brevi dai media (3)

Sabato, 18 aprile 2015

  • verso le tre del pomeriggio, alcuni sapientoni del video, nel parlare di una serie andata in onda da poco su Sky, confondevano o facevano finta di confondere la categoria di fiction e quella di documentario;
  • Telecom Italia ha confermato i buoni rapporti con Vivendi, che diventerà (primo) socio azionista tra la fine di maggio e giugno, massimo a luglio;
  • Patuano, amministratore delegato di Telecom ha anche dichiarato che, come prevedibile, vista la non esclusività dell’accordo con Sky, è in cantiere un accordo triennale anche con Mediaset, per integrare contenuti televisivi, internet, telefonia fissa e mobile, in virtú della tecnologia adsl;

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brevi dai media (2)

Non poche sono le notizie d’attualità che hanno riguardato in queste ore il mondo della comunicazione. Eccone alcune:

  • il quotidiano Repubblica ha anticipato che Sky e Telecom stanno per lanciare la convergenza digitale tra televisione, telefono e internet; i programmi televisivi trasmessi dalla piattaforma di Murdoch potranno essere visti anche attraverso la fibra ottica, senza avere la parabola (l’iniziativa viene infatti presentata proprio come ispirata a quel milione di famiglie che non possono montare la parabola per motivi tecnici). Sarà sufficiente installare un modem a banda larga e un decoder dedicato, pagando con la bolletta Telecom sia i servizi di telefonia sia i contenuti televisivi. Nei mesi scorsi, analoga trattativa sembrava prendere piede con Mediaset Premium a condizioni piú onerose ma bisogna ricordare che l’accordo tra Telecom e Sky non è sancito in via esclusiva. L’annuncio ufficiale dovrebbe essere dato a breve.

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web in Italy and development countries

Two interesting studies, (Censis – UCSI and Pew Research Center) have highlighted the relationship of people with internet, respectively in Italy and in some countries in the developing world. A casual combination.
The landline is disappearing; only 1% of the population of Ghana, Nigeria, Bangladesh and Uganda have a fixed line, compared to 60% of the citizens of the United States of America. By them as well, mobile and smartphones have replaced the drive.
52% of Chinese buy on the web; 93% of Filipinos use forms of social networking, 75% of Lebanese do it for talking of politics (66 in Egypt, 63%in Jordan).
In Ukraine only 53% of the population has access to the network but 80% of the population said they follow politics thanks to the internet.
And in Italy?

Due interessanti studi, (Censis – Ucsi e Pew Research Center) hanno messo in luce il rapporto delle persone con internet, in Italia e in alcuni Paesi in via di sviluppo. Accostamento casuale.
Il telefono fisso sta scomparendo; solo l’1% della popolazione di Ghana, Nigeria, Bangladesh e Uganda possiede una linea fissa, contro il 60% dei cittadini degli Stati Uniti d’America. Anche da loro, cellulare e smartphone hanno soppiantato il fisso. Il 52% dei cinesi compra sul web; il 93% dei filippini utilizza forme di social networking, il 75% dei libanesi lo fa per parlare di politica (in Egitto il 66 e in Giordania il 63%).
In Ucraina ha accesso alla rete solo il 53% della popolazione ma l’80% della popolazione ha dichiarato di seguire la politica grazie a internet.
E in Italia?

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Passa a Pasquafone! (3)

Mi sembra che in queste settimane la comunicazione pubblicitaria in televisione, per quanto riguarda la telefonia, possa ridursi alle seguenti testimonianze:

  • la campagna TIM con Giulio Cesare che arringa in foro e un Proietti che lo smonta;

  • quella Infostrada con l’ottimo Fiorello che lamenta il passaggio da sex symbol a ex symbol (il piú grande spettacolo dopo il week end…);

  • quella Wind con Giorgio Panariello e Vanessa Incontrada (ben tornati!);

  • l’ormai classico maialino di Teletu, in condominiale o giornalistica versione;

  • la nuova campagna Vodafone “le cose piú belle si fanno in due” che, per la prima volta, rinuncia alla coppia Totti – Blasi.

Passa a Pasquafone! (2)

In passato si era già trattato dell’efficacia delle campagne pubblicitarie sulla telefonia e si era anche ricordato come gli operatori del settore siano, per antonomasia, ottimi clienti per le agenzie.

Lo si ritiene ancora, con riguardo alle campagne Tim con Christian De Sica e Belen Rodriguez o Bianca Balti con Neri Marcorè,  o a quelle Vodafone con l’inossidabile coppia formata da Francesco Totti e Ilary Blasi (più che gradevole anche quella di 3 con Raoul Bova e Teresa Mannino).

Particolarmente ispirata, però, è sempre sembrata la creatività di Wind, con Aldo, Giovanni e Giacomo. Chi sia la loro Musa non si sa ma la scrittura delle loro disavventure è sempre di sicuro appeal. Il pensiero va, in particolare, alla campagna attualmente in onda, con i nostri eroi alle prese con i tesori dimenticati di una spiaggia e una collana/scarico, con la piovrona che minaccia la tutt’altro che trascurabile bagnante o, più di recente, il simpatico ciccione che catapulta involontariamente uno dei tre nelle fauci di un’orca.

Ormai lontano, sembra, il “purgante approssimativo”.

 Ci si congeda con la canzone che costituisce a un tempo la colonna sonora dello spot ed il tormentone dell’estate (“Stuck”, cantata da Caro Emerald): (altro…)

Passa a Pasquafone!

Coloro che si occupano di pubblicità lo sanno bene, avere per cliente un’azienda operante nel settore della telefonia è particolarmente significativo.
La telefonia, l’automobilistica, la grande distribuzione sono settori che tradizionalmente investono moltissimo in comunicazione e, dacché la pubblicità campa in misura proporzionale a quanto vi si investe, il discorso è immediatamente intuibile (vedi comunque oltre).
Al di là del dato quantitativo, tuttavia, mi piace riflettere anche sulla qualità delle campagne di questi anni (non è questa la sede, d’altra parte, per tirare un discorso troppo scientifico).
Trovo infatti che le campagne pubblicitarie promosse dai gestori telefonici abbiano un qualcosa in più rispetto alle altre.
Per esempio è sempre stata molto azzeccata la scelta dei testimonial, con riguardo sia alla loro comunicatività che al carisma (in termini tecnici si dovrebbe parlare di capacità di aggressione del focus target).
Come non applaudire, tanto per dirne una, quelle campagne in cui incliti giocatori di calcio (che sono al top nell’immaginario  e nella mappa cognitiva dell’italiano medio), servendosi del proprio linguaggio e dei simboli che più gli appartengono, ti invitano a passare dalla loro parte?
All’uso di testimonial altolocati, le compagnie più “all’italiana” hanno preferito star che avessero un appeal immediato ed empatico con un target più tradizionale.

PS: a inizio post cito quelli che nella storia della pubblicità sono sempre stati considerati big spenders. Leggo in realtà sul sito di Assocomunicazione che  sono

“in calo gli investimenti pubblicitari sul fronte del largo consumo (- 1,5%) dove tiene solo il comparto alimentare (+1%) sempre più orientato verso la televisione. Dal settore dei beni durevoli si registra una previsione di crescita del 4% grazie alla vitalità del settore automobilistico (+6%) e dai prodotti e servizi per la persona trainati dal farmaceutico (+6%) e cura della persona (+5%), dove spiccano i prodotti anticellulite. Contrastato l’andamento dell’eterogeneo settore del “tempo libero” dove alle buone performance del turismo (+2,5%) fa eco la flessione del comparto media/editoria (- 2,5%)”. “Telecomunicazioni (+18%) e finanza (+15%) insieme alla distribuzione (+8%) sono, infine, i protagonisti della rilevante performance del macro-settore “attività/servizi”.