Eddie Murphy, pubblicità al cinema, media italiani secondo Confindustria

  • Il grande Eddie Murphy debutta su Prime Video quest’oggi, 1° dicembre 2023, con ‘Buon Natale da Candy Cane Lane’. Diretto da Reginald Hudlin, ‘Buon Natale da Candy Cane Lane’ è interpretato, oltre che da Eddie, anche da Tracee Ellis Ross, Jillian Bell, Ken Marino, Nick Offerman, Robin Thede, Chris Redd, D.C. Young Fly e Anjelah Johnson-Reyes; la sceneggiatura è di Kelly Younger, ispirata ai suoi ricordi d’infanzia del periodo delle feste natalizie a Candy Cane Lane, a El Segundo, in California. Ci sono di mezzo il Natale, un concorso per le decorazioni piú belle, un’elfa birichina, un incantesimo… Per chi ama Eddie Murphy sotto feste, dovrebbe essere confermato anche l’appuntamento istituzionale, ineluttabile, su Italia 1, con ‘Una poltrona per due’. Sarà necessario, tuttavia, aspettare la Vigilia…
  • L’osservatorio Fcp – Associnema (Fcp – Federazione Concessionarie Pubblicità) ha comunicato, per il mese di ottobre, dati entusiasmanti per il fatturato pubblicitario nelle sale, addirittura +133,8% (1.213.000 euro) sul 2022, +22,5 (5.903.000 euro) da inizio anno. Alessandro Maggioni, presidente di Fcp – Associnema, ha dichiarato: «Un risultato davvero straordinario quello ottenuto sul mese di ottobre 2023. Sapevamo che sarebbe stato un mese soddisfacente e i dati ci confermano che siamo andati ben oltre le aspettative. Il trend degli investimenti di comunicazione al cinema si mantiene fortemente positivo e consolida la posizione del mezzo all’interno del media mix. Certamente hanno giocato un ruolo fondamentale i film in sala ed il periodo, il Q4 (il trimestre ottobre – dicembre, nota del blogger) tradizionalmente rappresenta un momento di forte interesse verso il cinema, ma sono convinto che più in generale, l’attività svolta dalle concessionarie, la sempre maggiore collaborazione da parte degli interlocutori del mercato, ed i positivi risultati ottenuti attraverso le campagne che hanno già coinvolto il mezzo nei mesi precedenti, siano da considerarsi come elementi fondamentali nelle decisioni di investimento”. “Un ottimo momento per il cinema che, ne abbiamo segnali evidenti, ha concluso, anche a novembre e dicembre giocherà un ruolo significativo nei principali piani di comunicazione ”.
  • Confindustria Radio Televisioni, l’associazione che, dal 2013, riunisce media, televisioni e radio italiani, ha compiuto dieci anni. All’assemblea generale, tenutasi al cinema Barberini di Roma all’insegna di “Diffondiamo Valore”, Franco Siddi, presidente Crtv, ha riflettuto, e proposto la riflessione, sulle sfide che il settore deve affrontare, tra cui la pirateria, il canone Rai, il tax credit, le risorse, la tutela del welfare del settore. Siddi ha ribadito che “la remunerazione della proprietà intellettuale è un nostro pallino e la sua tutela è indispensabile per la sostenibilità e lo sviluppo di una industria audiovisiva competitiva e di qualità. Ma dati allarmanti ci dicono che esiste un forte fenomeno di pirateria, con circa un miliardo di euro di ricavi persi ogni anno nel settore. Serve apportare una serie di correttivi, fra cui l’adozione di una banca dati unica”. È opportuno
    “ripensare il meccanismo del tax credit e del finanziamento pubblico, consentendo anche ai broadcaster di usufruire delle stesse condizioni previste dalla legge per il cinema”. Il ruolo del servizio pubblico “è centrale ma per svolgere con incisività la sua funzione specifica di tutela del pluralismo e della inclusione sociale, deve essere mantenuto e supportato, non svilito. Il canone è un elemento di trasparenza del finanziamento pubblico, deve essere salvaguardato e adeguato alla missione affidata alla Rai, per un arco di tempo pari almeno alla durata del contratto di servizio; non dimenticando che in Italia, rispetto agli altri Paesi, si paga il canone tv più basso”.
    Nel nostro Paese sono attivi cinquanta canali televisivi in alta definizione, cui si aggiunge l’offerta complementare di Tv Sat, con oltre 100 canali italiani, che salgono a 140 con quelli internazionali, garantendo la presenza anche in quelle aree del Paese dove il digitale fatica ad arrivare. Nel primo semestre 2023, sono circa 300 i canali tv in Italia e un terzo degli editori trasmette sul digitale terrestre.

Dopo la relazione del presidente di CRTV, Franco Siddi, sono stati trasmessi i messaggi di saluto di Marinella Soldi, presidente della Rai, Piersilvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, Urbano Cairo, presidente di Cairo Communications, Alessandro Araimo, general manager e amministratore delegato di Warner Bros-Discovery Sud Europa, Maurizio Giunco, presidente dell’associazione Tv locali e FRT in CRTV e di Francesco Dini, Radio Nazionali, CRTV.
“Alla Rai si chiedono un linguaggio, una scelta dei temi, una qualità e una credibilità che i player commerciali possono ignorare. Noi non solo non dobbiamo ignorare queste richieste e queste aspettative ma dobbiamo farne un prodotto distintivo, contenuti unici e vincenti” afferma Marinella Soldi. “Il futuro del servizio pubblico per il presidente dell’azienda di viale Mazzini “non può che essere una Rai media company digitale, capace di essere centrale nella vita degli utenti, anche dei giovani. La sfida è ardua, cambiare è complesso. Servono certezze, coraggio e una visione chiara del ruolo del servizio pubblico, come pilastro della democrazia”.
L’amministratore delegato di Mediaset Piersilvio Berlusconi ricorda che l’Italia è il Paese in cui vengono dedicate meno risorse pro capite per singolo abitante al settore radiotelevisivo “e questo è un errore. È un errore perché proprio oggi il ruolo degli editori veri, che sono garanzia di serietà, è un ruolo fondamentale e oserei dire unico. Mediaset oltre ad essere impegnata costantemente nel fare l’editore, in Italia e in Spagna, sta lavorando a un ambizioso progetto per la creazione di un broadcaster europeo, che vuol dire una piattaforma tecnologica e di distribuzione di contenuti e della pubblicità internazionale, a cui crediamo moltissimo. È un orgoglio per noi che per una volta sia un’azienda italiana a spingere verso lo sviluppo internazionale e non a essere acquistata da aziende straniere”.
Urbano Cairo centra il suo ragionamento sui sostegni al comparto: “Siamo gli unici che non hanno avuto misure di sostegno, come è accaduto per altri settori contigui al nostro con i tax credit, misure che sarebbero certamente molto giuste anche per i programmi che facciamo. C’è attenzione a questi temi da parte del governo, la nostra associazione sta lavorando con impegno, questo è un mondo in grande trasformazione che va preservato per mantenere e sviluppare i valori comuni”.
Alessandro Araimo pone l’accento su due temi che stanno a cuore agli operatori: “mai come in questo momento, con limiti tra i mercati molto labili, è importante garantire a tutti equità, lo stesso sistema di regole che offra certezza di contesto. Il secondo ambito nel quale è fondamentale che le istituzioni ci seguano, e anche rapidamente, è la strutturazione di sistemi incentivanti, che motivino tutti gli operatori a continuare a investire in questo settore. Un settore che non deve essere sopportato ma, al contrario, supportato per poter garantire, anche nei prossimi anni, una crescita che noi siamo in grado di mettere in campo”.
Maurizio Giunco sottolinea che il settore radiotelevisivo locale rappresenta “un importante presidio di pluralismo, grazie al quale i nostri territori così variegati e così diversi fra loro, trovano voce, esprimono la loro identità, amplificano le loro istanze” che ha aggiunto “Il comparto è capace di mobilitarsi: la tv, in caso di emergenze, con dirette in esterna fino a 10 ore quotidiane, la radio locale con la informazione, allerte, comunicati di servizio di pubblica utilità. Non riesco ad immaginare elezioni amministrative, comunali e regionali senza il settore radiotelevisivo locale. Un patrimonio, un valore, che non può e non deve essere disperso”.
Infine, Francesco Dini sostiene che “Il DAB rappresenta un segmento strategico del futuro di questo settore e dovrà continuare a convivere con la tecnologia FM, ma è il digitale che ha permesso alla radio di moltiplicare e differenziare l’offerta e di dedicare le proprie risorse all’innovazione del prodotto, di adattarsi ad ogni device. È importante, perciò, supportare la transizione verso il digitale attraverso l’adozione dei ricevitori DAB”. A nome del settore Dini rinnova poi la richiesta al governo “di equiparare le proprie aziende a quelle energivore, ricordando che la radio svolge un servizio pubblico essenziale e di interesse generale”.

(⇐Comunicato stampa)

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