piú ingombrante e costosa di uno strumento da scrivania. La Olivetti la presentò alla fiera di New York del 1965, riscuotendo grandissimi consensi e meritando titoli che la definivano “il primo computer da scrivania del mondo”; l’azienda di Ivrea divenne dunque la prima produttrice europea di macchine per ufficio, la prima al mondo per macchine da calcolo.

La divisione elettronica dell’Olivetti venne ceduta alla General Electrics nel 1996, con una scelta condivisa dai piú e dai piú giustificata con le difficoltà sempre maggiori nella ricerca.

L’azienda negli anni Sessanta era guidata da quell’Adriano Olivetti che è tornato sul piccolo schermo ieri e lunedí, grazie all’interpretazione di Luca Zingaretti, a prosieguo della tradizione biografica tipica della fiction di Rai 1 e a doveroso omaggio a un visionario decisamente in gamba (i meriti manageriali sono evidenti né erano di minor pregio quelli spirituali e umani di un idealista, filantropo e teorizzatore d’idee politiche innovative).

La miniserie, interpretata anche, tra gli altri, da Francesco Pannofino (Dalmasso, della concorrente Itala), Stefania Rocca e Francesca Cavallin, prodotta dalla Casanova di Luca Barbareschi e diretta da quel Michele Soavi che può vantare, accanto ai meriti artistici, d’essere nipote di Adriano Olivetti, ha fatto segnare ascolti decorosissimi, nell’ordine di 6.117.000 telespettatori nella prima puntata (22.92% di share) e 6.345.000 (24.67%) nella seconda.

Unica nota di tristezza, la salute di Luca Barbareschi; il produttore ha dichiarato di non avere alcunché d’incurabile ma di doversi comunque curare, cancellando al contempo gli impegni teatrali con lo Stabile di Genova (in programma c’era ‘Il discorso del re’) e limitandosi, il prossimo 4 novembre, alla presentazione del film ‘Something Good’, sua piú recente produzione. 

Marcello Dudovich, Olivetti, 1921
Marcello Dudovich, Olivetti, 1921
(grazie a Pittori italiani dell’Ottocento)

i viaggi di Jules in una serie

È andata in onda questa mattina in prima TV su Rai 2 la puntata d’esordio della serie ‘Le straordinarie avventure di Jules Verne’ (pare possa accedere anche in futuro, il sabato e la domenica alle otto in punto). 

Serie tra le piú interessanti, realizzata e prodotta da Rai Fiction, Musicartoon e Lux Vide, racconta le gesta che il visionario scrittore Jules Verne, padre di racconti quali ‘Il giro del mondo in ottanta giorni’, ‘Dalla Terra alla Luna’ o ‘Viaggio al centro della Terra’ avrebbe potuto vivere da giovane, andando in giro per il mondo a cercare tesori e scoprire segreti.

A fianco del genio ancora alle prime armi, la bella Amelie, l’amico Artemius e gli animali che nei cartoni animati giocano spesso un importante ruolo nell’agganciare l’attenzione dei piccoli telespettatori.

Turbo: va sano e va lontano!

Chi va piano va sano e va lontano. In piú, può sempre mettere il… Turbo!

Già, perché Turbo è il nome di una simpatica lumaca (o chiocciola?) con una passione che, per un mollusco gasteropode, è affatto originale: le corse di automobilismo! Sogna, il visionario, di partecipare alla mitica ‘Indy 500’, gara che si svolge negli Stati Uniti per il Memorial Day!

Può sembrare il classico sogno impossibile ma, come spesso avviene nei film della DreamWorks, anche il sogno piú ambizioso può diventare realtà, se perseguito con nobile cuore e purezza d’intenti.

Turbo’, il film che racconta le gesta di questa simpatica lumachina, uscirà in 3D nelle sale americane il 19 luglio, in quelle italiane il 21 agosto.

Netflix, un portale che all’estero ha un ruolo di primo piano nello streaming, ha inoltre concluso un accordo con la DreamWorks per la realizzazione di un’intera serie tv su questo gasteropode insolitamente veloce; s’intitolerà ‘Turbo: F.A.S.T. (Fast Action Stunt Team)’ e uscirà il prossimo dicembre. I film d’animazione della DreamWorks, peraltro, passeranno in toto a Netflix e non saranno piú trasmessi dalla HBO.

Turbo Dreamworks
Turbo, gasteropode tra i piú visionari, con alcuni Turbo friends
DarkLight