la teoria (d)(e)i giochi

Giocare è una cosa seria, in tutte le possibili accezioni. Ben lo sanno all’università di Cambridge, dove è in corso una selezione per un professore “in educazione, sviluppo e apprendimento del gioco”’. Chi conosce la burocrazia italiana si starà già chiedendo “buon Dio, di prima o seconda fascia?”, “per soli titoli?”, “quante pubblicazioni?”, “ma sarà solo per interni?”; in realtà, il fine del prestigioso ateneo, finanziato dalla fondazione Lego con due milioni e mezzo di sterline,  è quello di reperire una risorsa didattica che, attraverso i celeberrimi mattoncini, contribuisca a

“costruire un futuro dove l’apprendimento attraverso il gioco aiuti i bambini ad essere creativi, interessati, in grado di continuare ad apprendere per tutta la vita” (⇐ Quartz.com, attraverso Prima on line)

La stessa Lego, peraltro, trasformerà in mattoncini anche i personaggi di ‘The Big Bang Theory’ (CBS); da quest’estate, nei migliori negozi di giocattoli, sarà possibile acquistare le figure, riprodotte in Lego, di Sheldon, Leonard, Wolowitz, Raj, Bernadette, Penny ed Amy nonché il loro salotto, alla stessa stregua di una casa di Barbie, a 59 dollari e 99 (⇐EntertainmentWeekly).

Anche recitare può essere un gioco, d’altra parte; all’ultima cerimonia di consegna dei David di Donatello lo ha sostenuto Giancarlo Giannini, appoggiandosi al fatto, menzionato per la verità anche da Solenghi, che in altre lingue si impiega lo stesso verbo sia per giocare sia per recitare (anche per suonare, se è per questo).

È vero: l’inglese to play, il tedesco spielen ed il francese jouer possono esprimere da soli tre concetti che l’italiano sente di dover esprimere con verbi diversi.

Con ogni evidenza, ciò su cui davvero si dev’essere d’accordo sono le regole del gioco; probabilmente nelle lingue e nelle culture testé ricordate si dà per scontato che la serietà del giocatore debba risiedere proprio in questo.

Una risposta a “la teoria (d)(e)i giochi”

  1. A proposito di Lego, aggiornamento del 22 giugno: la Fabbrica del Vapore ha realizzato a Milano ha la torre di Lego più alta del mondo: 35,05 metri, oltre mezzo milione di mattoncini; il record, strappato a Budapest, è stato certificato da un giudice del Guinness dei primati. Il gruppo Lego ha donato sette euro per ogni centimetro di torre costruito al progetto dedicato alla protezione e sviluppo delle Oasi urbane, in collaborazione con il Wwf. (Ansa)

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