il canto del cigno (4)?

Mi capitava di riflettere, nelle scorse ore, sul Cigno di Mallarmé, protagonista del sonetto ‘il vergine, il vivace, il bel presente’. L’ispirazione mi è arrivata da una citazione colta nel film ‘Colpo di fortuna’ (‘Coup de chance’), ultima fatica di Woody Allen, nel quale si fa riferimento, a un tratto, ad “un cigno bloccato nel ghiaccio”…
Si perdonerà la deformazione intertestuale ma… quale cigno legato al ghiaccio, ed in questo finanche imprigionato, ha presenziato in una nota saga d’animazione, derivata da un’altrettanto suggestiva saga a fumetti giapponese? Il pensiero corre veloce, ovviamente, a Masami Kurumada, ai Cavalieri dello Zodiaco, a Hyoga del Cigno (Cristal in Italia).
Che i piú rigidi filologi non si scandalizzino! La saga dei Cavalieri dello Zodiaco risplende di numerose citazioni della letteratura occidentale né è questa la sede per ricordare come il volto di Ikki di Phoenix sia costretto a ridere nella Sesta Casa o che il cavaliere dell’Acquario si chiami Camus, come il noto scrittore.
Una citazione da Mallarmé nell’opera di Kurumada sarebbe oltremodo probabile. E Hyoga del Cigno, d’altra parte, è “bloccato nel ghiaccio” (nel poeta “s’immobilizza nel gelido sogno di disprezzo”) nella misura in cui, ad esempio, è chiuso nella bara d’Aquarius. “Bloccata nel ghiaccio” è anche la sua sacra armatura, sinché non la conquista; protetta, se non “bloccata” dal ghiaccio, oltre che dal mare, è sua madre, ormai venuta a mancare…
Che si mediti, adesso, sui versi precisi di Mallarmé:

Le vierge, le vivace et le bel aujourd’hui
Va-t-il nous déchirer avec un coup d’aile ivre
Ce lac dur oublié que hante sous le givre
Le transparent glacier des vols qui n’ont pas fui!
Un cygne d’autrefois se souvient que c’est lui
Magnifique mais qui sans espoir se délivre
Pour n’avoir pas chanté la région où vivre
Quand du stérile hiver a resplendi l’ennui.
Tout son col secouera cette blanche agonie
Par l’espace infligée à l’oiseau qui le nie,
Mais non l’horreur du sol où le plumage est pris.
Fantôme qu’à ce lieu son pur éclat assigne,
Il s’immobilise au songe froid de mépris
Que vêt parmi l’exil inutile le Cygne.
Il vergine, il vivace ed il bell’oggi
con un colpo d’ala ebbra ci frantuma
il duro lago obliato che sotto il gelo assilla
il trasparente ghiaccio dei voli mai fuggiti!
Un cigno d’altri tempi ricorda d’esser lui
magnifico ma senza speme ormai s’innalza
per non aver cantato il luogo dove vivere
quando dell’inverno sterile la noia risplendeva.
Il suo collo scrollerà quella bianca agonia
dallo spazio inflitta all’uccello che lo nega,
ma non l’orrore del suolo che le piume trattiene.
Fantasma qui destinato dal suo puro bagliore,
s’immobilizza al freddo sogno di disprezzo
che ammanta nel suo inutile esilio il Cigno.

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