il Cavallo ed il Biscione (2)

Si è appena concluso, in quel di Dogliani, provincia di Cuneo, il festival della televisione, al quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Rai, Monica Maggioni, Andrea Zappia di Sky, Fabrizio Salini di La7, Marinella Soldi di Discovery, Kathryn Fink di Fox.
Nel corso della manifestazione, sono sembrate di particolare interesse alcune posizioni: Fabrizio Salini ha dichiarato:

«Quella del canone in bolletta è un’operazione che porterà nelle casse della Rai trecento milioni. Cosí si crea uno squilibrio di mercato!»

Monica Maggioni gli ha risposto:

«Sarebbe straordinario se dal canone in bolletta arrivassero nelle casse della Rai trecento milioni in piú, ma purtroppo non è così. (…) Il canone Rai è fra i piú bassi. Con i ricavi da canone francesi o tedeschi, per esempio, potremmo offrire quello che offriamo oggi rinunciando alla pubblicità».

Il numero uno di viale Mazzini ha inoltre dichiarato che sarebbe altrettanto straordinario se la Rai riuscisse a «camminare a fianco di quei sedicenni che oggi ci ignorano completamente», prestasse maggiore attenzione a quei «programmi che fanno servizio pubblico e sui quali continueremo a investire », piuttosto di taluni altri che «lo fanno meno e di cui non sentiremo la mancanza». Le ha fatto eco il suo amministratore delegato, Antonio Campo Dall’Orto:

«Un canone di cento euro all’anno, poco piú di otto euro al mese, è alla portata di tutti, è meno di un caffè al giorno. Averlo abbassato e messo in bolletta è una cosa giusta. La Rai questi soldi li vale, starà a noi ora dare valore a quei cento euro. Il canone Rai è il piú basso di tutti in Europa, il servizio pubblico ha bisogno di risorse certe. Se fossero elevate si potrebbe fare un discorso sulla riduzione della pubblicità ma ragionando sul ruolo del servizio pubblico nei prossimi 5/6 anni»

Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky, nel ricordare i 34 mila abbonati in più nel trimestre gennaio – marzo, si è detto convinto che

«i contribuenti sarebbero più contenti se il 100% delle risorse da canone venissero impiegate per fare informazione, documentari e intrattenimento in Italia e non per acquistare prodotti dall’estero. Detto questo un po’ di pubblicità sulla Rai fa bene»

e la Soldi di Discovery lo ha confortato:

«Credo sarebbe utile che la Rai avesse meno attitudine a pagare i contenuti e utilizzasse di piú il canone come motore produttivo».

Zappia ha inoltre riflettuto sulle produzioni di qualità, come ‘Gomorra – La Serie’ o ‘The Young Pope’, in grado anche di essere vendute anche all’estero. Kathryn Fink, amministratore delegato di Fox, ha annunciato che la sua azienda, anch’essa parte dell’impero di Murdoch,

«tornerà a produrre fiction. Stiamo cercando storie italiane da esportare sicuramente in Europa e probabilmente in tutto il mondo. Sono prodotti che godono di una visione non lineare non trascurabile. In Italia serve un diverso e migliore sistema di rilevazione degli ascolti, anche on demand»

Al di là dei discorsi relativi al canone, Dall’Orto ha anche affermato:

«La tv ha vissuto un momento estremamente difficile, era vista come elemento di distorsione prima dell’arrivo di internet, oggi è un elemento di unione. Per un lungo periodo è stata considerata come una maestra cattiva, ora è in condizioni di riscattassi; per questo il rinnovo della concessione deve essere l’occasione per definire la sua missione. È importante che il governo abbia avviato le consultazioni sul rinnovo del contratto di servizio perché da questo dipende il futuro del servizio pubblico radiotelevisivo per i prossimi cinque dieci anni. Non sono contro i talk ma devono solo trovare la loro forma. Il direttore di Rai 1 sta organizzando il nuovo palinsesto legato alla necessità di dialogare con il pubblico, Vespa ci sarà ma non sarà il solo».

Campo Dall’Orto ha aggiunto che si sta lavorando a un nuovo programma con Nicola Porro.
Era a Dogliani anche Eleonora Andreatta, responsabile Rai della fiction:

«La grande novità che stiamo costruendo è portare la produzione della fiction da Rai1 alle altre reti, Rai2, Rai3 e Rai4 perché nella visione di servizio pubblico universale non esiste più un solo pubblico di riferimento ma differenti tipi di pubblico a cominciare da quello più giovane e più abituato alla serialità internazionale. L’obiettivo, quindi, è aprire la produzione in modo che tutti gli spettatori possano trovare sulle diverse reti ciò che più corrisponde ai loro gusti e alle loro necessità» Primo esempio del nuovo corso, la fiction in sei puntate in onda dall’autunno su Rai2 dedicata al vicequestore Schiavone. Tratta dai romanzi di Antonio Manzini la serie è stata girata ad Aosta e ha per protagonista Marco Giallini.

Ci sarà anche una fiction sulla potente famiglia dei Medici, ‘Medici masters of Florence’, una co-produzione internazionale, girata a Firenze e Roma, in onda in autunno su Rai1:

«È il primo capitolo di un progetto sul Rinascimento italiano che apre la via per portare la fiction italiana all’estero»

Nel suo piccolo, Checco Zalone, in collegamento telefonico, ha chiosato:

«Il futuro delle fiction? Non farle piú! Ho visto scimmiottare le produzioni estere, soprattutto Usa con risultati scadenti. Io resterei sull’italiano, rilanciando la fiction senza scopiazzare»

Si parva licet, il futuro della televisione passa anche attraverso i conduttori. Il citato Dall’Orto, con riguardo a Ballarò, ha detto: «Stiamo ancora decidendo, abbiamo in mente dei nomi»;  Bonolis «è un fuoriclasse della tv, certo che lo vorrei in Rai!». Peccando, forse, di Baudismo, ha dichiarato: «Crozza l’ho scoperto io, mi piacerebbe, sono tutti nomi che stanno nell’Olimpo di quelli bravi».
Secondo Dagospia, con riguardo però a Mediaset, oltre a Bonolis, potrebbe non rimanere nelle spire del Biscione anche Luca Telese, attuale conduttore di Matrix; sarebbero in attesa di conferma o di novità Federica Panicucci, Barbara d’Urso, Alessandra Viero e Safiria Leccese. D’Agostino ritiene opportuno ricordare che alcuni tra i citati rimarrebbero a galla comunque, quale che fosse la direzione presa dal vento…
In attesa dell’autunno, prenderà il via il prossimo 17 maggio ‘Il terzo indizio’. Sorta di spin-off di ‘Quarto grado’, sarà condotto dalla citata Alessandra Viero e curato da Siria Magri; affronterà alcuni episodi di cronaca attraverso delle docufiction, realizzate dalla stessa squadra di ‘Quarto Grado’. Ci si occuperà, fondamentalmente, di casi di cronaca nera, omicidi all’interno delle mura domestiche o nella quotidianità. Il programma dichiara di voler dimostrare particolare sensibilità sugli aspetti legali e procedurali, attingendo direttamente agli atti di dibattimenti già passati in giudicato e svolgendo un’accurata analisi delle prove, comprese le intercettazioni telefoniche.
Striscia in fundo, il sindacato unitario dei giornalisti italiani (FNSI) ha preso le difese del telegiornale satirico di Canale 5, ‘Striscia la notizia’ nell’antipatica querelle con l’Agenzia delle Entrate:

“La libertà di pensiero è indivisibile, come ogni diritto. In un Paese libero anche la satira deve essere libera e gli elementi di informazione che essa può veicolare non possono essere oggetto di censura o intimidazione. Vale anche per Striscia la Notizia, nei cui confronti l’Agenzia delle entrate pare voler ricorrere all’uso intimidatorio delle querele, dopo una serie di servizi mandati in onda dal Tg satirico. (…) Incolpare la trasmissione di aver fomentato il risentimento e ispirato atti violenti addirittura in maniera retroattiva è al di fuori di ogni principio di dialettica democratica. Gli enti pubblici invece di ricorrere alla giustizia, dovrebbero sempre accettare il contraddittorio”.

Fonti: Ansa, Sole 24ore, Adnkronos, Dagospia, Prima on line, comunicati

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