‘Lincoln’ è un film tecnicamente perfetto: scritto bene, realizzato bene, interpretato bene.Dimostra attenzione ai dettagli, alle ricostruzioni, al lessico, alle atmosfere, a quei particolari apparentemente secondari che si possono intravedere solo prestando la dovuta attenzione ai gesti che chi recita fa davanti al magico specchio della cinepresa.È rigoroso come un documentario, per Giove! Come ai tempi di ‘Schindler’s List‘, il grande Spielberg si è dimostrato maestro nel fondere arte e precisione.La figura di Abraham Lincoln, fatta magnificamente rivivere da Daniel Day Lewis, d’altra parte, giganteggia nella storia universale e in quella americana per dei meriti che mai potranno essere cancellati e ai quali il cinema di Spielberg ha riconosciuto giusto tributo. |
‘Lincoln’ is a technically perfect film: well written, well done and well performed.It demonstrates attention to the details, to the reconstructions, to the lexicon, to the atmospheres, to those apparently secondary particulars which you can observe only finding the right attention to the gestures made by the players in front of the magic mirror of a cine camera.It is rigorous as a documentary, by Jove! As at the times of ‘Schindler’s List‘, the big Spielberg has confirmed to be a Master in mixing the art with the precision.The figure of Abraham Lincoln, made magnificently re-live by Daniel Day Lewis, looms up, on the other hand, in the universal and in the American history for some merits that never will be deleted and that Spielberg’s cinema has correctly awarded.
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Aggiornamento 19 dicembre 2015: Adolf Hitler aveva davvero un solo testicolo. Lo storico tedesco Peter Fleischman, docente presso l’Università di Erlangen-Norimberga ha esaminato una cartella medica che si riteneva perduta e ha verificato quella che sembrava quasi una leggenda metropolitana. Il documento si riferisce alla visita medica alla quale venne sottoposto Hitler nel 1923, dopo l’arresto seguito al fallito Putsch di Monaco e indica che il futuro Führer del nazismo era affetto da “criptorchidismo destro”, mancata discesa del testicolo destro. (Fonte: Adnkronos)
Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria dedicata a tutte le vittime della Shoah, la vergogna forse piú atroce della storia (le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz il 27 gennaio 1945).
I mezzi di comunicazione di massa esprimono sensibilità verso l’argomento e si vuol rendere conto, in quest’articolo, di alcune delle iniziative.
Ecco, invece, quanto attiene al piccolo schermo:
Reggio Calabria, in greco Ρήγιoν, venne fondata nell’VIII secolo avanti Cristo e fu una delle città piú importanti della Magna Grecia.
Una delle piazze piú significative delle sue origini è tornata a nuovo splendore e consente di tuffarsi nelle vestigia originali del periodo greco. In realtà,
“frutto di lunghi anni di intensa attività di ricerca, ciò che è stato rinvenuto è l’intera stratigrafia della città di Reggio dalle sue origini greche fino al periodo precedente il terremoto del 1783, che vide il completo riassetto della pianta urbana della città. I resti del Corso principale della città, percorsi dai re di Napoli, poi delle Due Sicilie, quindi da Giuseppe Garibaldi, sono ancora visibili alla sommità dello scavo”
(il sindaco).
Alla domanda se non fosse possibile rendere trasparente tutto il complesso, senza dover scendere dalle apposite scalette, mi è stato risposto negativamente.
I lavori saranno completati entro l’anno ed è previsto il completamento della pavimentazione.
“SE INCONTRI UN UOMO DI SINISTRA,
VERIFICA CHE LA SUA NON SIA FALSA UGUAGLIANZA.
SE INCONTRI UN UOMO DI CENTRO,
VERIFICA CHE NON DICA DI CREDERE IN DIO SOL PERCHÉ NON HA ALTRO DI CUI PARLARE.
SE INCONTRI UN UOMO DI DESTRA,
VERIFICA CHE NON CREDA EGLI STESSO D’ESSERE UN DIO.”
Aggiornamento 17 gennaio 2012: Rai 1 dedicherà due serate ad Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, nota a tutti come Anita Garibaldi, moglie di Giuseppe e di lui fedele compagna anche nella pugna (in realtà tutte le donne del Risorgimento andrebbero riscoperte e approfondite).
Anita è interpretata da Valeria Solarino, essendo Giorgio Pasotti nei panni dell’Eroe dei due mondi.
Si cominciano a delineare le strategie della prossima stagione televisiva ma mi attanaglia un dubbio inquietante su quella appena conclusa:
Perché (Why? Picché?) nel 2011, anno di celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, non una fiction è stata dedicata al nostro Risorgimento?
AGGIORNAMENTO:
in data 12 luglio si è saputo che, forse con l’intento di colmare questa lacuna, Rai 3 manderà in onda in autunno ‘Noi credevamo’, il film di Mario Martone sul Risorgimento italiano. Doveva andare su Rai 1 in due puntate ma Paolo Ruffini lo ha chiesto al coordinamento del palinsesto.
Martone, che, nel frattempo, è stato scelto come uno dei giurati alla prossima mostra del cinema di Venezia, ha accolto positivamente la notizia.
È inoltre partita una campagna per candidare ‘Noi credevamo‘ agli Oscar, ovviamente in rappresentanza dei nostri colori.
REGGIO CALABRIA – Giacciono nelle acque dello Stretto tra Reggio Calabria e Messina le pietre che ascoltarono la prima predica di San Paolo in Italia. Massi che componevano il santuario di Artemide Fascelide, il cui ritrovamento è stato di recente denunciato alla sovrintendenza ai Beni storici ed archeologici, da un gruppo di sub coadiuvati da appassionati e studiosi della Magna Grecia. Un luogo di culto, posto sul promontorio Artemisio, l’attuale spiaggia di Calamizzi, che rimase celebre fino all’avvento del Cristianesimo e che sprofondò in mare nel ‘500. Un luogo sacro, descritto ancora dalle fonti bizantine fino all’XI secolo.
Secondo documenti del VII-VIII secolo, l’arrivo di San Paolo a Reggio, testimoniato dagli Atti degli Apostoli, avvenne in quel luogo proprio durante le feste in onore di Artemide Fascelide. In quell’occasione l’Apostolo avrebbe chiesto di potere predicare l’evangelo di Cristo agli abitanti. Richiesta esaudita, ma a una condizione: il tempo a disposizione di San Paolo sarebbe stato scandito da una candela posta sopra una colonna rotta del tempio.
Il santo, quindi, avrebbe potuto parlare alla folla solo fino a che la candela non si fosse consumata. Finita la cera però, (altro…)
Ieri, mentre guardavo il film “Chiara e Francesco”, mi sono ricordato di una curiosa informazione elargitami un giorno dal caro Geggione.
Secondo una teoria che Geggione medesimo avrebbe sentito da altra fonte, il cd “lupo di Gubbio” non era un canide che viveva nelle foreste e terrorizzava le locali popolazioni e i relativi armenti, bensì un barbone, una sorta di furfante emarginato che era stato soprannominato “lupo di Gubbio” per il suo stile di vita, di certo poco urbano.
Secondo alcune teorie pedagogiche moderne, la storia dovrebbe essere insegnata ai pargoli con espedienti didattici da scuola materna e con tempistiche rallentate.
La mia maestra, invece, la trattava in modo tradizionale, ligia all’assunto secondo il quale “I vecchi sistemi sono sempre i migliori!”
Il prossimo 4 luglio sarà il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi ed il pensiero corre veloce proprio alla maestra, a quelle pagine di sussidiario e a quei lunghi dettati che la memoria non cancella. (altro…)
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