Caffè e latte. E altri demoni.

Secondo alcuni nutrizionisti, la combinazione del caffè e del latte, tanto cara alla prima colazione di molte persone, non è il massimo perché la caseina del latte “annienta” gli antiossidanti del caffè.
Secondo un’altra scuola di pensiero, ascoltata ieri sera nell’ambito di un interessante programma televisivo, la combinazione tra le proteine del latte e gli antiossidanti del caffè raddoppierebbe l’effetto antinfiammatorio sulle cellule umane.
Chi scrive non fa il nutrizionista e non ha studiato Scienze dell’alimentazione.
Si permette tuttavia, in questa sede, di ricordare l’interessante aneddoto, peraltro anch’esso ieri sera accarezzato, che riguarderebbe l’origine del caffelatte, se non del cappuccino. Con cornetto incorporato ma anche no.
Sull’origine della combinazione, citata anche da Carlo Collodi quando Pinocchio percorre una certa palude, ci sono due versioni.
La prima è che il cappuccino sia nato a Vienna, dove la panna, piuttosto che il latte montato, serviva a coprire l’amaro del caffè. Il nome richiamerebbe il colore dell’abito dei frati cappuccini.
La seconda, decisamente piú suggestiva ma altrettanto viennese, è la seguente.
All’indomani della battaglia di Vienna del 1683, che pose fine al famigerato assedio, gli ottomani in fuga si lasciarono dietro grandi scorte di caffè. I chicchi bruciavano sui campi di battaglia ancora brulicanti di focolai e l’aroma si spargeva nelle campagne. Tale Jerzy Franciszek Kulczycki, ufficiale polacco d’origine ungherese, già con l’acquolina in bocca, subodorò, oltre all’aroma, il potenziale commerciale, ed aprí a Vienna il primo café che la città avrebbe conosciuto. Forse le due versioni possono incontrarsi.

Quanto al cornetto, vuole la storia, forse la leggenda, che le truppe ottomane, per eludere quelle asburgiche, scavarono dei tunnel per sbucare direttamente nel cuore di Vienna e conquistarla. I fornai della città, che di notte, normalmente, lavorano, s’accorsero dei rumori e dei movimenti e diedero l’allarme, consentendo alle truppe austriache di stroncare sul nascere il pernicioso intendimento degli avversari.
Un pasticciere viennese, si sarebbe ispirato alla sconfitta turca ideando un impasto a forma di mezzaluna per consentire ai suoi avventori di “mangiarsi”, almeno metaforicamente, il mondo islamico alla stessa stregua di come l’esercito austro-ungarico ne aveva sopraffatto le milizie.
Nasceva il Kipferl, impasto dolce o salato, a forma, appunto, di mezzaluna.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

DarkLight