se balla da sola…

Aggiornamento 15 febbraio: andrà in onda questa sera, su Rai 1, il film documentario (docu-film?) ‘Pooh – Un attimo ancora’. È la storia vera di un’amicizia durata cinquant’anni, che ha stretto in artistico ed efficace sodalizio Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Stefano D’Orazio, Red Canzian, Valerio Negrini e Riccardo Fogli. Diretto da Nicola Conversa, che ha firmato la sceneggiatura insieme con Manuela Cacciamani (fondatrice e produttrice di One More Pictures), con la supervisione artistica e montaggio di Diego Capitani e la produzione esecutiva di Gennaro Coppola, ‘Pooh – Un attimo ancora’ è stato prodotto da One More Pictures con Toed Film, in collaborazione con Tamata e con Rai Documentari.

In trepidante attesa del vincitore della LXXIII edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo, vogliamo aggiungere un piccolo contributo, autobiografico, ai meriti dei Pooh. Non che l’affermato gruppo di musicisti ne abbia bisogno ma c’è gradito ricordare che, ai tempi del nostro primissimo stage, qualche annetto fa, la canzone proposta con maggior frequenza all’interno della metropolitana di Milano era ‘Se balla da sola’.
Non è la canzone dei Pooh piú conosciuta, forse, non la piú cantata ma è latrice di un ritornello che, ancora oggi, fa echeggiare in noi importanti ricordi: Continue reading “se balla da sola…”

Ibsen, Mary Poppins, la Befana

È il tempo della Befana, amabile figura femminile che, sebbene attempata, vola in cielo con sicurezza e porta ai bambini cose belle e buone. Un’altra figura femminile in grado di volare, legata al mondo del sogno e della fanciullezza, è senz’altro Mary Poppins. Proprio riguardo a quest’ultima, ci sovviene d’avervi meditato nell’ambito di uno dei laboratori teatrali cui facevamo riferimento qualche post addietro focalizzato, questo, su ‘Casa di bambole’, di Henrik Ibsen.

Esercizio:

Nora ha lasciato Helmer. Un anno dopo…

Svolgimento del sottoscritto:

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il teatro, la “teatroterapia”, altri demoni…

Non potevamo lasciar morire il 2022 senza gettare un pur rapido affresco su un’attività che negli ultimi dodici mesi ci ha molto arricchiti: la teatroterapia. Si vorrebbe scrivere TEATRO ma tale è la stima che nutriamo nei confronti di Dioniso, il dio nato due volte, forse tre, che preferiamo peccare per difetto piuttosto che per eccesso. Nei confronti del Dio del Teatro, d’altra parte, s’è sempre in debito.
Abbiamo frequentato sei diversi laboratori, su classici quali Sofocle, Ibsen, Cechov, Strindberg, Williams.
Abbiamo atteso ad un laboratorio di scrittura, con esibizione finale, sulle figure d’Edipo e Giocasta, e su quella saga in generale
*.
Abbiamo preso parte ad una residenza artistica, con esibizione finale, basata su ‘Stato d’assedio, di Albert Camus, riletto e attualizzato da Matteo Tarasco.
Il tutto a integrazione di un corso da attore cine-televisivo già frequentato e ad implementazione di un curriculum artistico che, pur parallelo a quello manageriale, circola con minore frequenza. Che si faccia il manager o l’artista, d’altra parte,

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Stato d’assedio, Albert Camus e… altri demoni (1)

Sebbene in pochi vi abbiano riflettuto, l’opera teatrale ‘Stato d’assedio’ (L’État de siège) di Albert Camus può ispirare degli spunti incredibilmente interessanti. Il vostro blogger preferito ha avuto modo di conoscerla di recente, grazie ad un laboratorio d’alta formazione, una residenza creativa gestita dal regista Matteo Tarasco, di cui parleremo diffusamente tra qualche tempo. In attesa di piú approfonditi sviluppi, in questa sede ci limitiamo a riportare qualche citazione dal testo di Camus*:
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Brado. Di cavalli e cavalieri, di figli e genitori.

Ieri sera, dopo una piccola discussione con i gestori di una sala cinematografica, sono riuscito a vedere ‘Brado’, la pellicola che Kim Rossi Stuart ha dedicato al padre Giacomo, cui egli è debitore, tra l’altro, della passione per i cavalli.
Le sapienti inquadrature delle zampe al galoppo, ed in tutte le movenze, ottenute affiancando tecnologie d’uso comune a delle specifiche horse riding cameras, con un audio in grado di restituire il ronzio delle mosche al pari di quello degli uomini, conferiscono a questo interessante esperimento una cifra tecnica di tutto rispetto.
Il rapporto padre – figlio, ormai un topos della filmografia di Rossi Stuart, Continue reading “Brado. Di cavalli e cavalieri, di figli e genitori.”

Sofocle secondo Curatola

Il mondo occidentale ha purtroppo smarrito, tra le altre, la tragedia ‘Laio’, di Eschilo, nella quale il drammaturgo di Eleusi trattava la complessa figura del papà biologico di Edipo, nell’ambito del cosiddetto “ciclo tebano” e della ben nota “saga dei Labdacidi”; era, peraltro, la prima parte della “trilogia tebana” formata anche dall’‘Edipo’ (perduta anch’essa) e dai ‘Sette contro Tebe’ (pervenuta). Nel medesimo pacchetto figurava anche, com’era uso, il dramma satiresco ‘Sphynx’ (perduto).
Galeotto un laboratorio teatrale di recente frequentato, basato per la verità sull’‘Edipo Re’ di Sofocle, il vostro blogger preferito (io) s’è dovuto domandare cosa passasse per la testa di Laio quando, circa quindici anni dopo la nascita di Edipo, dovette recarsi nuovamente a Delfi per consultare l’Oracolo.
La nascita di Edipo non era avvenuta sotto i migliori presagi; pendevano sulle sue sorti sia un precedente responso dell’Oracolo di Delfi, sia la maledizione lanciata a Laio da Pelope, il cui figlio, Crisippo, lo stesso Laio aveva “deflorato”. Di piú, pare che Laio preferisse le frequentazioni maschili a quelle femminili e che la moglie Giocasta, pur di rimanere incinta, si sia dovuta travestire da uomo e, ad una festa, profittare dell’ubriachezza del coniuge.
Alla nascita, per scongiurare l’avverarsi delle profezie e degli anatemi, il piccolo fu legato ai piedi, forse finanche trafitto alle caviglie da uno spillone affatto analogo, forse il medesimo, che avrebbe usato qualche tempo dopo per accecarsi. Esposto sul monte Citerone, il neonato non avrebbe avuto la minima possibilità di sopravvivere e a Tebe, pertanto, la sua morte si dava per scontata.
Quindici anni dopo, come anticipavamo, Laio dovette partire nuovamente verso Delfi; questa volta il pericolo era rappresentato dalla Sfinge, la ‘Sphynx’ di cui sopra, il mostro che poneva un enigma ai viandanti diretti verso Tebe e li uccideva se non rispondevano correttamente.
Ed ecco il punto: cosa pensava Laio mentre, sul cocchio, muoveva verso Delfi? Continue reading “Sofocle secondo Curatola”

spicchi d’arte tra baffi di storia (97)

  • Quale miglior Innominato di Pasquale Curatola? Di questo e altri interrogativi dovranno occuparsi a breve, se già non l’hanno fatto, i responsabili della nuova serie televisiva basata sui ‘Promessi Sposi’ di Alessandro Manzoni, che torneranno in televisione, sulle frequenze di mamma Rai, in otto emozionanti puntate. Intervistato dall’agenzia ANSA, Roberto Sessa, produttore di Picomedia, ha dichiarato: «È in fase di sceneggiatura, scritta da Francesco Piccolo, Giulia Calenda e Ilaria Macchia, lo stesso gruppo autore per La Storia da Elsa Morante che sta realizzando Francesca Archibugi. I Promessi Sposi, sul set nel 2023, si vedranno sulla Rai che con Rai Fiction produce insieme a noi, Beta Film e al coproduttore francese Thalie Images proprio come per La Storia. Sarà una versione certamente filologica di Manzoni, ma allo stesso tempo molto moderna e saprà parlare anche alle nuove generazioni».
  • Luigi Lonigro, direttore di 01 Distribution e presidente dell’Unione editori e distributori dell’Anica, intervistato dall’Ansa a Locarno, ha dichiarato che, dopo alcuni mesi decisamente non facili per le sale, è «ottimista per la nuova stagione, avendo potuto vedere alle giornate di Riccione le proposte di tutte le distribuzioni»: «c’è una qualità e una quantità di cinema italiano molto importante. Siamo sempre fermamente convinti che il prodotto sia al centro di qualsiasi movimento. I bei film attirano il pubblico, generano il passaparola e portano le persone a tornare in sala. (…) I blockbuster hanno dimostrato che quando c’è un titolo di grandissima chiamata i giovani tornano. Ora dobbiamo recuperare il pubblico over 40, che è quello del cinema italiano d’autore e delle sale cinematografiche di città. Su questo l’ausilio di un prodotto di grandissimo livello sarà determinante». Con riguardo alla recente scelta della Warner Bros. di non distribuire piú il film ‘Batgirl’, nato per lo streaming e già costato oltre novanta milioni di dollari, Lonigro ha detto: «Credo sia stato un segnale importantissimo a livello planetario. Assumersi una responsabilità di non far uscire un film da quasi 100 milioni di budget è una decisione molto matura e importante. Chiaramente anche molto dolorosa. Però credo che il cinema in sala abbia bisogno anche di questo: di scelte coraggiose, di grandissima selezione e di grandissimi piani di lancio».
  • «Molte cose meritevoli di stupore vi sono al mondo ma nessuna è come l’Uomo», recitava il primo stasimo dell’Antigone di Sofocle (trad. nostra, diritti riservati). Ebbene, ben sapendo quanto a tale stasimo sia affezionato, «Molte cose meritevoli di stupore vi sono al mondo ma nessuna è come Matteo Tarasco», ci permettiamo noi d’esclamare! Suggestivo incrocio tra Kenneth Branagh giovane e Tonio Cartonio, Matteo Tarasco

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Miyazaki, i vecchi, i Giovani

Aggiornamento ulteriore, fuori contesto: tanti auguri a Giancarlo Giannini!

Aggiornamento 1° agosto: ricordiamo che oggi torna nelle sale ‘Porco rosso’, altro classico di Miyazaki, proposto, peraltro, nel trentesimo anniversario della prima uscita.

Martedí scorso mi capitava d’essere al cinema per (ri)vedere ‘Nausicaä della Valle del vento’, uno degli immortali capolavori firmati da Hayao Miyazaki che Lucky Red ha messo nuovamente in distribuzione quest’estate.
Mi capitava anche d’intercettare una conversazione tra un ragazzo di vent’anni, accompagnato da alcuni amici, ed un signore anziano che non sapeva quale film guardare, non aveva il concetto di anime, non sapeva quali siano la trama ed i contenuti del citato ‘Nausicaä della Valle del vento’ (風の谷のナウシカ Kaze no tani no Naushika?).
Il giovane, di nobile portamento e cuore ispirato, diceva all’anziano d’essersi innamorato di quel film, in cui si riflette sull’ecologia, sull’animo umano, sulla stupidità della guerra, sul rispetto per gli altri esseri viventi.
Il signore anziano si è lasciato convincere.
Al termine della visione ha detto ai ragazzi:

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16 years, and blogging again

Based on/on the same tune of ‘Believe it or not’ (Mike Post/Stephen Geyer),
the theme of ‘The Greatest American Hero’ (known in Italy as ‘Ralph Supermaxieroe’)

Look at what’s up everyday,
world is a little weird…
Sometimes I feel almost near to the sky,
sometimes I feel something else…

Believe it or not, I’m blogging again,
always aiming to keep me free,
should I be working as a boss or a star
who could it say?
It happens or not it’s just me!

Just like the light of a new day
I hope it’ll meet me from out of the blue
breaking me out of the spell I was in
making all of my dreams come true!

Believe it or not, I’m blogging again,
always aiming to keep me free,
should I be working as a boss or a star
who could it say?
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