brands boycotting Russia, a creative edited the logos

“Big brands are boycotting/leaving the Russian market to express opposition to Putin’s actions towards Ukraine. So I created a series of edits, what their logos would say if they could speak.”

Václav Kudělka

Source: https://www.boredpanda.com/brands-against-war-vaclav-kudelka/?utm_source=google&utm_medium=organic&utm_campaign=organic

brands boycotting Russia, a creative edited the logos

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2017: anniversaries to keep in mind

In 2017 many anniversaries must be remembered and taken into consideration:
17 C.E. the historian Titus Livius dies (‘Ab Urbe condita libri CXLII’);
117  C.E. Hadrian becomes emperor; also known for his relationship with Antinous and the Marguerite Yourcenar’s novel ‘Les mémoires d’Hadrien’ (‘Memoirs of Hadrian’);
317 C.E. in China, Sima Rui, becomes the first emperor of the eastern Jin, taking the name of Jin Yuandi. His capital was Jiankang, the future Nanjing;
417 C.E. Galla Placidia, daughter of Theodosius the Great, gets married with the general Flavius Costantius; their child is Valentinianus III; (altro…)

awaiting Expo, ‘Italy’ as an increasing brand

Scandals a part, Expo 2015 will start on May Day, in Italy; it is seen as a very important opportunity to show to the world Italian potentialities and for reasoning on such a subject as the Food, given the ever larger number of human beings on the planet and the ever smaller amount of disposable resources.
Waiting for May, another interesting piece of information deserves to be taken into consideration: according to the search ‘Brand Finance Nation Brands‘, made in the view of the next Bologna Licensing Trade Fair, the only Italian trade fair in the field of licensing and development of products based on established brands and property, the brand “Italia” is growing. The second edition of the annual research “Brand Finance Nation Brands” has compiled a list of Nations with the brand stronger and appreciated around the globe. The search uses a range of data provided by major international institutions and organizations (the World Economic Forum, Oxford Economics, Bloomberg, IMD). The results for 2014 show the brand ‘US’ in first place, with a perceived value of 19.261 billion dollars; China is the second (6.352 billion dollars), followed by Germany (4.357 billion) and the United Kingdom (2.833 billion). As anticipated, Italy is the eleventh (1,289 billion dollars), gaining an increase of 24% respect of 2013. Immediately after our country, are the Russian Federation and Switzerland (both around 1.1 trillion). Taillights of the standings, Albania and Jamaica (both with less than 10 billion).

Scandali a parte, Expo 2015 inizierà il Primo maggio, in Italia; è vista come un’ occasione importante per mostrare al mondo le italiche potenzialità e ragionare su un argomento come il Cibo, dato il numero sempre maggiore di esseri umani sul pianeta e la quantità sempre minore di risorse disponibili.
In attesa di maggio, un’altra interessante notizia merita di essere presa in considerazione: secondo la ricerca ‘Brand Finance Nation Brands‘, realizzata per la prossima fiera del licensing di Bologna (BLTF), l’unica fiera italiana in materia di concessione di licenze e sviluppo di prodotti basati su marchi consolidati e di proprietà, il marchio “Italia” è in crescita.
La seconda edizione della ricerca annuale “Brand Finance Nation Brands” ha compilato una lista delle nazioni con il marchio piú forte e apprezzato a livello globale. La ricerca utilizza una serie di dati forniti dalle principali istituzioni e organizzazioni (il World Economic Forum, Oxford Economics, Bloomberg, IMD) internazionali. I risultati per il 2014 indicano il marchio ‘Stati Uniti’ al primo posto, con un valore percepito di 19,261 miliardi di dollari; Cina per la seconda (6.352 milioni di dollari), seguita da Germania (4.357 milioni) e Regno Unito (2.833 milioni). Come anticipato, l’Italia è l’undicesimo (1.289 miliardi di dollari), con un aumento del 24% rispetto al 2013. Subito dopo il nostro Paese, ci sono la Federazione russa e la Svizzera (entrambe a 1,1 miliardi). “Fanalini di coda” l’Albania e la Giamaica (entrambe con meno di 10 miliardi).

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Dante, i fumetti e la Russia

Nel 2015 ricorre, come si ricordava in un precedente post, anche  il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri. Anche a prescindere da questo, mi è particolarmente gradito segnalare una lodevole iniziativa, un concorso per ricordare Dante, la sua importanza nella cultura italiana e in quella mondiale, con particolare riguardo a quella russa. Il tutto, però, con il linguaggio dei fumetti.

Ecco il testo del comunicato, da Orizzonte Scuola: (altro…)

cosa ci riserva il 2015 (2)

Il 2015, con buona pace di alcuni professori che vanno in televisione, è l’anno della Capra, segno orientale caratterizzato da istinto, creatività, inventiva, mitezza ma anche pessimismo.

Quanto agli appuntamenti cinematografici, si sono già ricordati quelli internazionali e si tratterà di quelli italiani (proprio oggi, per inciso, esce ‘Si accettano miracoli‘, con Alessandro Siani).

Quanto agli appuntamenti non esclusivamente cinematografici e alle ricorrenze d’ogni tipo, nel 2015: (altro…)

una notte al museo (dell’Hermitage)

Oltre all’appuntamento con Harlock e l’Arcadia della sua giovinezza, previsto per domani, le sale cinematografiche italiane ci offrono in queste ore un altro evento di raro interesse: la possibilità di visitare il museo dell’Hermitage al cinema.

In occasione del 250° anniversario del museo, nella sola giornata di oggi, Nexo Film propone un viaggio cinematografico al museo di San Pietroburgo, ex dimora degli zar, divenuta ricettacolo di una delle collezioni d’arte di maggiore prestigio e importanza al mondo:

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something good, and a little more

Si è accennato a ‘Something good’ in un precedente articolo; prodotto da Luca Barbareschi, il film sarà proiettato nelle sale a partire da domani, distribuito dalla 01. Tratto dal romanzo ‘Mi fido di te‘, di Massimo Carlotto e Francesco Abate, è ambientato in gran parte a Hong Kong e racconta la storia di un uomo che cerca di rimediare agli errori commessi, in un contesto dominato da fatti di cronaca come le sofisticazioni alimentari; è da ricordare, infatti, che in Cina trecentomila neonati rimasero intossicati e sei morirono per colpa del latte alla melanina.

La Cina, però, ha tanto di buono e voglia di progresso: in questo periodo, nelle sale di Pechino sta furoreggiando, per la prima volta nella storia, un film non cinese. Si tratta di ‘Stalingrad‘, kolossal in 3 D realizzato in Russia, che sarà presentato anche al Festival di Roma domenica prossima.

Sul progresso, anche cinematografico, della Cina, si può rileggere Hollywood sul Fiume giallo.

cinema? the best of made in Italy!

Il ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con ICE-Agenzia, ANICA e Istituto Luce-Cinecittà, ha posto in essere un’interessante strategia di promozione del cinema italiano, che si svilupperà almeno fino agli ultimi mesi del 2014.

Il made in Italy sarà cosí protetto e sostenuto anche con riguardo alla decima musa, con le seguenti iniziative:

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las hermanitas de Tele 5

Tele 5, sorellina spagnola di Canale 5, ha incontrato un ottimo riscontro nella terra di Calderón de la Barca, cosí come le altre realtà collegate a Mediaset.

Perché, dunque, non clonarla in America Latina, creando una Tele 5 in tutti i Paesi ispanofoni?

È un mercato vastissimo!

rileggi Mediaset primo operatore spagnolo

 

Paesi ispanofoni nel mondo

Oddio, anche un canale in Brasile, potenza in via d’espansione, non sarebbe male…

Anche in Russia, cambiando continente…

com'è piccolo il mondo!

Ho ricavato dall’ultimo numero di Panorama, a data 5 maggio 2007, due spunti decisamente interessanti:

Spunto n°1

In un servizio su chi si mette in proprio, viene raccontata la storia di Ivana Marangoni, 52 anni, simpaticissima manager milanese, che ha aperto in proprio una società di catering.

Io la Marangoni, pubblicitaria e moglie di pubblicitario, l’ho conosciuta molti anni fa, quando ero in Carat.

Di lei si raccontava che avesse cominciato la carriera in Mc Cann Erickson, dove lavorava anche il marito creativo (con riguardo alle attività di una centrale media, lei affettuosamente diceva “Io ho un marito che fa il creativo, di queste cose non capisce assolutamente niente!”).

Dopo la scissione istituzionale tra creatività e media planning, era passata in Carat, dove era Media Director, con in più il gravoso ma gratificante fardello della gestione e della selezione delle risorse umane.

Ora una nuova sfida. Le facciamo i migliori auguri.

Spunto n°2

Sergio Romano, in un pezzo intitolato “Perché la Russia ha paura?”, si chiede “per quale motivo il presidente russo Putin abbia deciso di minacciare la sospensione di un trattato sugli armamenti convenzionali firmato nel 1990 e aggiornato nel 1999 (…) Le due rivoluzioni colorate degli scorsi anni a Tbilisi e a Kiev sono parse a Mosca il prodotto di un piano predisposto da alcune grandi istituzioni occidentali (la Fondazione Soros per esempio) e da associazioni non governative che godevano del sostegno finanziario degli Stati uniti”. Gli americani hanno installato posizioni antimissilistiche in Polonia e una stazione radar d’appoggio nella Repubblica Ceca. Per non parlare della loro presenza, in vero un po’apprensiva, in Asia e Medio Oriente.

Conclude il Romano: “Questo non significa che gli europei debbano accettare docilmente la politica energetica di Mosca o smetterla di ricordare ai russi che non potrà esservi un vero partenariato tra UE e Russia sino a quando Putin continuerà a pensare che ogni dimostrazione popolare contro il governo sia un attentato alla sicurezza dello Stato. Ma dovrebbero far sapere a Washington e a Mosca, contemporaneamente, che la politica di Gorge W. Bush non è quella dell’Europa. Sarebbe il modo migliore per evitare che si continui a parlare di guerra fredda”.

La mia idea, anche se c’entra col contesto fino a un certo punto, è che ci convenga proprio tenercela buona, la Russia. Anche per i motivi che vado ora a esporre.

Cindia (Cina + India, neologismo aberrante, invalso però nell’uso) c’è cresciuta davanti senza che ne accorgessimo.

Ben provvida era stata la prof di storia del liceo, a metterci in guardia contro una prospettiva troppo eurocentrica delle vicende umane. Se gli Unni avevano invaso Roma, era perché già in Asia si erano verificati problemi particolari, carestie e migrazioni.

Ma, a dispetto dei nobili sforzi della docente, la vecchia Europa, il più prestigioso dei continenti, si è destata all’improvviso, repentinamente, e si è sentita sul collo il fiato di un imponente dragone e di un temibile, per non dire temibilissimo, elefante.

Quando ho proposto a Fioroni lo studio del cinese (o di altre lingue orientali) alle superiori, come si fa in Francia, mi ha risposto che la priorità ministeriale va alle lingue europee, ma iniziative in tal senso possono essere prese dai presidi, eventualmente appoggiati dal consiglio d’istituto.

A prescindere dal dato linguistico, l’avanzata di Cindia non sfugge proprio a nessuno.

Quello che sfugge è il perché non si senta impellente la necessità di allargare l’Unione europea alle repubbliche dell’ex Unione sovietica, ancora prima che a Turchia o Israele.

Alla luce di quanto fin qui sciorinato, cosa succederebbe se le repubbliche dell’ex URSS preferissero l’Asia? E si alleassero con Cindia, magari unificando le monete?

Tenersi buone Russia & Co., in considerazione delle loro potenzialità e della vastità dei loro territori, è a mio avviso l’unico stratagemma per non diventare entro poco tempo un semplice protettorato di elefanti e dragoni. Facendo la fine del coniglio.