il futuro della fiction (2)

Alcune fonti d’informazione lamentano uno stato di forte crisi per la nostra fiction.

Sebbene, infatti, un prodotto in lingua italiana come ‘Il commissario Montalbano venga trasmesso dall’inglese BBC in lingua originale (coi sottotitoli), non è particolarmente idilliaco il IV Rapporto ‘Il mercato audiovisivo e la fiction: quali leve per lo sviluppo?’, curato dall’Istituto Economia dei Media della fondazione Rosselli per l’assessorato Cultura – Arte- sport della Regione Lazio, Sviluppo Lazio, l’Associazione Produttori Televisivi e la Camera di Commercio di Roma.

Il 2012, secondo il rapporto, ha visto un accentuarsi delle politiche di contenimento dei costi e un verticale assottigliarsi dei budget destinati dai broadcaster alla produzione indipendente, con perniciose ripercussioni su fatturati e livelli occupazionali (ovvio riflesso della crisi economica generale che attanaglia l’economia nel suo complesso).

Né è di conforto il paragone con gli altri Paesi che, pur a fronte di un volume d’affari ridimensionato, mostrano comunque migliori performance: 720 milioni di euro il Regno Unito, 537 la Francia (il mercato piú stabile da quando è cominciata la crisi), 270 l’Italia.

È interessante notare, tuttavia, che la riduzione degli investimenti in produzione non corrisponde a un ricavo proporzionale dei ricavi delle reti televisive che, ciò nonostante, hanno diretto le maggiori risorse verso altri generi o voci di costo.

La spesa in fiction in Italia, Francia e Regno unito nel 2011 è stata compresa tra il 12,3 e il 20,9% dei costi di programmazione; nel nostro Paese la contrazione è stata di quasi sei punti dal 2009 al 2011, con un trend che va peggiorando. 

Dal 2008, anno in cui è cominciata la crisi, il fatturato delle imprese di fiction si è ridotto del 24% (stima 2012 a 650M€); addirittura del 31% quello dell’intero settore audiovisivo. Venti aziende coprono oltre il 70% del mercato.

Quanto alle quote di programmazione, nel periodo settembre 2011 – agosto 2012 solo il 33% della fiction trasmessa è stata d’origine italiana, concentrata sulle reti ammiraglie (le cadette si nutrono di prodotti esteri); l’Italia è il Paese europeo che importa dall’estero il maggior numero di ore di serie di fiction televisiva e che spende la cifra maggiore in acquisto di serie straniere in primo luogo dagli Stati Uniti.

I palinsesti accolgono quote sempre maggiori di prodotto estero e sempre minori di autoproduzione e la nostra fiction, salvo alcune eccezioni, non riesce a vendere all’estero.

La sintesi suggerita dal Rapporto si concretizza in una precisa agenda da affidare ai politici:

  • innanzitutto una terapia d’urto,  per coniugare interventi tempestivi con una visione di medio e lungo periodo;
  • accesso al credito e alla finanza agevolata;
  • sostegno alle imprese sui mercati internazionali;
  • programmi di educazione all’immagine e promozione dell’audiovisivo;
  • misure di contrasto alla pirateria e offerta legale in rete;
  • sostegno alle start up creative, diffusione del video on demand, incentivi allo sviluppo;
  • estensione della leva fiscale all’intero comparto audiovisivo;
  • istituzione di vere e proprie cabine di regia per rilanciare le industrie creative e culturali (perché non un vero e proprio Ministero della Creatività?)
  • un patto Stato – Regioni per l’accesso ai fondi UE;
  • modernizzazione del Servizio pubblico;
  • revisione del Testo unico;
  • rispetto delle quote d’investimento e programmazione;
  • accordi di co – regolamentazione sui preacquisti;
  • nuova valorizzazione della titolarità dei diritti secondari (freno al total buy out, valorizzazione delle libraries);
  • maggiore severità del sistema di monitoraggio e sanzionatorio;
  • definizione e condivisione delle linee editoriali;
  • chiarezza nei criteri di selezione e valutazione dei progetti;
  • diversificazione dei generi in funzione delle reti;
  • preferenza della lunga serialità per trarre vantaggio dai costi orari ridotti e dalle economie di scala e ottenere livelli di occupazione piú stabili;
  • maggiori investimenti in contenuti originali per i canali digitali e per il web (cfr. il fenomeno delle web series);
  • maggiore serietà nelle politiche regionali: centralità all’audiovisivo nella gestione dei fondi strutturali, burocrazia piú snella, razionalizzazione del sistema delle Film Commission, valorizzazione dei Centri locali della Rai;

 La mentalità che questa sintesi vuol dunque promuovere, anche al di là della realizzabilità dei singoli punti, è quella di una collaborazione fattiva tra le realtà del settore, al di là delle istante particolaristiche, in una consapevolezza di sistema.

il futuro della fiction (1) riguardava le programmazioni del momento

questione di streaming

Uno degli effetti della convergenza digitale è sicuramente il passaggio da una fruizione passiva dei contenuti a una attiva, anche in virtú di tecnologie quali tablet, smartphone e computer.  

Streamit Twww.tv, piattaforma di web-tv, raggiunge sei milioni di visitatori unici al mese (dati Shiny Stat aggiornati a febbraio) e ha siglato nei giorni scorsi un accordo con Adsolutions Interactive Communication, divisione web della concessionaria Adsolutions, per la gestione esclusiva della raccolta pubblicitaria dei canali sportivi.

Streamit vanta, infatti, quaranta canali dedicati allo sport e sviluppa oltre dieci milioni di video pre –roll, erogati cioè prima di un contenuto editoriale, grazie ad un’offerta ricca e in HD, che non richiede buffering né tempo di attesa.

Passando ad altro, si vuole adesso riportare una serie di siti di file sharing e streaming oscurati dalla Procura di Roma:

bitshare.com 
cineblog01.org 
clipshouse.com 
cyberlocker.ch 
ddl-fantasy.org 
filmfreestream.org 
filmnuovistreaming.com 
filmpertutti.tv 
flashdrive.it 
flashstream.in 
freakshare.com 
gatestreaming.com 
italiafilm2.com 
likeupload.net 
megaload.it 
nowdownload.co 
nowvideo.co 
panicmovie.altervista.org 
queenshare.com 
rapidgator.net 
robin-film.net 
speedvid.tv 
streamingworld.forumcommunity.net 
uploaded.net 
uploadjet.net 
videopremium.net 
yourlifeupdated.it

pirateria? no, grazie!

Nell’ambito della medesima rassegna ‘Screenings Rai di Firenze che ha fatto da location al post di ieri sulle fiction Rai, l’amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco, con Marco Belardi di Lotus, Marco Gianani di Wildside, Benedetto Habib di Indiana, Riccardo Tozzi di Cattleya, Alessandro Usai di Colorado e Nicola Giuliano di Indigo hanno lanciato un grido d’allarme contro lo sfruttamento illegale dell’opera cinematografica:

«In Italia non abbiamo una legge antipirateria, che sottrae risorse gigantescheAltrove il problema è stato risolto. In Germania se scarichi illegalmente ti arriva una multa. In Francia, dopo un po’, ti sospendono la connessione internet».

Secondo Habib, grazie al download il «consumo di musica e video è centuplicato. Il tema è quindi remunerare il video on demand, facendo pagare il giusto, e modificare le finestre di distribuzione»; Usai aggiunge che  «per trasmettere film sulla televisione free bisogna attendere due anni, è un’eternità».

Gianani ha ricordato: «dobbiamo lavorare sulla qualità delle saleVai in sala in centro a Roma e l’offerta di cibo sono pop corn e caramelle. Abbiamo Eataly e vendiamo pop corn»; Tozzi che «la frequentazione delle sale all’estero aumenta, da noi non succedeIn Francia basta un anno per aprire una sala, in Italia servono 7 anni. Occorre rompere il terribile intreccio burocratico che c’è nel nostro Paese».

Del Brocco, a fronte di una riduzione complessiva degli incassi nel primo semestre, ha comunque sottolineato il buon andamento del cinema italiano, che ha raggiunto nello stesso periodo una quota di mercato del 31% contro il 26% dell’intero 2012 ed in particolare di Rai Cinema e 01 Distribution che, con il suo 22%, detiene il primato tra le case di produzione con il 22%. Risultato garantito, secondo l’ad, anche da film che hanno ottenuto buon successo all’estero, come La migliore offerta di Giuseppe Tornatore e Educazione siberiana di Gabriele Salvatores.