mii… a schifio finisce!

Una volta mi hanno raccontato il seguente aneddoto, siete liberi di non crederci. In ogni caso leggete anche questo post con forte accento siciliano e accompagnamento di scacciapensieri.
Sicilia, Palermo, primi anni ’80. Un venditore di spazi pubblicitari per un’importantissima emittente privata nazionale aveva chiuso un contratto con un produttore locale di divani che, secondo la vox populi, aveva legami con la mala.
Chiamati a raccolta i dipendenti e installati tre televisori in una grande sala, si era così espresso:
“Cari colleghi e dipendenti, oggi per la noscia azienda sarà una gionnata storica! La noscia pubblicità andrà in onda niente di meno che su ***! È un’occasione unica e ho piacere a condividella con voi tutti!
Mizzica!”, pare abbiano risposto gli astanti.
Arrivò il momento tanto agognato. Previste le 14.27? Ebbene, arrivarono le 14.27. A dire il vero anche le 14.28. Poi anche le 14.29. La cassetta con lo spot si era persa, la pubblicità non era andata in onda….
Il manager che me l’ha raccontato e i suoi collaboratori chiusero fax e telefoni, blindarono il portone della filiale di Palermo e si nascosero nelle campagne che circondano l’antica e nobile capitale della Sicilia.

ultime dal satellite..

Leggo su Millecanali.it che Mediashopping, il canale di vendite di Mediaset già visibile sul digitale terrestre, su internet e presso alcuni centri commerciali, ora è visibile anche su Sky, al canale 808.
Sarebbe inoltre concluso il braccio di ferro tra Rupert Murdoch e il suo ormai ex socio John Malone, titolare della Liberty Media,terza media company degli Stati Uniti, realtà di rilievo a livello mondiale.
Murdoch acquisterà il 16,3% della quota detenuta da Malone in News Corp, e questi si rifarà con il 38,5% della TV satellitare murdochiana Direct Tv, più 550 milioni di $ in contanti e tre canali sportivi regionali.

de Castellis animatis

...e vai col latinorum! Davvero maccheronico, stavolta…
Mi sono accorto di non avere minimamente chiosato la mia partecipazione a Castelli animati (v. post precedenti) e tenterò con il presente intervento di correggere tale disattenzione.
Tanto per cominciare, il festival I Castelli animati, giunto alla sua XI edizione, rappresenta l’Italia nel circuito degli otto festival europei d’eccellenza per il Forum Cartoon, la manifestazione europea organizzata dall’U.E. per selezionare nuovi progetti produttivi da realizzare con cofinanziamento europeo e per assegnare il Cartoon D’or, l’Oscar europeo per il cortometraggio animato. Prendervi parte o contribuire alla realizzazione di alcune delle sue componenti è dunque titolo di altissimo prestigio.
I prodotti che vengono presentati ad un Festival specializzato sono spesso diversi da quelli che vediamo in televisione.
I cartoni destinati ai target commercialmente rilevanti non mancano di sicuro, la loro categoria è rappresentata in modo più che adeguato.
Ma l’offerta complessiva strizza l’occhio anche a prodotti che non troverebbero mai spazio nei palinsesti delle reti televisive. Per dei motivi abbastanza ovvi.
In alcuni casi si tratta di prodotti che, come anticipavo, aggrediscono target non rilevati dall’Auditel, non avrebbe pertanto senso acquistarli o mandarli in onda.
In altri casi si tratta di prodotti che non sono compatibili con le linee editoriali delle emittenti, per dei motivi che dipendono dalle scelte di marketing o di pianificazione aziendale.
In altri casi ancora, e questo non sarà  mai sottolineato abbastanza, si tratta di opere che si servono del linguaggio dell’animazione SENZA essere cartoni animati secondo nel senso comune (e inesatto) del termine. Quello che i non addetti ai lavori non sanno, o fanno finta di non sapere, è che l’animazione è semplicemente il linguaggio con cui l’artista ha deciso di esprimersi, non il fine del suo lavoro. Solo nella programmazione televisiva destinata ai minori l’animazione viene considerata scelta d’obbligo per raggiungere la spiritualità dei bimbi e accendere la loro fantasia, il loro interesse. Ma l’animazione si presta a innumerevoli altre declinazioni, dal cinema dal vero alla pubblicità, dai videoclip agli effetti speciali, alle nuove frontiere offerte dalla convergenza digitale.
Quanto ai contenuti specifici del Festival, beh…. peggio per voi se ve lo siete perso! (next edition should be in 2007, by the way…).

Lulu.com

Lucia, una Pasqual friend di Reggio, mi chiede dei ragguagli su come sia riuscito a pubblicare i miei libri (vai ad Attività letteraria, nel menu).
Ripeto qui quello che ho scritto nella risposta alla sua cortese mail.
Il mercato editoriale è una giungla inestricabile.
Chi ha letto i miei libri mi ha detto, spero sinceramente, che sono di gradevolissima lettura.
Eppure le case editrici mi hanno risposto soltanto “Le nostre collane sono sature” (se grandi), oppure “Possiamo pubblicarLa a pagamento” (se piccole, magari dopo concorso truffa).
Www.lulu.com, invece è il trionfo della democrazia, chiunque può pubblicarvi e studiare le strategie di comunicazione e promozione in modo autonomo, o con i loro strumenti.
Ovviamente prendendo qualche precauzione (SIAE, telegramma e raccomandata mandati a sé stessi, mail certificata, magari notaio…)

i tempi cambiano

Nel 2006 Google, che vede gli investimenti pubblicitari nei suoi confronti crescere del 92% ogni anno, arriverà a fatturare in Inghilterra più di Independent Tv, una rete commerciale da sempre leader in pubblicità.

Per il leader mondiale tra i motori di ricerca sarà il secondo colpaccio, visto che già il sorpasso di Channel Four, prestigiosissimo canale britannico, aveva fatto parlare non poco. La pubblicità su Internet, e con essa la New Economy, sembra percorrere un trend positivo.
Ha a suo vantaggio alcuni elementi, che depongono bene agli occhi degli investitori, come l’interattività o la pluralità di servizi, la possibilità di orientare la pubblicità in modo più selettivo, aggredendo i target che frequentano un certo sito e, consequenzialmente, hanno comportamenti, metodi di fruizione, stili di vita in linea con i siti frequentati.

Passa a Pasquafone!

Coloro che si occupano di pubblicità lo sanno bene, avere per cliente un’azienda operante nel settore della telefonia è particolarmente significativo.
La telefonia, l’automobilistica, la grande distribuzione sono settori che tradizionalmente investono moltissimo in comunicazione e, dacché la pubblicità campa in misura proporzionale a quanto vi si investe, il discorso è immediatamente intuibile (vedi comunque oltre).
Al di là del dato quantitativo, tuttavia, mi piace riflettere anche sulla qualità delle campagne di questi anni (non è questa la sede, d’altra parte, per tirare un discorso troppo scientifico).
Trovo infatti che le campagne pubblicitarie promosse dai gestori telefonici abbiano un qualcosa in più rispetto alle altre.
Per esempio è sempre stata molto azzeccata la scelta dei testimonial, con riguardo sia alla loro comunicatività che al carisma (in termini tecnici si dovrebbe parlare di capacità di aggressione del focus target).
Come non applaudire, tanto per dirne una, quelle campagne in cui incliti giocatori di calcio (che sono al top nell’immaginario  e nella mappa cognitiva dell’italiano medio), servendosi del proprio linguaggio e dei simboli che più gli appartengono, ti invitano a passare dalla loro parte?
All’uso di testimonial altolocati, le compagnie più “all’italiana” hanno preferito star che avessero un appeal immediato ed empatico con un target più tradizionale.

PS: a inizio post cito quelli che nella storia della pubblicità sono sempre stati considerati big spenders. Leggo in realtà sul sito di Assocomunicazione che  sono

“in calo gli investimenti pubblicitari sul fronte del largo consumo (- 1,5%) dove tiene solo il comparto alimentare (+1%) sempre più orientato verso la televisione. Dal settore dei beni durevoli si registra una previsione di crescita del 4% grazie alla vitalità del settore automobilistico (+6%) e dai prodotti e servizi per la persona trainati dal farmaceutico (+6%) e cura della persona (+5%), dove spiccano i prodotti anticellulite. Contrastato l’andamento dell’eterogeneo settore del “tempo libero” dove alle buone performance del turismo (+2,5%) fa eco la flessione del comparto media/editoria (- 2,5%)”. “Telecomunicazioni (+18%) e finanza (+15%) insieme alla distribuzione (+8%) sono, infine, i protagonisti della rilevante performance del macro-settore “attività/servizi”.

mister D e… la musica sacra

Mr D. aveva un suo pensiero, ben preciso, nei confronti dei brani musicali che vengono composti per accompagnare le liturgie di santaromanachiesa.
Va detto che Mr D., pagando il pesante fio della sua pazzia, aveva effettivamente dedicato la vita alla musica, i suoi pareri non erano quelli di uno sprovveduto. Egli discettava con sicumera di Rachmaninov e Scriabin, conosceva a menadito Brahms e Tchaicovski, per lui Dvořak e Mahler non avevano segreti.

Riguardo alla musica che si esegue nelle chiese, si esprimeva con malcelato disgusto. Ad esempio considerava “musichetta da quattro soldi, fatta solo per guadagnarci sopra”, quella scritta da

(altro…)

avrete notato…

Da qualche giorno è tornata in onda la campagna pubblicitaria di una nota marca di patatine che vede protagonista un attore pornografico in vestaglia e, in uno dei soggetti, alcune splendide fanciulle impegnate a pulirgli e a lucidargli la macchina. Tale campagna era stata in passato sospesa, perché ritenuta lesiva della dignità femminile. Si saranno accorti in seguito che la rappresentazione è così surreale e iperbolica che la maliziosa ironia che ne fuoriesce non può far male a nessuno.

Che dire di quelle campagne in cui donne bellissime calpestavano con i tacchi uomini sdraiati a terra o in cui, quale che fosse la forma utilizzata, era l’uomo ad essere schiavizzato?

Né mi si potrà argomentare che millenni di maschilismo e fallocrazia meriterebbero una catodica ridimensionata, perché oggi i ruoli antropologici sono così mutevoli che certi discorsi proprio non hanno senso.

DarkLight